Bloom Into You: viaggio alla scoperta dell’identità

Yagate Kimi ni Naru, il cui titoli in inglese è Bloom Into You, è un manga di genere shōjo-ai scritto disegnato da Nio Nakatani che ha ricevuto un adattamento animato prodotto dallo studio Troyca nel 2019. L’opera tratta principalmente della storia d’amore fra Yuu Koito, una ragazza del primo anno delle superiori, e Tōko Nanami, studentessa modello del secondo anno candidata a rappresentante d’istituto.

La trama si concentra molto sulla psicologia dei personaggi, sui loro pensieri e ragionamenti, ma soprattutto su uno degli argomenti più studiati nella storia della disciplina: la formazione dell’identità. In Bloom Into You la scoperta dell’amore e del suo significato si interseca con un percorso di introspezione intenso e carico di emozioni intrapreso da ogni singolo personaggio.

Nell’attesa che vengano tradotte in italiano – si spera – le tre light novel dedicate a Sayaka Saeki, in questo articolo vogliamo viaggiare alla scoperta del morbido universo di Bloom Into You, cercando di esaminare le grandi battaglie interiori che i personaggi devono affrontare.

Attenzione: la seguente analisi potrebbe contenere spoiler.

L’importanza dell’identità

Prima di approfondire il tema dell’identità in Bloom Into You, facciamo un passo indietro e definiamo anzitutto che cos’è. È un concetto veramente ampio che non riguarda soltanto le scienze umane ma anche matematica e giurisprudenza. In parte abbiamo parlato di alcuni suoi aspetti psicologici qui, ma ancora non bastano per spiegare che cosa sia. Nell’ambito delle scienze umane distinguiamo due tipi di identità: quella personale e quella sociale.

L’identità personale è un oggetto di studio molto importante che viene particolarmente esaminato in relazione allo sviluppo e al periodo adolescenziale degli individui. Generalmente l’identità personale si divide in idea di sé cercata (ciò che pensiamo di noi in base a quello che facciamo concretamente) e idea di sé riflessa (ciò che pensiamo di noi quando invece riflettiamo sulle nostre caratteristiche).

Le basi d’esame sono state poste da Sigmund Freud e dalla psicanalisi, che consideravano l’adolescenza come un risveglio delle pulsioni edipiche che portano alla formazione di meccanismi di difesa, dunque l’identità sarebbe data dalle pulsioni sessuali. Successivamente questo concetto è stato nettamente superato, in quanto gli psicologi delle generazioni successive ritenevano che fosse erroneo e troppo semplicistico ridurre il riconoscimento di sé a degli istinti.

Erik Erikson, psicologo allievo della figlia di Freud Anna, è colui che ha superato questa teoria elaborandone una nuova denominata teoria dello sviluppo psicosociale. Egli aggiunge altri fattori che influenzano la formazione di sé come:

  • Il tipo di legame d’attaccamento con i genitori;
  • Le relazioni dell’individuo;
  • Il contesto socioculturale in cui vive l’individuo.

Oltre a ciò, il cuore della teoria di Erikson è senz’altro la classificazione degli stadi dello sviluppo psicosociale di un individuo. Essa è particolarmente interessante poiché lo psicologo associa a ogni fase della vita un compito che, a seconda del modo in cui viene adempito, porta a un esito positivo o negativo; aggiunge inoltre un dilemma che nasce dal rapporto conflittuale fra individuo e ambiente in un determinato periodo. Vediamo uno schema per capire meglio.

Come potete vedere, Erikson identifica l’adolescenza come il periodo più difficile dal punto di vista dell’identificazione di sé. Successivamente, con l’analisi di Nanami, vedremo nel dettaglio per quale motivo. La tabella qui presente è stata integrata dagli stati d’identità elaborati da James Marcia, che corrispondono alle modalità con cui l’individuo affronta il dilemma psicosociale. Esse hanno alla base l’esplorazione e l’impegno verso la risoluzione e sono:

  • Identità realizzata: esplorazione e impegno cooperano verso la soluzione del dilemma;
  • Moratoria d’identità: mancanza di impegno nell’applicare la soluzione;
  • Blocco di identità: scarsità di esplorazione nel ricercare la soluzione;
  • Diffusione d’identità: esplorazione e impegno mancano del tutto o sono molto superficiali. L’individuo entra in uno stato di confusione.

