Monster Hunter Rise, la recensione: che la caccia abbia inizio!

Monster Hunter: Rise

9

GAMEPLAY E LONGEVITA'

9.0/10

COMPARTO GRAFICO E SONORO

9.0/10

COERENZA E CURA DEL DETTAGLIO

9.0/10

Pros

  • Gameplay solido e innovativo
  • Grande quantità di attività da fare
  • Estremamente accessibile...

Cons

  • ... forse addirittura troppo
  • Privo al momento di un vero e proprio endgame

Sono ormai passati quattro anni da quando Nintendo ha rilasciato sul mercato la sua console ibrida capace di fondere le esperienze da home console con quelle di una portable riuscendo a regalare a milioni di giocatori, e anche al sottoscritto, esperienze uniche come The Legend of Zelda Breath Of The Wild, Super Mario Odyssey e Pokémon Spada & Scudo, purtroppo però ho sempre sentito che qualcosa non andava, o meglio, che qualcosa mancava.

Questa sensazione è completamente sparita il 26 marzo, data in cui Capcom ha finalmente rilasciato per la console Nintendo Monster Hunter: Rise, nuovo capitolo dell’ormai quasi ventennale storica saga. Ripartendo dallo scheletro di Monster Hunter: World lo studio di sviluppo è riuscito a confezionare un ottimo prodotto che malgrado difetti potrebbe essere il miglior capitolo della serie.

Andiamo dunque a vedere insieme i pro e i contro del nuovo titolo di Capcom, cercando al contempo di andare ad analizzare le varie novità e cambiamenti portati all’interno della serie da Monster Hunter: Rise.

Kamura, un villaggio in pieno stile samurai.

Per la realizzazione di Monster Hunter: Rise, Capcom ha deciso di ispirarsi in maniera ancora più massiccia rispetto ai precedenti titoli della serie al folklore giapponese. Tale ispirazione si può ritrovare in molteplici elementi dell’ultima produzione targata Capcom, dalla lista dei mostri presenti alla caratterizzazione dei personaggi secondari, dai video introduttivi delle prede allo stile del villaggio di Kamura.

Il titolo ci mette nei panni di un cacciatore novizio incaricato da Fugen, capovillaggio di Kamura, di scoprire quale segreto si cela dietro la Calamità, piaga che ogni cinquant’anni scatena contro il villaggio un’orda di mostri estremamente aggressivi. Questo fenomeno viene chiamato dai locali “Furia”, ed è accompagnato dall’arrivo del Magnamalo, un Wyvern Zannuto che si pone come vertice della catena alimentare sfamandosi di mostri più piccoli, come l’Azuros.

Come ormai consuetudine nella serie, il nuovo villaggio fungerà da hub principale per tutta la durata dell’avventura. Qui si potranno accettare le varie missioni suddivise in Missioni Villaggio e Missioni Gilda, acquistare nuovo equipaggiamento oppure andare a migliorare quello in nostro possesso ed infine gestire i compagni che ci accompagneranno durante lo svolgimento delle missioni.

Durante lo svolgimento dell’avventura principale gli abitanti di Kamura affideranno al nostro cacciatore alcune richieste da completare, queste missioni secondarie vanno a sostituire le richieste ottenibili nel banco informazioni in Monster Hunter: World e una volta completate sbloccheranno diversi potenziamenti ed aiuti come ad esempio gli accampamenti aggiuntivi nelle mappe di gioco oppure nuovi dango presso la mensa.

Grazie all’incipit della trama, più coinvolgente ed ispirato rispetto ai precedenti capitoli della serie, e alla caratterizzazione dei personaggi secondari ottimamente caratterizzati e, per la prima volta, effettivamente partecipi, la storia di Monster Hunter: Rise risulta più godibile rispetto ai vecchi capitoli della serie riuscendo anche a superare Monster Hunter: World in tal senso.

Ovviamente siamo ancora molto lontani dai livelli narrativi raggiunti da produzioni analoghe come la serie dei God Eater (per citarne una), nonostante questo però ci fa estremamente piacere vedere come Capcom stia cercando di coinvolgere il giocatore creando una storia capace di regalare alcuni colpi di scena, ma soprattutto, di motivare l’esplorazione approfondita delle mappe e la necessità di cacciare mostri sempre più grandi e potenti.

Rise, un Monster Hunter: World più “piccolo”… e migliore!

