In attesa di No Time to Die, venticinquesimo lungometraggio dedicato alla spia più famosa della storia del cinema, James Bond, è giusto parlare della serie di film precedenti. Tratti dai romanzi dell’ex militare Ian Fleming, questa saga ha rivoluzionato il mondo di fare cinema, sia generico sia d’azione, e il modo di creare trasposizioni, diventando la serie di film più longeva di tutti i tempi.
Ma trattare tutti e i 25 i film sarebbe fin troppo prolisso, perciò, per chiunque non abbia tempo per recuperarli tutti, ecco qui pronta una lista dei 10 migliori film dedicati all’agente 007!
Non sarebbe in teoria uno dei migliori James Bond, considerando la trama improbabile e, in certi tratti, anche ridicola, ma si salva sia per l’ottima regia nelle scene d’azione sia per il face reveal del principale villain della serie: dopo quattro film passati a nominare la SPECTRE e il suo crudele capo Blofeld, finalmente ci viene mostrata la principale nemesi dell’Agente 007. Impossibile non dimenticarsi del suo comportamento viscido, della sua cicatrice e soprattutto del suo gatto, diventato un tema iconico e parodiato per i villain del cinema. Oltre a questo, è grazie al character design di Blofeld che abbiamo avuto il Dottor Male nei film di Austin Powers.
Il film che ha lanciato la nuova serie con protagonista Daniel Graig, nonché il nuovo modo di dire “My name is Bond. James Bond“. Sebbene l’attore continui a non convincere molto il pubblico, è innegabile il rinnovamento dello stile del franchise: azione più frenetica, personaggi più approfonditi e soprattutto un villain memorabile. Curioso come Le Chiffre in ogni trasposizione sia sempre interpretato da attori di tutto calibro: Peter Lorre (1954), Orson Welles (1967) e in questo caso Mads Mikkelsen. Aggiungiamo, cosa ovvia, che è un ottimo remake del blandissimo originale.
Il primo lungometraggio dedicato a James Bond, nonché forse il più famoso. Ha introdotto ogni aspetto del personaggio e della serie: la sequenza gunbarrel, l’artisticità dei titoli di testa, l’azione dinamica, le frasi taglienti, gli scontri adrenalinici, le Bond Girls e i grandi villain della SPECTRE. Forse sotto certi aspetti è invecchiato un po’ male e pesa molto la mancanza di effettivi scagnozzi di Dr. No, ma quest’ultimo riesce a rubare la scena ogni volta che è sullo schermo. Così come la sua controparte, l’eterno Sean Connery, lo 007 originale, è considerato da tutti il migliore ancora oggi.
Con lo scottante tema della Guerra Fredda (ossimoro voluto) incalzante in quegli anni, era ovvio che anche la serie sul l’unico e solo James Bond dovesse sfornare un film incentrato su di essa: fermare un conflitto nucleare orchestrato dalla SPECTRE prima del tempo. Il tutto con un cast di personaggi variegato e una regia eccellente, soprattutto nelle sequenze finali. Per la cronaca, lo sapevate che il villain è interpretato da Adolfo Celi, il Professor Sassaroli in Amici Miei?
Secondo lungometraggio ad essere distribuito, da molti considerato il migliore, stavolta James Bond si troverà direttamente nella tana del lupo, ad affrontare un nemico forse alla sua pari: il miglior assassino del mondo, Red, con una delle scene d’azione più famose della saga: una lotta sull’Orient Express. Inoltre è stato il primo film ad aver introdotto i famosi gadget, che saranno un trope ricorrente nelle successive pellicole.
Con George Lazenby al posto di Sean Connery e l’apparizione della recentemente scomparsa Dina Rigg, questo film ha in sé certo una buona trama e buone scene d’azione, ma è principalmente ricordato per aver approfondito molto di più i sentimenti del nostro protagonista, donandoci il finale più triste dell’intera saga e un ottimo motivo, come se non ce ne fossero abbastanza, del perché James Bond odi ulteriormente Blofeld.
Questo film meriterebbe di essere ricordato solo per il miglior personaggio secondario dell’intera saga: Squalo. Il modo in cui viene presentato, costruito e la sua rivalità con James Bond è qualcosa di memorabile. Ma oltre a questo, la trama si sviluppa sulla rottura degli stereotipi: non vuol dire che sei cattivo solo perché sei russo o tedesco o quant’altro (come lo si credeva nei film precedenti) rendendo il tutto molto più interessante. Una piccola perla in quello che è considerato il “Medioevo” dei film di James Bond.
Conosciuto da molti per avere forse una delle migliori scene iniziali nella storia del cinema d’azione, nonché per la grandiosa performance di Pierce Brosnan e la gigantesca presenza del villain interpretato da un sempre carismatico Sean Bean, unito ad un’M femminile, la grandiosa Judi Dench, questo film apre la strada ad una nuova era per i prossimi film, più dediti alla modernità, allo sfruttamento delle tecnologie digitali e all’innovazione.
Oltre a non essere tratto da alcun libro di Ian Fleming, questo titolo sarà così famoso da essere tratto per un videogioco. Un grandioso videogioco, tra parentesi.
Un’ottima risalita dalla caduta di Quantum Of Solace, con una strizzata d’occhio ai fan alla vecchia serie con Connery, forse il miglior villain finora di questa nuova saga e una trama che s’incentra non tanto su Bond, quanto sul suo capo M e su come molte delle sue scelte possano definirsi discutibili. Innegabile che vi sia il monologo più bello di un antagonista di 007, interpretato da un eccellente Javier Bardem.
Tutto quello che vorremmo vedere da un film di James Bond: un colpo scena dopo l’altro, una corsa contro il tempo contro un nemico spietato e circondato da scagnozzi senza scrupoli, un climax incalzante e memorabile, una Bond Girl indimenticabile… Ogni cosa è trattata alla perfezione.
Non viene nominato Blofeld e ciò va a vantaggio di un magnate dell’oro costruito perfettamente tramite azioni e dialoghi, tra i quali lo scambio di battute più famoso dell’intera saga (“Do you expect me to talk?” “No, Mr. Bond, I expect you to die!”). Un film entrato ormai nella storia, da vedere assolutamente anche se non si è fan della saga, ma si vuole assistere ad una pietra miliare del cinema action.
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