Adesso che abbiamo semplificato il vastissimo concetto d’identità personale, proseguiamo nella nostra analisi e osserviamo come Bloom Into You ha illustrato il tema.

Tōko Nanami: il concetto di maschera

Fra tutti i personaggi di Bloom Into You, sicuramente quello di Nanami è studiato per essere il più drammatico e teatrale di tutti. La studentessa modello si distingue per il suo carattere estremamente affidabile, gentile, determinato e risoluto; è vista come un punto di riferimento dell’istituto, senza il quale non potrebbe far a meno.

Nessuno sa, però, che questo atteggiamento è tutta una finzione: come un’attrice sul palcoscenico – da cui poi la metafora della recita di Koyomi che esamineremo più avanti -, la ragazza “recita” per tutta la vita nei panni della sorella Mio Nanami, morta in seguito a un incidente stradale.

Quando tuttavia comprende che l’immagine molto positiva della sorella non è del tutto vera, Nanami giunge alla conclusione che non ha mai vissuto seguendo quello che lei vuole e quello che lei è, perciò inizia a domandarsi su chi sia veramente e sviluppa un complesso d’inferiorità che spesso sfocia in momenti ansia da prestazione, come durante il discorso nella candidatura di presidente del consiglio studentesco. Questo lato più debole è visibile soltanto da Yuu, la ragazza di cui si è innamorata, ed è proprio da qui che analizzeremo il concetto di maschera nella psicologia.

La psicanalisi ha teorizzato l’esistenza di cinque ferite psicologiche infantili che possono portare alla formazione di maschere nella crescita. Esse sono:

  • Ferita del rifiuto e maschera del fuggitivo: il bambino percepisce di essere rifiutato dai genitori o dai coetanei e conseguentemente sviluppa un complesso d’inferiorità e una bassa autostima. Da adulto, l’individuo fuggirà da tutte le situazioni che possono rievocare la ferita per evitare di mostrare le sue debolezze;
  • Ferita d’abbandono e maschera da dipendente: il bambino percepisce di essere abbandonato dai genitori e conseguentemente sviluppa un bisogno costante di attenzioni e di riconoscimenti. Da adulto, l’individuo tenderà a dipendere dalle dimostrazioni d’affetto che spesso evita di chiedere esplicitamente;
  • Ferita dell’umiliazione e maschera da masochista: il bambino percepisce di essere umiliato dai genitori o dai coetanei e conseguentemente sviluppa l’esigenza di caricarsi sulle spalle i problemi degli altri e agire per loro. Da adulto, quest’atteggiamento può arrivare a tal punto da soffocare la propria libertà;
  • Ferita del tradimento e maschera del controllo: il bambino percepisce di essere tradito dai genitori o dai coetanei e conseguentemente sviluppa un senso di controllo quasi maniacale e diffidenza verso le altre persone. Da adulto, l’individuo farà letteralmente qualsiasi cosa -anche controvoglia- per salvaguardare la sua buona reputazione ed evitare che gli altri lo reputino inaffidabile;
  • Ferita dell’ingiustizia e maschera del rigido: il bambino percepisce di essere erroneamente reputato come “esagerato” dai genitori o dai coetanei e conseguentemente fatica a sviluppare relazioni interpersonali a causa dei forti pregiudizi che sono radicati nella sua mente. Da adulto, l’individuo sarà ipercritico ed esigente con se stesso e con gli altri al punto da comportarsi freddamente.