Malgrado la presenza sulla console di Monster Hunter Generations Ultimate, quest’ultimo era un porting del titolo uscito originariamente su 3DS non riuscendo pertanto a sfruttare tutte le potenzialità offerte dalla console ibrida di Nintendo. Inoltre, dopo l’arrivo di Monster Hunter: World per le altre console, Monster Hunter Generations Ultimate risultava dannatamente arretrato.

Chi ha giocato ai vecchi capitoli della serie sa che Capcom con ogni titolo ha sempre portato novità e meccaniche uniche al suo interno, tristemente però queste ultime poche volte sono state riportate nei capitoli successivi. Finalmente questo trend sembra essersi interrotto, Monster Hunter: Rise infatti è la somma di tutte le esperienze maturate nel corso degli anni dalla software house che ha deciso di andare ad implementare lo scheletro di World aggiungendo gli stili e le abilità viste nei capitoli usciti per Nintendo 3DS.

Anche per quanto riguarda la realizzazione delle cinque mappe di gioco Capcom ha deciso di ripartire dalla struttura vista in Monster Hunter: World andando a ridurre le dimensioni complessive delle zone. Questa scelta di level design fa sì che le mappe risultino meno dispersive e, grazie alla presenza degli Insetti Filo, di cui parleremo più nel dettaglio a breve, è stata implementata una verticalità mai vista all’interno della serie.

Alcune meccaniche legate all’esplorazione sono state completamente riviste, lo studio di sviluppo ha deciso di accantonare il sistema di bevande calde e fredde favorendo così un’esplorazione più libera di mappe come le Caverne Laviche. Anche il sistema di fauna è stato completamente rivisto grazie alle “Creature Endemiche”, creature a cui il giocatore può ricorrere in caso di necessità già viste in Monster Hunter: World come i Velerospi, le Vigorvespe o gli imprescindibili Burattiragni disseminate in giro per le mappe di gioco. La Fauna Endemica conta più di 50 creature al suo interno ed ognuna di esse offre vantaggi specifici, pertanto vale la pena memorizzarne ogni effetto e ogni location durante le battute di caccia.

Un altro stratagemma utilizzato per favorire l’esplorazione sono gli Spiriuccelli, sorta di colibrì luminosi da cui il cacciatore, mediante l’uso del Floretto, può assorbire del polline che conferisce dei bonus in base al colore di quest’ultimo ad attacco, difesa, incremento della vita o della resistenza che persistono per tutta la durata della missione.

Facenti parte di tale categoria sono i già citati Insetti Filo, new entry che semplicemente porta l’esplorazione e il combattimento di Monster Hunter: Rise su un altro livello rispetto ai precedenti titoli della serie. Dopo aver sperimentato l’uso del rampino in Monster Hunter: Iceborne, la software house ha deciso di introdurre in Monster Hunter: Rise un’evoluzione di tale meccanica.

Queste creature permettono al giocatore di compiere i filoscatti, delle rapide transizioni in verticale e in orizzontale estremamente utili sia durante le fasi esplorative che durante quelle di combattimento. Consumando un segmento dell’apposito indicatore, posto nel margine inferiore dello schermo, i giocatori potranno eseguire queste manovre per raggiungere rapidamente alcune zone della mappa, lanciarsi a capofitto contro la propria preda, scalare pareti altissime ed infine eseguire un‘attacco Fildiseta.

Armi e Insetti filo, una combo bestiale!

Volendo rendere il nuovo titolo nettamente più accessibile rispetto ai suoi predecessori, nei mesi precedenti l’uscita di Monster Hunter: Rise Capcom ha deciso di rilasciare dei video introduttivi alle varie armi da cui già si potevano intuire alcune novità apportate al combat system, prima tra tutte i già citati attacchi Fildiseta, premendo i tasti ZL+Y il cacciatore eseguirà un attacco estremamente potente specifico per ogni arma.

In alcuni casi, come ad esempio per le Doppie Lame, quest’attacco è inedito. In altri invece, come nel caso della Spada Lunga e del “Colpo Ascendente”, l’attacco FIldiseta va ad integrare una di quelle che erano le abilità nei vecchi titoli della serie. Per quanto riguarda ad esempio la Lama Caricata, l’attacco Fildiseta offre una short-cut che consente di eseguire la mossa speciale dell’arma, in questo caso specifico i cacciatori si ritroveranno con la Lama Caricata in modalità ascia pronta a scaricare, a patto di averle caricate in precedenza, le cinque fiale sul malcapitato mostro di turno.

Purtroppo non tutti questi attacchi si sono rivelati ugualmente efficaci lasciandoci una leggera sensazione di occasione mancata.

