Le ultime due settimane hanno visto i nostri weekend impegnati con Arcane, la serie Netflix nata dalla collaborazione tra Riot Games e Fortiche Production che catapulta gli spettatori nel mondo di Runeterra, più precisamente nella città di Piltover e nei suoi bassifondi, Zaun. Non lo neghiamo, l’abbiamo adorata sia nel suo primo che nel suo secondo atto, e fremevamo nel mettere le mani sugli ultimi tre episodi che vanno a definire l’ultimo grande capitolo di questa meravigliosa sorpresa che mai avremmo pensato potesse essere così bella, sotto ogni suo punto di vista.
Se non lo avete ancora fatto, vi invitiamo a recuperare le nostre due recensioni del primo atto e del secondo atto; se invece siete già pronti, vi diamo il benvenuto in quello che potrebbe essere il miglior finale di stagione che potessimo aspettare.
Il terzo atto di Arcane pone al centro della scena il rapporto controverso che esiste tra gli abitanti di Piltover e Zaun, due facce della stessa medaglia sul più prossimo piede di guerra. Il consiglio di Piltover, sotto la guida di Jayce, approva la scelta di porre dei controlli al confine delle due città, in modo tale da rimediare al sistema malavitoso che andava via via a insidiarsi nella vita di ogni Piltoviano.
L’oppressione degli agenti sulla vita di Zaun si fa sempre più schiacciante al confine, creando sempre più malcontento nelle attività commerciali dei bassifondi e andando a danneggiare profondamente la vita di chi vi abita. È qui che entrano in gioco i Baroni Chimici: da vedersi come opposizione al Consiglio di Piltover, i Baroni Chimici sono l’equivalente della consulta Piltoviana, discutono il futuro di Zaun attorno a un tavolo. Silco, leader tirannico del gruppo, porta avanti i suoi piani di indipendenza di Zaun da Piltover.
È proprio in questa sede dove gli altri Baroni accusano il loro capo di aver perso l’obiettivo della sua missione, e la causa sembrerebbe essere proprio Jinx: considerata altamente instabile e fuori controllo, la ragazzina potrebbe considerarsi una minaccia per Zaun, ed è per questo che i Baroni sono tremendamente preoccupati per la sua scomparsa dai radar di Silco stesso.
Mentre la disputa tra Baroni si fa sempre più accesa, al piano di sopra si inizia ad annusare l’odore di una vera e propria guerra civile tra Piltover e i suoi bassifondi, che andrà a causare moltissime perdite da entrambe le fazioni. Radicale è l’intervento delle Firelights, una piccola minoranza di abitanti di Zaun decisa a cambiare la vita dei cittadini, che, stando al loro pensiero, non dovrebbe ruotare attorno al consiglio di Piltover e ai Baroni Chimici. È a loro che Vi e Caitlyn si rivolgeranno per chiedere aiuto a tornare dai Bassifondi di Piltover senza essere catturate dai posti di blocco richiesti da Jayce, in modo tale da poter portare a fattor comune le prove della corruzione di Piltover e Zaun.
Al loro ritorno dai bassifondi, le due ragazze riusciranno ad ottenere una convocazione dal Consiglio di Piltover per portare una testimonianza diretta della loro esperienza nei Bassifondi sulle condizioni di vita dei cittadini e del terrore che incombe per strade di Zaun.
Vi e Caitlyn cercheranno di ottenere la grazia del Consiglio prima che possa essere troppo tardi, ma l’unico compromesso che raggiungeranno sarà legato a proposte di accordi diplomatici con i Baroni Chimici, decisamente in contrasto con l’idea della lottatrice di Zaun, che vorrebbe impugnare le armi per debellare la piaga che cresce a macchia d’olio al di sotto di Piltover. Il Consiglio, di ispirazione decisamente conservatrice, decide tuttavia di non intervenire in questo senso per evitare conseguenti problemi di natura politica.
