Bentornati, gente. Anche per voi sarà stata una bella cavalcata attraverso la ventennale storia di Digimon nelle ultime settimane, ma non è finita qui.
Durante le ricerche per l’articolo sono balenate alla nostra attenzione una serie di interessanti curiosità che per questioni di spazio non siamo riusciti a inserire negli articoli principali (Storia di Digimon Cap. 1, Cap. 2 e Cap. 3), quindi in questo capitolo bonus de La Storia di Digimon andremo a ripercorrere alcune delle curiosità del mondo di Digimon che magari non sapevate.
Ancora oggi il nome acceditato come creatore di Digimon è Akiyoshi Hongo, ma tale nome non appartiene a nessuno del team che per la prima volta ha messo mano alla creazione di Digital Monsters V-Pet. Akiyosi Hongo è infatti un nickname che mischia i nomi di tre dei più importanti personaggi responsabili delle origini di Digimon: Aki Maita, uno dei creatori del Tamagotchi, Hiroshi Izawa, autore di C’mon Digimon, il primo manga del franchise, e Takeichi Hongo, direttore del marketing di Bandai nel ’97 e figura ricorrente in tutta la storia del franchise.
Da sinista a destra: Aki Maita, Hiroshi Izawa e Takeichi Hongo
Il primo digimon disegnato da Kenji Watanabe è stato Tyrannomon, mentre il digimon preferito dell’autore è Beelzemon.
Nel videogioco Digimon World del gennaio del 1999 non è presente il livello Mega dei digimon. Il livello Mega fu introdotto solo pochi mesi prima dell’uscita del gioco tramite la seconda serie di V-Pet, la versione Pendulum (che introdusse anche le jogres evolution, ovvero le fusioni) e i programmatori di Bandai, che avevano già praticamente finito il lavoro, non ebbero il tempo di aggiungere i nuovi digimon.
In maniera piuttosto prevedibile, Bandai continuò la sua concorrenza ai Pokémon in tutti i modi possibili, differenziando il proprio brand principale, Digimon, da quello di Nintendo. Nelle programmazioni televisive di tutto il mondo le due serie vennero sempre tenute separate su reti concorrenti le une con le altre.
In Giappone Pokémon andava in onda su Tokyo TV, mentre Digimon su Fuji TV.
In America Pokémon venne trasmesso su Fox Kids, mentre Digimon su Kids WB.
In Inghilterra Pokémon andò su ITV e Sky One, mentre Digimon su Disney XD.
In Italia Pokémon venne trasmesso da Mediaset su Italia 1, mentre Digimon da RAI su Rai2.
In tutti i paesi del mondo i due brand furono tenuti a debita distanza e si inserirono più o meno efficacemente nelle dinamiche di concorrenza tra le reti dei vari stati.
Nel maggio del 2001 Hiroyuki Kakudo, regista di Digimon Adventure, ha detto che all’inizio dei lavori sulla serie, l’unica cosa certa per Toei era che il protagonista si sarebbe chiamato Taichi; in quel momento la serie doveva comprendere soltanto 13 episodi ambientati nel Digital World e un film ambientato nel mondo reale. Da li in poi le idee per la storia crebbero in maniera esponenziale, tanto che fu aggiunto un intero arco narrativo, quello di Myotismon, che non era previsto nei piani originali, e alcuni dettagli come il nome della scuola o il luogo in cui vivono i protagonisti, furono aggiunti alla scenenggiatura a ridosso dell’inizio del doppiaggio del primo episodio.
Hiroyuki Kakudo
Fin dall’inizio Bandai e Toei non erano intenzionate a legare il brand di Digimon alla serie di Digimon Adventure e la serie avrebbe dovuto aprirsi e chiudersi con quei 54 episodi che tutti conosciamo. Speculazioni vogliono che il successo della serie abbia colto alla sprovvista un po’ tutti e che l’intera operazione di sequel di Digimon Adventure 02 fu un test per capire se si potesse creare un universo anime funzionante.
I lavori della serie sarebbero quindi partiti con le idee non chiarissime, e questo secondo i fan spiegherebbe i problemi di Digimon Adventure 02, i numerosi buchi di sceneggiatura e gli archi narrativi apparentemente interrotti.
