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La Leggenda di Vox Machina, la recensione: Tira il dado!

The Legend of Vox Machina

7.7

SCRITTURA

7.0/10

REGIA

7.0/10

COMPARTO TECNICO

7.5/10

DIREZIONE ARTISTICA

7.5/10

CAST

9.5/10

Pros

  • Buona trasposizione narrativa delle sedute di Critical Role
  • Divertente e dissacrante
  • Ottimo cast, sia originale che italiano
  • Animazione fluida
  • Interessante da studiare sul piano del marketing e della produzione

Cons

  • Qualche pecca nell'animazione durante le scene statiche
  • Volgarità eccessiva nel settimo episodio

Per parlare di La Leggenda di Vox Machina, serie animata fantasy targata prime video, è prima doveroso fare una premessa non tanto diluita sul materiale originale di cui essa è trasposizione. Questo perché tale serie non è frutto della solita produzione della media delle serie odierne: il percorso che ha seguito la sua creazione è assai più tortuoso e intrigante, nato dalla passione e dai sogni di un gruppo di persone che all’inizio volevano semplicemente giocare tra loro.

Vox Machina, o meglio tutto il progetto di Critical Role, è un’enorme sperimentazione multimediale e transmediale. Un gargantuesco esempio delle possibilità che può portare l’interazione diretta col pubblico e come quel che all’inizio era considerato un mero passatempo ora sia fonte di enorme guadagno e di creazione di comunità.

Benvenuti in un nuovo episodio di Critical Role!

Nel 2015 “un gruppo di doppiatori nerd si sedette e giocò a Dungeons & Dragons”, per il compleanno di Liam O’Brien (Gaara da Naruto e Tenma da Monster) a casa del loro nuovo Dungeon Master Matthew Mercer, storica voce americana di Jotaro Joestar. Il party originale era formato da Travis Willingham (Roy Mustang da FMA Brotherhood e Cell da Dragon Ball ), sua moglie Ashley Johnson, Laura Bailey (rispettivamente Ellie e Abbie di The Last of Us), il già citato Liam, Talesin Jaffe (Blanka e Adon da Street Gighter), Marisha Ray (Margeret in Persona 4, nonché moglie di Matthew Mercer) e Sam Riegel (Donatello delle Tartarughe Ninja).

Prima in forma privata, le loro sedute iniziarono ad essere riprese in diretta streaming poche settimane più tardi. Non passò molto tempo prima che le avventure dei Vox Machina venissero seguite sul canale YouTube Geek & Sundry per poi spostarsi su un canale tutto loro, Critical Role, e successivamente anche su Twitch, e viste da migliaia di spettatori.

Questo portò molte persone ad avvicinarsi a D&D, spinti dal sentimento di amicizia e di lavoro di squadra che legava i doppiatori. Inutile dire che ciò spopolò soprattutto durante la pandemia. Lo show contò anche degli ospiti di alto calibro nel ruolo di personaggi di passaggio, come Patrick Rothfuss, Noelle Stevenson e Joe Manganiello.

Durante la loro seconda campagna, i Mighty Nein, il gruppo decise di aprire una campagna crowfounding per finanziare un possibile corto animato sui Vox Machina. Inaspettatamente, grazie ad un’insperata fiducia dei loro fan, i cosiddetti critters, la campagna ottenne un milione di dollari solo nel primo giorno, e altri milioni nei giorni successivi. Ciò permise loro di cambiare in grande il progetto: da un semplice corto divenne, appunto, una serie prodotta per prime video. Tutt’ora il gruppo sta giocando la sua terza campagna, e il successo raggiunto assieme al rilascio di questa serie non rallenta di un solo passo.

L’avventura ha inizio

Nel regno di Tal’Dorei un gruppo di mercenari sgangherati, i Vox Machina, cerca di racimolare quanto più denaro possibile per tirare avanti, con scarsi risultati. Il gruppo è composto dall’astuto pistolero Percy, nobile decaduto in cerca di vendetta, i gemelli mezzelfi Vex e Vax, lei ranger, lui assassino, la cui madre è stata uccisa da un drago, lo gnomo bardo Scanlan, donnaiolo rinomato, il mezzogigante con poco cervello Grog e la gnoma chierica Pike, unica forse ad avere una certa morale nel gruppo assieme alla mezzelfa druida Keyleth.

Dopo aver ucciso (con molta fortuna) un drago che infestava il reame, i Vox Machina entrano finalmente nelle grazie del re Emon. Durante un banchetto in loro onore, tuttavia, succede qualcosa di inaspettato: ad esso sono stati invitati i coniugi Sylas e Delilah Briarwood, i crudeli responsabili dell’uccisione della famiglia di Percy, i De Rolo di Whitestone. In cerca di vendetta e, forse, redenzione, Percy si metterà in viaggio verso la sua vecchia casa, accompagnato dai suoi immancabili amici.

Tra segugi non-morti, scagnozzi senza scrupoli, stregoni assassini e discordie interne, i Vox Machina intraprenderanno un periglioso viaggio verso Whitestone, un insieme di peripezie che metterà alla prova le loro capacità, la fiducia in loro stessi e negli altri, ma soprattutto il loro rapporto come squadra.

Solo un gioco?