Un’altra meccanica resa nettamente più accessibile grazie all’introduzione degli Insetti Filo è la possibilità di cavalcare i mostri, nei vecchi capitoli della serie il combattimento si svolgeva prevalentemente a terra, infatti le uniche armi che permettevano al giocatore di “volare” eseguendo combo aeree erano il Falcione Insetto e la Spada Lunga.

Per riuscire a salire sopra ad un mostro, meccanica fondamentale all’interno della serie visto che permette di atterrare con facilità la preda, i giocatori dovevano ingegnarsi sfruttando appieno il terreno circostante. In Rise questo problema è stato completamente risolto ed ora armi estremamente basiche come ad esempio Spada e Scudo risultano estremamente più divertenti da usare rispetto al passato.

Questa nuova meccanica va inoltre ad implementare la possibilità di cavalcare i mostri facendogli eseguire diverse azioni, si potrà infatti decidere ad esempio di portare il mostro in una zona più congeniale, lanciarlo contro le pareti circostanti per infliggergli del danno oppure, e questa onestamente è la mia preferita, andare ad infastidire un altro mostro potente dando inizio ad una faida territoriale, cosa che permette non solo di causare ingenti danni ad entrambe le creature ma anche di cavalcare il mostro che si è andati ad infastidire.

Come in ogni Monster Hunter sarà essenziale per il giocatore trovare l’arma prediletta con cui affrontare l’avventura nel minor tempo possibile per poi costruirci intorno l’equipaggiamento adatto, grazie al sistema di abilità passive legate ai singoli pezzi dell’equipaggiamento sarà possibile creare delle build in grado di esaltare al massimo l’arma scelta.

Una nota dolente in questo frangente è il sistema legato ai gioielli: come accade in Monster Hunter: World, ogni pezzo di equipaggiamento presenta diversi slot di capienza differente per poter incastonare dei gioielli in grado di conferire abilità passive. Nel precedente capitolo della serie i giocatori ottenevano suddetti gioielli come premi al compimento di una missione ma in Monster Hunter: Rise Capcom ha deciso di accantonare questo sistema adottandone uno incentrato sulla forgiatura.

Purtroppo questa scelta non ci ha convinto completamente visto che, escludendo alcune armi, non abbiamo equipaggiato nessun gioiello sulla nostra armatura per tutta la durata dell’avventura.

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C’erano un Felyne, un Canyne e… un Gufufo.

A partire da Monster Hunter Portable 2nd G (Monster Hunter Freedom Unite), titolo uscito esclusivamente per PSP nel 2008, Capcom decise di affiancare al giocatore durante le sessioni di caccia degli aiutanti pelosi, i buffissimi Felyne (o Palico). Questi Lynian, già presenti nei precedenti capitoli ma in una maniera che potremmo definire “passiva”, rappresentarono una grande innovazione per la serie, il giocatore poteva gestire liberamente la crescita del proprio compagno che presentava un’attitudine di base (combattimento, difesa, trappole).

Con il passare degli anni Capcom ha continuato ad implementare l’efficacia in battaglia di queste simpatiche palle di pelo arrivando a toccare l’apice con Monster Hunter: World, dove molte volte un Felyne risultava molto più utile di un altro cacciatore.

Continuando nel voler innovare la serie, i ragazzi della software house di Osaka hanno deciso di aggiungere un nuovo amico che accompagnerà il nostro cacciatore durante le fasi esplorative e le cacce, il Canyne. Come intuibile dal nome questo nuova creatura presenta le fattezze di un cane e, oltre ad essere un caparbio ed irriducibile combattente, la sua vera utilità viene fuori durante le fasi esplorative e gli inseguimenti dei mostri.

Potendo cavalcare il Canyne in qualsiasi momento (richiamandolo con una pressione prolungata del tasto A, ndr.) il giocatore può spostarsi più velocemente tra le diverse zone che compongono la mappa, permettendo inoltre di utilizzare gli oggetti del proprio inventario come ad esempio le pozioni o le coti durante lo spostamento. Con questa mossa Capcom ha eliminato quasi totalmente i tempi morti che si venivano a creare in Monster Hunter: World a seguito del cambio di struttura.