Secondo quanto affermato da Hiroyiku Kakudo, a un certo punto della produzione era balenata l’idea di continuare la timeline di Digimon Adventure con una terza serie in cui i digiprescelti avrebbero affrontato una non meglio specifivata minaccia proveniente dallo spazio.
Lo stesso Kakudo ha ammesso che alla fine di Digimon Adventure 02, lui e gli altri che hanno lavorato alla serie non erano sicuri di cos’altro avrebbero potuto parlare se la timeline di Adventure fosse continuata.
Nonostante l’intenzione di Bandai fosse quella di non legare Digimon a una specifica serie animata e a uno specifico world building, alcuni elementi tra i prodotti rilasciati negli anni, sopratutto a cavallo tra il 2001 e il 2003, sembrano suggerire che un’idea di continuare il filone di Adventure fosse emersa a un certo punto della produzione per poi essere abbandonata.
Lo dimostra il test di mandare in onda una serie come Digimon Adventure 02, diversa, ma in continuity con la precedente, ma sopratutto il legame che questa aveva con la serie di videogiochi Tag Tamers, con protagonista Ryo Akiyama.
Come già detto in altro luogo, il primo gioco della serie fu Digimon Adventure: Anode/Cathode Tamer, in cui il giovanissimo Ryo viene chiamato a salvare i digiprescelti originali dall’attacco di Millenniumon, un nuovo digimon che nel gioco appare come una fusione tra Machinedramon (già apparso in Digimon Adventure e quindi conosciuto al pubblico) e Kimeramon, un digimon introdotto proprio con quel gioco e di cui torneremo a parlare.
A pochi mesi di distanza uscì la serie Digimon Adventure 02, in cui compare il personaggio di Ken Ichijouji, inizialmente antagonista nei panni dell’Imperatore Digimon, ma in un secondo momento alleato e poi amico dei nuovi digiprescelti.
Il personaggio appare anche nel secondo gioco della serie Tag Tamers: Digimon Adventure 02: Tag Tamers, dove Ken e Ryo sono co-protagonisti di un’avventura che li vede opposti nuovamente a Millenniumon, che divide i due nel Digital World; i due ragazzini dovranno seguire percorsi differenti per ritrovarsi e sconfiggere il digimon.
Quello che interessa a noi è il finale della storia. Come detto, Ken Ichijouji in Digimon Adventure 02 viene presentato nelle vesti dell’Imperatore Digimon e la sua genesi come antagonista viene spiegata nel grande piano di Myotismon e Yukio Oikawa. In questo contesto la trama di Tag Tamers si colloca come prequel della storia di Ken e della sua ascesa a Imperatore Digimon: nel finale di Digimon Advenutre 02: Tag Tamers, Millenniumon, sconfitto da Ken e Ryo, sparge i suoi Semi Oscuri (Dark Spore), uno dei quali si impianta nel collo di Ken, scena ripresa in un piccolo flashback dell’episodio 43 di Digimon Adventre 02, in cui vediamo anche Ryo e Millenniumon.
Divertente come questo flashback crei un piccolo paradosso temporale, visto che teoricamente Millenniumon sarebbe la fusione tra Machinedramon e Kimeramon, ma nella serie Digimon Adventure 02 Kimeramon è un digimon creato come arma da Ken sotto le vesti dell’Imperatore Digimon imposte proprio a causa di Millenniumon nel passato.
Il 9 dicembre del 2000, in contemporanea con l’uscita di Wonderswan Color, uscì anche Digimon Adventure 02: D-1 Tamers, un ampliamento delle avventure di Ryo Akiyama nel Digital World, per la terza volta opposto a Millenniumon.
Il ragazzino verrà richiamato nel Digital World da Gennai e Piximon, per volere dei quattro digimon guardiani dell’equilibrio del Digital World (Azulungmon, Baihumon, Zhuquiaomon e Ebonwumon). Il ragazzo dovrà partecipare a un torneo di lotte tra Digimon Tamers a cui partecipano anche i digiprescelti di Adventure, ma alla fine Ryo se la dovrà vedere di nuovo con Millenniumon, reincarnato nella sua forma di spirito all’interno di un cristallo (MoonMillenniumon) e che apparentemente nessun altro a parte Ryo può sconfiggere.
