Siamo stati altamente fortunati che Telltale, casa di produzione di avventure grafiche, abbia vissuto abbastanza a lungo da completare la serie che l’ha resa famosa nel mondo videoludico, The Walking Dead. Un viaggio basato sulla famosissima serie a fumetti creata da Robert Kirkman durato “solo” cinque capitoli, ma che ha saputo farci provare emozioni che pochi altri giochi ci hanno regalato.
Perché, per quanto faccia male ammetterlo, non sono tutti perfetti, e vi è stato anche un punto abbastanza basso. Uno solo, certo, ma che purtroppo abbassa la qualità del prodotto generale.
Perciò, ecco elencata dunque la nostra personalissima classifica di tutti i titoli della saga di The Walking Dead: The Telltale Series, ordinati dal peggiore al migliore.
Il solo fatto di ridurre Clementine a personaggio secondario, dandole un’importanza che vale appena la metà di quella del primo titolo, basterebbe per dare a questo capitolo la mera sufficienza. Al suo posto, troviamo come personaggio principale un ragazzo invischiato in un triangolo amoroso: non ci bastava già la serie TV a farci sorbire un Beautiful con gli zombie?
Dialoghi e scelte altamente forzati, personaggi piatti e una mancanza di attenzione all’elemento della sopravvivenza. Unica nota positiva è l’aggiunta altamente apprezzata di uno dei migliori personaggi del fumetto.
Se c’è una buona notizia, però, è che questo è l’unico titolo davvero sottotono della serie, gli altri possono essere visti dal meno bello al capolavoro.
Questo spin-off dedicato a Michonne rende onore al suo personaggio, con una trama cupa, un build-up caratteriale rispettoso e un pacing incalzante.
Unico difetto, purtroppo, è la scarsa longevità: ci troviamo infatti davanti al titolo più breve della saga, talmente tanto da essere giocato anche in una sola seduta pomeridiana/serale. Un vero peccato.
Ciò nonostante è comunque un buon prodotto, da giocare anche esternamente alla serie in sé, se si vuole gustare un’avventura di questa grande donna.
Lungi dall’essere perfetta, questa stagione ci ha fatto tuttavia tornare alla mente le sensazioni che provavamo giocando i primi titoli, forse perché anche gli sviluppatori hanno percepito di aver sbagliato qualcosa con New Frontier.
Per questo ci hanno regalato un degno finale delle avventure di Clementine, una ragazzina che abbiamo imparato a conoscere, amare e soprattutto con la quale siamo cresciuti. Il suo rapporto con AJ è speculare a quello che aveva lei con Lee, con la differenza che ora non solo il piccolo deve essere protetto, ma istruito.
A differenza di Clementine, infatti, AJ ci è nato in questo orribile mondo, e deve capire come viverci, e attraverso le azioni di Clementine capirà come adattarsi ad esso e alla gente che lo abita. Assieme a lei comprenderemo anche i nostri errori, le nostre colpe, i nostri difetti, il che ci farà rispecchiare in una ragazza all’apice del suo arco caratteriale e storico. Un ottimo finale per un’ottima serie.
L’inizio di tutto, la storia di sopravvivenza di un condannato che cerca di guadagnarsi la fiducia di un gruppo di sconosciuti e di una bambina che sceglie di prendere sotto la sua ala protettiva.
Un ottimo tributo ai fumetti originali con una storia esterna ad essi che ha in sé lo spirito di Kirkman. Vita, morte e speranza s’intrecceranno in questo connubio di scelte e conseguenze in quello che è ormai diventato il titolo più famoso di Telltale.
Non solo un ottimo videogioco sotto diversi punti di vista, ma anche un perfetto esempio di brillante scrittura e insegnato anche nelle università come punto di riferimento per interactive storytelling.
Perfetto miglioramento rispetto al primo capitolo su tutti i fronti: nuovo cast ricco di personaggi adorabili, scelte e conseguenze ancor più pesanti, un numero di finali più espanso, rapporto tra protagonisti approfondito ancor di più e, soprattutto, geniale cambio di protagonista: Clementine è ormai una bambina che deve comportarsi da adulta, farsi valere in un mondo dove gli adulti comandano, in cui deve mettere all’opera gli insegnamenti di Lee e, dove possibile, superarli per seguire la sua strada.
Peccato non abbia raggiunto lo stesso impatto del suo predecessore, ma sicuramente ha saputo migliorare tutto ciò che rendeva speciale quest’ultimo. Principalmente, però, è il picco dell’arco caratteriale di Clementine, che temprerà la sua forza di volontà e la sua saggezza per farla sopravvivere in mezzo agli altri Morti Viventi.
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