Ovviamente la classificazione è stata redatta per semplificare il concetto: ogni persona può indossare più maschere contemporaneamente in base al proprio vissuto. Nanami rappresenta sicuramente il primo, il terzo e il quarto tipo con tutte le persone che la circondano, persino la sua migliore amica Sayaka.

È interessante infatti notare come la studentessa modello sia rigida anche con lei, al di fuori di atteggiamenti più “morbidi” dati dal fatto che si conoscono da molto tempo. Sayaka crede di conoscere Tōko come le sue tasche in quanto al corrente del suo passato e del fatto che usa una maschera con gli altri. Tuttavia le è capitato raramente di osservare il suo lato più debole.

Ritornando al punto di prima, l’unica persona nella vita di Nanami che ha visto com’è veramente è Yuu ed è proprio per questo che la studentessa modello, sebbene ne sia innamorata persa, le dice più volte che le va bene non essere ricambiata: non crede di essere degna del suo amore e allo stesso tempo vuole fuggire dalla verità.

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Nanami è il volto della più drammatica crisi d’identità che oscilla fra l’ossessiva ricerca della perfezione e i limiti dell’essere umano, rendendola un personaggio molto empatico.

Yuu Koito: l’adolescenza

Un altro personaggio degno di approfondimento è sicuramente Yuu Koito, la protagonista di Bloom Into You insieme a Nanami. Da poco uscita dalle medie, la ragazza comincia le scuole superiori in un clima d’insicurezza, notando che tutte le sue amiche cominciano a parlare di amore e fidanzati. Lei però non riesce a percepire l’esigenza di avere qualcuno al suo fianco.
Yuu viene quindi assalita da una profonda incertezza che influisce sia sulla mente sia sulle relazioni interpersonali: la sua rigidità costituisce l’ostacolo maggiore nel rapporto con Nanami, ma paradossalmente la ragazza rappresenta la parte più forte e razionale della coppia.

Debolezza e forza, insicurezza e fermezza, amore e odio sono dicotomie che possono coesistere solo in un periodo della vita dell’individuo: l’adolescenza. Esaminiamo insieme cosa ha da dire la psicologia riguardo questo periodo caotico.

L’orientamento della psicologia che si occupa dello studio delle vari fasi della vita umana e dei suoi cambiamenti si chiama psicologia dello sviluppo e molti scienziati di questa branca hanno esaminato a lungo questo periodo a causa della sua grande complessità. L’adolescenza dura dai 12 anni fino a circa 17 anni -dove i primi due anni sono solitamente chiamati preadolescenza- ed è caratterizzata da cambiamenti fisici, mentali e psicosociali molto drastici. Il ragazzo non è né un uomo né un bambino: chiede indipendenza dai genitori, ma non la può ancora ottenere e di conseguenza i suoi comportamenti sono spesso conflittuali e talvolta addirittura contraddittori.

L’adolescente sperimenta nuove esperienze, essenziali per determinarsi come un sano adulto in futuro. Queste avventure sono vissute in modo intenso a causa dell’immaturo controllo delle emozioni, quindi l’adolescente spesso vive passando da un estremo all’altro; in altri termini, vede il mondo in bianco e nero.

Un particolare posto di rilievo nella vita dei ragazzi è occupato dall’amore: sia che lo si riesca a provare sia il contrario molti dicono di aver affrontato questo tema proprio nell’età adolescenziale. Ciò avviene perché l’amore rappresenta una novità per il giovane. C’è però da sottolineare che avere una relazione non è soltanto un’esigenza che può nascere internamente, ma può anche essere indotta dal gruppo dei pari, che diventa il nuovo punto di riferimento dei ragazzi.

Come detto prima, Yuu fatica ancora a capire cosa sia l’amore e non riesce a comprendere il motivo per cui non lo prova per nessuno. Le sue amiche le dicono spesso che deve aspettare la persona giusta, ma questa giustificazione non sazia la ragazza, ma anche dopo essersi innamorata e confessata a Nanami i conflitti interni delle due non si sono ancora placati. Questo perché Nakatani vuole sottolineare ancora una volta che prima di una qualsiasi relazione bisogna scoprirsi e realizzare sé stessi, esattamente come nella recita che esamineremo fra poco.