In seguito allo scontro finale Millenniumon dice a Ryo di unirsi a lui per viaggiare attraverso lo spazio e il tempo e il gioco si chiude con la scomparsa i Ryo, dato per disperso nel Digital World, mentre Ken promette di ritrovarlo.
Per riavere notizie di Ryo Akiyama dobbiamo fare un salto in avanti di almeno sei mesi, all’uscita di Digimon Tamers. Ryo appare tardivaente come personaggio attivo di Digimon Tamers, conosciuto come una leggenda nella fanbase di Digimon nella serie che è riuscito autonomamente a raggiungere il Digital World.
Al personaggio, inserito nel roster di Digimon Tamers per via della sua grande popolarità tra i fan giapponesi, viene data una motivazione per essere li nell’ultimo gioco della serie Tag Tamers per Wonderswan Color: Digimon Tamers: Brave Tamer, uscito nel dicembre del 2001.
La trama del gioco inizia da dove si è interrotta quella del capitolo precendente, con Ryo trasportato da Millenniumon attraverso il tempo in un passato dove conosce Monodramon, il suo digimon partner, che lo aiuterà a combattere contro il Millenniumon del futuro (ZeedMillenniumon), che ha conquistato il Digital World della sua realtà grazie all’aiuto di Ken, soggiogato dalla Dark Spore (questa è più che altro una speculazione dei fan, supportata dal fatto che Millenniumon in questo gioco usi dei cloni dell’Imperatore Digimon come sgherri e che sia più o meno direttamente l’artefice della trasformazione di Ken nell’Imperatore).
Ancora una volta Ryo deve salvare i suoi compagni digimon tamers e digiprescelti delle diverse timeline fino ad affrontare ancora una volta Millenniumon, che rivela di non poter essere sconfitto definitivamente da Ryo perché lui è il suo vero digimon partner e per questo non possono distruggersi l’un l’altro. Si intromette Monodramon durante al battaglia finale, che forza una fusione tra lui e Millenniumon dando luogo a un digiuovo.
La sequenza finale vorrebbe Ryo chiamato a decidere se rimanere nella realtà in cui si trova adesso, quella di Digimon Tamers, o tornare nella sua realtà di partenza, quella di Adventure, e per ragioni non sconosciute, Ryo decide di restare. Speculazione dei fan vorrebbe che dall’uovo ottenuto nel finale di Brave Tamer sia nato il ribelle e caotico Cyberdramon che vediamo accompagnare Ryo in Digimon Tamers (in effetti tutta quest’ultima parte potrebbe essere una speculazione. Le notizie in merito non sono chiare, nel finale del gioco non c’è nessuna decisione da prendere per il giocatore e io non conosco il giapponese, quindi non sono capace di dare notizie più precise. Mi limito a riportare quanto detto nelle Wiki).
Nota a margine: lo stesso Chiaki J. Konaka, principale scrittore di Digimon Tamers, ebbe non poche difficoltà a inserire Ryo nella storia della serie dato che il personaggio canonicamente proviene da un’altra realtà e delegò la caratterizzazione del personaggio a Genki Yushimura, già scrittrice della storia di Digimon Adventure: Anode/Cathode Tamer.
Digimon Adventure e Digimon Tamers sono molto diversi perché diversa era l’interpretazione che i creativi di Toei avevano dei digimon. Hiroyuki Kakudo, regista di Digimon Adventure, aveva interpretato il Digital World come esistente indipendentemente dall’azione degli esseri umani, che sono venuti in contatto con questa realtà alternativa solo di recente grazie al potenziamento tecnologico, visione condivisa anche con Mamoru Hosoda. Diversamente la pensavano Yukio Kaizawa e Chiaki J.Konaka, regista e sceneggiatore di Digimon Tamers, che dettero l’interpretazione dei digimon come creature nate con la rete internet e poi sviluppatosi molto velocemente in maniera autonoma. Un’interpretazione che, per quanto affascinante, è rimase chiusa all’interno di Digimon Tamers, visto che già dalla serie successiva si tornò all’interpretazione originale di Kakudo.