Per chi gioca a D&D non dovrebbe essere nuovo la presa di posizione estremamente goliardica e a tratti altamente grottesca della serie. Tra battute volgari, truculenza, esplicite scene di sesso e quanto più si possa immaginare in un prodotto adulto, la serie non cela in alcun modo la sua provenienza ludica. Dopotutto non siamo davanti ad un prodotto narrativo a sé stante o tratto da un romanzo. Come Records of Lodoss War, è semplice trasposizione di una campagna D&D. Non ci si deve sorprendere quindi se non vengano prese sul serio neanche le scene più critiche.

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A ciò collegato, la sceneggiatrice Jennifer Muro ha fatto in modo di rendere le avventure di Vox Machina quanto più “narrative” possibile: numerosi sono i cambiamenti apportati, tanti i tagli addotti alla storia. Non dimentichiamoci che si stanno cercando di riassumere i primi 30 episodi delle sedute, ognuna delle quali di una durata media di le 3-4 ore.

Nemici che sarebbero potuti tornare più tardi verranno uccisi in questa stagione, altri invece potrebbero tornare; alcuni combattimenti che nelle sedute hanno avuto una rilevanza verranno appena citati nei loro momenti clou, strizzando l’occhio ai fan di vecchia data e, magari, invogliando chi non conosce il party iniziale di dare un’occhiata su YouTube.

Unico difetto di questo aspetto “maturo” e poco politicamente corretto è che, qualche volta, eccede nella volgarità, soprattutto nel settimo episodio, durante la “missione in solitario” di Scanlan, nella quale sono oltretutto presenti scene e citazioni volgari non originariamente presenti nella campagna. C’è da chiedersi se si volesse approfittare del primo piano dato al bardo proprio per dare mano libera all’elemento grottesco, ma così il troppo stroppia.

Per chi non ha mai visto una sola delle puntate streaming di Critical Role non c’è da preoccuparsi. Non ci troviamo davanti a una serie creata da fan esclusivamente per i fan: è una serie per chiunque, che si conosca il prodotto originale o meno, come DOTA o Arcane, altro merito alla sceneggiatrice.

Comparto tecnico

L’animazione è curata dalla rinomata casa Titmouse, lo studio dietro Arlo, Son of Zorn, Metalocalypse e Midnight Gospel, di certo non gli ultimi sulla piazza e scelta più azzeccata, soprattutto con un budget così alto. In effetti qui ci troviamo davanti a un altro dei lavori di punta di tale studio. L’animazione è fluida e dinamica, con qualche spigolo nei contorni per niente fastidioso in uno stile che ricorda in parte lo Studio Mir, i colori sono accesi e diversificati e il character design dei personaggi rispecchia fedelmente quelli creati dal party originale. Peccato che diverse volte, nelle scene meno adrenaliniche o di semplice dialogo, vi sia qualche scivolone, come un occhio non allineato con l’altro o una mano in proporzione sfalsata.

La colonna sonora è un buon miscuglio tra ballate medievali, temi epici che danzano sul tema Your Turn to Roll, la sigla d’apertura di Critical Role, e spezzoni pop e rap introdotti da Scanlan. Per molti questi espedienti potrebbero sembrare fuori luogo, come le canzoni rock in Arcane, ma si ripete ciò che si è detto prima: non bisogna prendere troppo sul serio questa storia, come non fanno gli stessi ideatori.

Giocatori e doppiatori

Per il casting non ci sarebbe molto da dire: le voci del party sono le stesse, e ognuna si adatta perfettamente a questo stile più narrativo e meno ludico. Hanno fortunatamente dato a Matthew Mercer qualche ruolo di secondo piano e quello di Sylas, anziché fargli pesare l’onere di tutti i personaggi secondari. Per il resto il cast è a dir poco stellare: abbiamo David Tennant, Dominic Monaghan (Merry del SDA), Rory McCann (Il Mastino), Indira Varma (Ellaria del Trono di Spade) e Stephanie Beatriz (Rosa Diaz da Brooklyn Nine-Nine e Mirabel da Encanto).

Un pregio va anche al doppiaggio italiano, il cui adattamento è curato dal buon Gianandrea Muià, già fan della serie originale. Ciò rende la serie godibile sia in inglese che in italiano. Unica nota negativa è Dario Agrillo nel ruolo di Grog: mentre gli altri doppiatori sembrano naturali nelle loro parti, lui sembra che si sforzi troppo a rendere una voce profonda.

Risponderai alla chiamata?

La Leggenda di Vox Machina non è solo, dunque, una buona serie animata, adatta sia ai neofiti sia ai profani di Critical Role. È anche un interessante traguardo in un percorso di produzione intermediale travagliato, un’avventura ricca di miglioramenti, colpi di scena, sviluppi e successi, come una buona partita D&D. Un frutto del lavoro di doppiatori, del supporto di fan, della pubblicità data da fanart, fumetti e personaggi pubblici. Tale fenomeno di massa, il cui percorso è probabilmente più interessante da seguire della serie in sé e al quale sarebbe effettivamente carino trarre un documentario, ha trovato in questa serie, per ora, il suo apice.

Per chiunque conosca Critical Role e non abbia ancora visto questa serie, fiondatevi subito su Prime Video e godetevi il successo dei vostri eroi. Chi invece non la conoscesse e volesse semplicemente godersi una serie per la quale è in parte curioso, non resta che tentare la sorte e tirare il dado. È il vostro turno.

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Veoneladraal

Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona! Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

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