In maniera analoga a come avveniva nei precedenti capitoli, presso l’area chiamata “Piazza Compagni” situata all’interno del villaggio di Kamura, si potranno assumere diverse dozzine di Felyne e Canyne (oltre ai due principali creati insieme al nostro personaggio all’inizio del gioco). Da questo luogo il giocatore potrà inoltre inviare una squadra di massimo 4 Miaocenari ad esplorare una delle cinque mappe grazie al misterioso Felyne Kogarashi o di mandare tre compagni a commerciare grazie ai sottomarini forniti da Rondine la mercante infine presso i due compagni fabbri si potrà forgiare l’equipaggiamento per i nostri pelosi amici.

Infatti, come già accadeva, entrambi i compagni dispongono di equipaggiamenti dedicati che comprendono un’arma e due pezzi di armatura con cui cambiare i valori di attacco, difesa e resistenza elementale. A queste vanno poi aggiunte le varie specialità apprese salendo di livello che il giocatore può attivare o disattivare a proprio piacimento. I Canyne infine dispongono della possibilità di equipaggiare un’oggetto o un’arma secondaria nel menu “Equipaggiamento Canyne”.

L’ultima new entry sul fronte compagni è il Gufufo, un simpatico gufo che si assumerà l’arduo compito di farci da mascotte. Avendo eliminato il sistema di insetti guida presente in Monster Hunter: World toccherà al nostro Gufufo indicarci la posizione dei mostri sulla mappa ed aggiornarci su eventuali spostamenti.

Il Magnamalo, un’arrabbiata new entry tra vecchie conoscenze.

Da sempre i mostri copertina dei Monster Hunter rappresentano uno scoglio che il giocatore si troverà ad affrontare nel corso dell’avventura segnando quello che solitamente è l’inizio dell’High Rank e il Magnamalo non fa eccezione. Per la realizzazione di questo mostro Capcom ha deciso di riutilizzare i pattern del Nergigante, mostro copertina di Monster Hunter: World, aggiungendo però una variabile esplosiva al tutto.

Come consuetudine, ogni nuovo mostro che il giocatore dovrà cacciare verrà introdotto ad inizio missione con una cut-scene. Volendo rimarcare ancora di più la forte ispirazione del titolo al paese dal sol levante, la software house ha deciso di realizzare suddette intro con uno stile cinematografico che rimanda alle pellicole del maestro Kurosawa accompagnate dalle note di uno shamisen e da una voce narrate in stile Kabuki.

La lista dei mostri presenti in Monster Hunter: Rise è indubbiamente corposa e offre un livello di sfida non indifferente, dai più piccoli Azuros e Kulu-Ya-Ku si passa ai più impegnativi Rathian & Rathalos, mostri diventati simbolo della serie, arrivando alla fine al maledetto trittico composto da Rajang, Diablos e Tigrex.

Ogni mostro è stato riportato all’interno di Monster Hunter: Rise in maniera fedele rispettando quelle peculiarità che i giocatori più navigati hanno ormai imparato a memoria grazie a centinaia di svenimenti. Una menzione d’onore va fatta al Rakna-Kadaki, secondo mostro aracniforme di grandi dimensioni – appartenente alla famiglia dei Temnoceran – a fare la sua apparizione in un Monster Hunter dopo il Nersylla di Monster Hunter 4.

Purtroppo però anche in questo caso non riusciamo a capire come mai Capcom non abbia osato di più visto oltretutto la volontà di ispirarsi in maniera più profonda al folklore giapponese. Chi conosce la serie infatti sa che ci sono alcuni mostri, come ad esempio l’Odogaron o lo Tetsucabra, da cui si ricava un’armatura in pieno stile con quello adottato per la realizzazione del titolo e pertanto la scelta di escluderli ci sembra quantomeno bizzarra.

Le Furie, mostri a ripetizione e cancelli da difendere!

Le missioni denominate Missioni Furia rappresentano quella che è forse l’innovazione meno riuscita di Monster Hunter: Rise. Durante queste, il giocatore sarà chiamato a difendere i due cancelli che proteggono il villaggio di Kamura, cercando di respingere diverse ondate di mostri capitanate da un boss finale.

Disseminate per le due zone che formano la mappa di queste missioni sono presenti alcune piazzole sopra le quali è possibile posizionare degli oggetti. Questi si dividono in Manuali, Automatici e Limitati. Questi oggetti vengono resi disponibili progressivamente con il passare dell’orda ma sono tutti espedienti per riuscire a guadagnare tempo in attesa del Gong di Contrattacco, strumento che permetterà ai partecipanti della missione di fronteggiare qualsiasi tipo di minaccia a testa alta.