Chiaki J. Konaka
I Royal Knights, così come descritti nel materiale informativo dei V-Pet di serie Pendulum X, sono i guardiani del Digital World, fedeli servitori di Yggdrasill e suo “angeli” con la missione di mantenere ordine e pace dove richiesto dal loro padrone.
I Royal Knights sono un gruppo di 13 digimon di livello Mega tra i più potenti della storia del Mondo Digitale, sempre secondo il materiale informativo il gruppo sarebbe stato fondato da Imperialdramon Paladin Mode, ad oggi mai apparso ufficialmente nella formazione ufficiale dei Royal Knights.
La peculiarità che distingue i Royal Knights è quella di avere ognuno un proprio codice morale personale che fa interpretare a ognuno in maniera diverasa la propria fedeltà a Yggdrasill; passiamo da Crusadermon, per cui il fine giustifica i mezzi, a Dynasmon, con la sua cieca fedeltà a qualsiasi ordine, a Leopardmon, per cui solo chi ha un enorme potere può esercitare la giustizia.
In Digimon Chronicle in realtà vengono mostrati solo 3 dei 13 Royal Knights: Omegamon (Omnimon), Dukemon (Gallantmon) e Alphamon, ma viene specificato fin da subito che il numero totale dei membri dell’ordine è 13.
In Digimon Frontier vengono introdotti al grande pubblico i Royal Knights Dynasmon e Crusadermon, mentre in Digimon Savers viene mostrato il gruppo quasi al completo.
La formazione completa dei Royal Knights comprende: Alphamon, Omegamon (Omnimon), Dukemon (Gallantmon), Magnamon, Dynasmon, Crusadermon (LordKnightmon), Ulforce Veedramon, Craniumon, Duftmon (Leopardmon), Examon, Sleipmon (Kentaurosmon), Gankoomon e Jesmon (quest’ultimo è l’ultimo unito all’ordine).
Opposti ai Royal Knight per questioni di allineamento, i Seven Demon Lords sono un gruppo di 7 potenti digimon demone di Livello Mega che tramano per conquistare il Digital World, in qualunque forma. Ognuno di loro rappresenta uno dei 7 peccati capitali.
Appaiono singolarmente nelle serie anime come antagonisti e come gruppo in alcuni videogiochi, come in Digimon Collectors, dove il protagonista dovrà affrontarli uno alla volta una volta scalate le loro torri, o in Digimon Savers: Another Mission, in cui sono gli antagonisti principali.
I digimon che compongono il gruppo dei Seven Demon Lords sono: Lucemon (Superbia), Beelzemon (Gola), Deamon (Ira), Lilithmon (Lussuria), Leviamon (Invidia), Belphmon (Accidia) e Barbamon (Avarizia).
Ultimo da citare è Ogudomon, la fusione tra due o più membri dei Seven Demon Lords.
Digimon Next sarebbe dovuto essere l’adattamento manga di Digimon Savers e secondo i piani originali le due serie sarebbero dovute uscire a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. La produzione di Digimon Savers però ebbe molti ritardi, cambi di personale e riscrittura delle sceneggiature più e più volte, tanto che invece di uscire all’inizio del 2005 come previsto, uscì a metà del 2006 quando ormai il manga di Digimon Next era già in pubblicazione da più di un anno. Nel manga si possono notare molte similitudini con la serie animata, ma la trama è completamente diversa e più in linea con i canoni classici del brand. Avendo capito che non sarebbero riusciti a uscire in tempo con la serie animata, Bandai decise di sperimentare con Digimon Savers qualcosa di completamente nuovo, alzando l’età del target di riferimento e inserendo una maggiore importanza dell’essere umano negli scontri.
In ogni fonte consultata è scritto che Digimon D-Cyber ha introdotto nel brand di Digimon il concetto di forma X, vista la presenza di molti digimon con forme diverse dalle originali a causa dell’Anticorpo X. Tuttavia in Digimon X Evolution, uscito un mese prima della data di uscita ufficiale di Digimon D-Cyber, sono già presenti le forme X di molti digimon, inoltre la forma X ha un ruolo fondamentale nella trama del film, visto che è il mezzo che permette a Omegamon di riconoscere un digimon “intruso” e cacciarlo.
