Bram Stoker Dracula è un fumetto formato da un solo ed unico volume autoconclusivo scritto e disegnato dall’artista francese Georges Bess ed edito in Italia grazie alla casa editrice Magic Press.
A collaborare alla stesura del fumetto vediamo anche sua moglie Pia Bess, che ha supportato l’autore nel ricostruire più fedelmente possibile il libro di Bram Stoker poiché, come dichiarato da entrambi, le differenti traduzioni nelle svariate edizioni che si sono susseguite nei secoli hanno complicato enormemente il lavoro.
Bram Stoker Dracula sarà quindi riuscito nella mastodontica impresa? Cerchiamo di scoprirlo.
Rispetto al libro originale, le prime pagine del fumetto si collegano direttamente ai racconti di Mina a Whitby e non al diario di Jonathan Harker, che verrà approfondito in seguito. Ciononostante, la fedeltà ad alcuni dettagli della trama o dei personaggi al testo originale è a dir poco impressionante.
Chi infatti ha avuto modo di leggere il romanzo prima di approcciarsi a questo fumetto, si sentirà assolutamente a proprio agio, poiché la cura del più piccolo particolare sfiora la maniacalità. Proprio come se Bess in un certo senso avesse disegnato “di getto”, lasciando che le sole ed uniche parole di Stoker lo guidassero passo passo nella storia.
Se da un lato il buon Francis Ford Coppola, nella sua (eternamente valida) libera trasposizione cinematografica dell’opera di Stoker, ha voluto inserire nel titolo il nome dell’autore anche per omaggiarlo e quasi ringraziarlo per l’ispirazione, George Bess menziona Stoker proprio per evidenziare il suo costante inseguimento alla fedeltà più pura e puntuale. Ecco allora che “Bram Stoker Dracula” non poteva che essere il titolo più appropriato per il fumetto.
Sorge spontanea la domanda: ma allora cosa c’è di davvero “nuovo” in un’opera simile? Ebbene, la vera innovazione nell’adattamento di Bess è aver deciso (coraggiosamente, per giunta) di non aggiungere o di modificare la trama precedente ma anzi (salvo un montaggio leggermente differente in nome di una lettura più scorrevole ma che non inquina in alcun modo le vicende) lasciarla esattamente così com’è sempre stata.
In questo senso, molti lettori che non si sono mai affacciati al libro, ma hanno invece attinto molte informazioni in merito grazie ai vari adattamenti del Conte Dracula, troveranno tutta una serie di vicende e avvenimenti assolutamente inediti (un obiettivo che si era riproposta anche la serie Netflix, ma di certo non col medesimo successo).
Bess inoltre, nel suo stile che richiama fortemente le serigrafie storiche, vuole letteralmente trascinare il lettore nelle ambientazioni orrorifiche, caratterizzate da una sola ed unica costante: il buio.
Del resto, gran parte dell’inquietudine trasmessa nel libro deve la sua riuscita al costante dubbio nei personaggi riguardo a cosa abbiano effettivamente visto nell’ombra, senza l’aiuto di una opportuna illuminazione.
E la scelta dell’artista di lasciare in Bram Stoker Dracula tutto costantemente in bianco e nero, per far annegare gli scenari inquietanti nella china, è un’intuizione che permette la realizzazione di vere e proprie opere d’arte (ndr, le tavole del fumetto sono state esposte in numerose gallerie).
Non sarebbe assurdo pensare che perfino Stocker in persona avrebbe sinceramente approvato simili illustrazioni tra le pagine del proprio Dracula.
Gli appassionati di fumetti avranno già largamente colto le varie differenze e analogie di Bram Stoker Dracula con l’opera firmata invece da Roy Thomas e Mike Mignola (anche solo per il titolo quasi identico, se non per il genitivo sassone).
Vero è che Bram Stoker’s Dracula di Thomas e Mignola è sì basato quasi integralmente sulla pellicola di Coppola menzionata prima – basti pensare ai costumi, le scenografie, o all’aspetto dei personaggi principali – eppure Mignola, che ha lavorato al film in veste di storyboard artist, decide di inserire nelle tavole tutta una serie di simbologie e citazioni, che rendono le pagine comunque profondamente differenti dai fotogrammi del film.
Mignola usa e abusa (ma brillantemente) del colore in nome dei colpi di scena, mentre Thomas affina la sceneggiatura per rievocare sempre e comunque l’opera di Stoker.
Non a caso esistono persone che hanno preferito di gran lunga il duo Thomas-Mignola rispetto alla regia di Francis Ford Coppola, e viceversa. Ma come si posiziona dunque l’opera di Bess in questa diatriba? Ebbene, si allontana distintamente, creandosi il proprio personalissimo spazio negli omaggi al Conte Dracula, per i motivi precedentemente illustrati.
Il vero pregio di Bram Stoker Dracula è aver creato il fumetto che affonda le proprie radici (ndr, o meglio i canini) nel libro, per trasporre un romanzo epistolare in un’unica narrazione di poco più di 200 pagine, un’esperienza visiva che raccoglie scene oniriche e veri e propri incubi.
In questo senso, i lettori più affezionati ad una specifica rivisitazione della figura vampirica (ben lontana da quella dipinta da Stoker) potrebbero non riconoscersi in questa lettura, poiché, come facilmente immaginabile, Bram Stoker Dracula è dedicato a chi, come gli stessi coniugi Bess, ha amato alla follia l’opera letteraria e non vedeva l’ora di mettere le mani su un prodotto simile.
Al contempo però, il fumetto rappresenta anche un ottimo modo per avvicinare gli appassionati al libro originale senza necessariamente “costringerli” ad una lettura che in media raggiunge le 500 pagine (ndr, grazie alle indimenticabili – ed estremamente dettagliate – descrizioni di Stoker).
E parlando di pagine, il prezzo di copertina del volume brossurato di Bram Stoker Dracula da 19×26 cm è di (appena) 20 euro: un eccellente rapporto qualità/prezzo per chi ha intenzione di acquistare questa piccola perla (nera) con una spesa più che vantaggiosa.
Quindi sì: non è davvero poi così pretenzioso affermare che Bram Stoker Dracula riesce ad essere (a modo suo) un… fumetto perfetto.
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