Intraprendendo le Missioni Furia d’alto grado si incontreranno gli Apex, ovvero versioni potenziate ed incredibilmente resistenti di mostri già incontrati durante le fasi della storia, che metteranno a dura prova i cancelli difensivi riuscendo talvolta anche a romperli.

Purtroppo al momento vi sono poche furie disponibili e l’obbligo di essere affrontate in cooperativa, onde evitare di risultare frustranti, non viene aiutato dalla legnosità insita nella componentistica multiplayer dei titoli nipponici unita all’arretratezza che tutt’oggi affligge l’infrastruttura online Nintendo.

“Ho salvato il villaggio e sconfitto il mostro, e adesso come procedo?”

Per quanto riguarda l’endgame, purtroppo Monster Hunter: Rise mostra leggermente il fianco: il titolo infatti non ha una vera e propria conclusione e ciò è riscontrabile ad esempio nel potenziamento delle armi.

Una volta “terminata” la quest principale e completate le ultime missioni High Rank presso la Gilda ci si ritroverà con un ramo potenziamento delle armi ancora da scoprire, plausibilmente questo verrà sbloccato alla fine di aprile con l’aggiunta del Rathalos Apex e il nuovo drago anziano Chameleos.

Eppure l’assenza di una road map ben definita o una lista confermata di mostri da aggiungere in futuro unite alla conclusione incerta del titolo lasciano con troppe domande a cui Capcom non ha ancora risposto in maniera ufficiale. Giocando alla serie da tempo, sappiamo che nel corso dei prossimi mesi la software house fornirà supporto al titolo continuando ad aggiungere contenuti e pertanto vi rimandiamo alla pagina ufficiale di Monster Hunter: Rise per tutte le future novità.

Infine si sente anche la mancanza di un sistema di taglie, cosa che in Monster Hunter: World riusciva a mitigare in parte la ripetitività dell’endgame nell’attesa delle G Rank. Purtroppo questo è uno dei punti dolenti di Monster Hunter: Rise, non vi è effettivamente un endgame capace di intrattenere i giocatori meno incalliti nell’attesa che Capcom aggiunga le varianti dei mostri ed infine le missioni G Rank.

Tiriamo le somme di Monster Hunter: Rise

Nel nuovo titolo di Capcom si ritrova tutta l’esperienza maturata nel corso degli ultimi 20 anni. Rise, infatti, è il connubio quasi perfetto di tutte le meccaniche implementate nel corso della serie: sono presenti gli stili e le abilità delle varie armi come nei capitoli sviluppati per le console Nintendo unite alle meccaniche di combattimento più semplificate a primo impatto ma estremamente profonde adottate con Monster Hunter World. Questo rappresenta un punto di forza estremamente importante per questo titolo.

Il modello di gioco introdotto con Monster Hunter: World unito alle novità apportate da Capcom fanno risultare Rise come uno dei migliori capitoli della serie Monster Hunter. Il RE Engine riesce a performare in maniera estremamente fluida sulla console ibrida di Nintendo, riuscendo a mantenere godibile il titolo anche in modalità portable. Durante la nostra avventura è stato riscontrato qualche calo del frame rate nella zona 8 della mappa Foresta Inondata, dovuto con estrema probabilità alla quantità di riflessi presenti, e in alcune fasi di combattimento più concitate in multiplayer.

Vista la qualità generale raggiunta dal motore di gioco su Nintendo Switch non è da escludere che Capcom decida, con l’arrivo tra l’altro di un’ipotetica versione potenziata di Switch, di portare sulle console della grande N titoli come Devil May Cry V oppure i nuovi capitoli della serie Resident Evil.

Monster Hunter: Rise ci ha accompagnato tra cacce, missioni esplorative e furie per una settantina di ore senza mai farci sentire il peso della struttura votata al grinding che fa da base alla serie. Purtroppo però l’assenza di un endgame funzionale rovina in parte l’esperienza generale.

Ricordiamo che Monster Hunter: Rise è momentaneamente disponibile in esclusiva per Nintendo Switch ma che il suo arrivo è già stato confermato per PC.

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Eduardo Bleve

Tecnico informatico di giorno, videogiocatore incallito la notte e otaku in ciò che rimane delle sue giornate Eduardo "Dundam" Bleve inizia il suo percorso nel mondo videoludico con un game boy color, due pile stilo e la cartuccia di WarioLand. Nel cuore porta interminabili battute di caccia su Monster Hunter, sua saga preferita che lo accompagna dall'era Playstation2

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Eduardo Bleve
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