Dunque se Nanami rappresenta teatralità e drammaticità, Yuu ci viene presentata come l’esatto opposto: è la normalità e la semplicità in persona. È grazie a questo dualismo che la loro relazione in Bloom Into You funziona e ha un equilibrio ben preciso, nonostante tutte le varie peripezie che sono avvenute prima che venga raggiunto.

Il pathos e la parabola della recita di Koyomi

Per concludere la nostra analisi dell’opera focalizziamoci sul momento più saliente di Bloom Into You: la recita del consiglio studentesco scritta da Koyomi per il festival della cultura della scuola. Il copione dell’opera nell’opera parla di una ragazza affetta da amnesia che attraverso le testimonianze della fidanzata, del fratello, dell’infermiera e di un compagno di classe deve ricostruire la sua identità e “scegliere” chi essere. Si tratta di un tassello importante nel percorso di crescita di Yuu e Nanami poiché è proprio da questo momento che la loro relazione subisce una svolta in direzione dell’autorealizzazione delle ragazze.

Inizialmente il finale della recita prevedeva che la paziente scegliesse di “assumere” l’identità descritta dalla sua fidanzata, il che fuor di metafora rappresenterebbe la scelta di Nanami di diventare esattamente come sua sorella maggiore. Durante le prove partecipano un’insegnante e un attore professionale chiamato Ichigaya che è l’ex compagno della sorella di Tōko. Un giorno Nanami e il ragazzo parlano di Mio e la sorella minore si rende conto che anche lei viveva in una finzione. Qui entra in crisi perché capisce di non aver mai vissuto veramente come avrebbe voluto, ma nonostante questo desidera persistere con la recita.

Yuu decide di intervenire cambiando il finale nella morale di Bloom Into You: la paziente non sceglierà nessuna delle tre identità, ma vivrà come se stessa pur soffrendo di amnesia. Nanami getta le maschere per mostrarsi come la ragazza fragile e di cuore che è proprio come nel suo personaggio. Successivamente alla recita, infatti, Tōko accetta di lavorare per una compagnia teatrale e chiarisce definitivamente il suo rapporto con Sayaka rifiutando le sue avance, mentre Yuu riesce finalmente a confessare i suoi tormentati sentimenti alla studentessa modello.

La recita quindi non è soltanto un mezzo della Nakatani che permette di alzare la suspense negli eventi successivi, ma è anche un momento di chiusura del percorso di maturazione di tutti i personaggi, che descrive anche il futuro radioso di Yuu e Nanami.

Conclusione

Sebbene Bloom Into You abbia come focus principale la storia d’amore fra le due ragazze, in realtà l’opera rappresenta un percorso di crescita e un viaggio alla scoperta di sé stessi. È inoltre un perfetto esempio del caos e delle indecisioni periodo adolescenziale, spesso caratterizzato da un profondo senso di confusione riguardo chi desideriamo diventare. L’autrice è stata abile nell’aver unito la bellezza e delicatezza dei suoi disegni alla profondità dei temi trattati, così come l’adattamento anime è riuscito a integrare queste qualità con delle delicatissime tonalità pastello e un’ammaliante e meravigliosa colonna sonora, composta prevalentemente da note di pianoforte..

Bloom Into You, dunque, è una recita della vita che è in grado di immergere completamente lo spettatore sia per i temi estremamente biografici sia per la sua atmosfera tranquilla e calorosa. L’insegnamento che traiamo dall’opera, dunque, è questo:

Non smettere mai di imparare e conoscere te stesso.

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Elisabetta Giardi

Sono cresciuta con pane, videogiochi, anime e arte. I miei studi e la mia passione verso le scienze umane mi permettono di guardare e giocare con uno sguardo diverso, riuscendo a cogliere molte scelte stilistiche e ad attribuire loro un significato più profondo.

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Elisabetta Giardi
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