Questo provoca un punto di rottura da Vi e Caitlyn, ed è qui che ritroviamo ancora una volta il confronto di due realtà che si scontrano. I background delle due ragazze sono come olio e acqua: le loro vite non possono e non potranno mai essere compatibili, esattamente come Piltover e Zaun o come il Consiglio e i Baroni, poiché appartengono a realtà completamente differenti, difficili da far coesistere, anche volendolo da entrambi i lati, e collaborare per un fine superiore.
Vi tenta il tutto per tutto convincendo almeno Jayce a scendere in battaglia al suo fianco: i due impugneranno armi Hextech per attaccare lo stabilimento di estrazione e raffinamento dello Shimmer, il fluido violaceo che dona forza disumana e allo stesso tempo rende succubi di Silco gli abitanti dei bassifondi.
Arcane racconta una storia di luci e ombre, una storia in cui ogni volontà di ogni personaggio ha una ricaduta su un altro e dove ogni azione, presto o tardi, ha una conseguenza. Ritroviamo infatti una città che brilla sempre più forte mentre un’altra precipita sempre più a fondo nell’abisso della criminalità, un uomo che diventa sempre più potente, portando un altro a diventare sempre più disperato, una donna che decide di abbracciare la ragione e l’altruismo, ne genera un’altra sempre più folle ed egoista: luci e ombre che, una volta resi concreti, si trasformano in eroi e mostri.
Se il primo atto di Arcane è stato il momento della scissione tra luce e ombra e il secondo atto è stato l’accentuarsi di questo divario, il terzo atto rappresenta l’inevitabile conflitto tra le due: luce e ombra, come olio e acqua, non possono mescolarsi, creando un finale pieno di emozioni forti e contrastanti, un caotico vortice in cui ognuno tira le proprie conclusioni dopo aver vagliato ogni altre possibilità.
Davvero notevole e interessante è infatti come la serie riesca ad arrivare per gradi al punto di rottura, grazie al continuo scambio situazionale delle azioni e dei fatti emersi durante l’interezza della serie, che contribuisce alla rappresentazione di ogni personaggio visto sia come eroe che come mostro di sé stesso. Zaun diventa il mostro creato dall’arroganza, dalla corruzione e dal menefreghismo di Piltover, così come Jinx è il mostro creato da Vi quando l’ha lasciata nelle mani di Silco. Dalla divisione nasce l’antagonismo, e quando si viene al confronto, diventa difficile capire da che parte siano gli eroi e da che parte siano i mostri.
Arcane è senza dubbio una serie mastodontica, il vero mostro che Riot ha creato basandosi su League of Legends ma che, nonostante tutto, riesce a tenersi in piedi con le proprie gambe. Una singola stagione che riesce ad essere una bellissima storia a sé stante grazie a una buona composizione di tre atti minori, ma anche una strepitosa piattaforma di lancio da cui far partire l’Universo di League of Legends che Riot ha intenzione di ampliare ulteriormente, a questo punto non solo con videogiochi e fumetti.
A tal proposito, Riot ha già confermato che la seconda stagione di Arcane si trova attualmente in produzione, andando a sigillare quanto lo studio nordamericano stia investendo su progetti di espansione limitrofi al videogioco attualmente più giocato al mondo.
La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno per tutti coloro che si aspettavano Arcane come prodotto fatto e finito. Una storia e una ambientazione talmente ricercate e ben riuscite da incantare tutti gli spettatori, siano questi giocatori dei titoli Riot Games e Forge o meno.
Alla fine non possiamo che applaudire davanti al finale di Arcane: degna conclusione di una storia estremamente complessa, la serie di Riot e Fortiche Production riesce in quest’impresa dove forse l’unica pecca risiede nell’indecisione caratteriale nel personaggio di Vi, che proprio nei frangenti finali mostra delle debolezze di scrittura che male si addicono all’ottimo lavoro svolto fino a quel momento.
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