Posso quindi ipotizzare (ma ancora nulla lo conferma) che febbraio 2005 sia solo la data di uscita ufficiale di Digimon D-Cyber, oppure della sua prima stampa, mentre il fumetto girava già da prima in Cina in formato digitale, forse già dalla fine del 2004 o forse anche prima.
Oltre a questo ci sono alcuni simpatici parallelismi che collegano Digimon D-Cyber e Digimon X Evolution. Nel fumetto c’è un antefatto risalente a migliaia di anni prima, quando il potente DEXDorugoramon era stato sconfitto per la prima volta da Omegamon, dalla sua distruzione il Programma X si è diffuso nel Digital World e di conseguenza anche il suo Anticorpo. Curiosamente il finale di Digimon X Evolution mostra proprio la sconfitta di DEXDorugoramon per mano di Alphamon e Omegamon, e quest’ultimo alla fine della battaglia assorbe l’Anticorpo X del compagno. Inoltre in Digimon D-Cyber non c’è menzione a Yggrdasil, sconfitto e distrutto dagli stessi due digimon alla fine di X Evolution. Tutto questo per dire che per uno strano gioco di incastri Digimon X Evolution potrebbe essere considerato un prequel di Digimon D-Cyber, ma non ci sono prove a questa speculazione, anzi, alcune differenze narrative e di design tra i due prodotti suggeriscono che non c’entrino niente l’uno con l’altro, ma mettere ordine nelle timeline di Digimon è come far ragionare oggettivamente un fanboy, quindi mi fermo qui.
Il filmato di introduzione di Digimon World 4 è un montage delle riprese di Digimon X Evolution.
Il sottotitolo della terza stagione di Digimon Fusion, “The Young Hunters Who Leapt Throug Time” è un riferimento al film di Mamoru Hosoda La Ragazza che Saltava nel Tempo (The Girl Who Leapt Through Time) uscito nel 2006.
Esclusivamente nella versione Giapponese del gioco mobile Digimon Crusader troviamo una modalità storia molto interessante che getta altra carne al fuoco sull’immensa lore del mondo Digitale.
Antefatto: Ci troviamo nel Digital World: Iliad, un mondo digitale alternativo parallelo a quello controllato da Yggdrasill. Il supercomputer che controlla il mondo di Iliad è Homeros, un fan dell’anarchia a quanto pare, che governa il mondo nell’ottica di permettere a qualunque digimon di agire in base al proprio istinto selvaggio, anche a costo di portare il mondo all’autodistruzione. Il gruppo di digimon Olympos XII, più o meno corrispettivi dei Royal Knights a Iliad, intervengono mostrando ai digimon di Iliad la differenza tra bene e male, così Homerus incarica Plutomon, scartato dalla formazione degli Olympos XII, di cacciare i rivoltosi con la sua armata di Titanmon.
Nel presente il giocatore veste i panni di un umano il cui compito è aiutare il digimon Aegiomon a salvare il mondo di Iliad, riacquistando i poteri che lo hanno abbandonato in seguito a un’amnesia, e riprendere il suo posto tra gli Olympos XII.
Questa storia rimane un’esclusiva Giapponese del gioco Digimon Crusader, mentre in in occidente il gioco, arrivato con il nome Digimon Heroes, non presenta questa storyline, ma solo quella generale del gioco.
La storia mostra per la prima volta la possibilità di un “multiverso” digitale e presenta come gruppo gli Olympos XII: Dianamon, Apollomon, Bacchusmon, Ceresmon, Minervamon, Venusmon, Mercurymon, Neptunmon, Vulcanusmon, Marsmon, Junomon e Jupitermon. Molti di questi digimon erano già apparsi in altri media (Marsmon è giocabile da Digimon World 2003, Mercurymon appare come antagonista in Digimon Saverse, ecc), ma questa è la prima volta che vengono mostrati al completo come gruppo, comprendendo anche la loro lore di rivalità con i digimon Plutomon e Titanmon.
Gli Olympos XII e la loro lore è palesemente ispirata dal pantheon dell’antica Roma.
Il character design di Digimon World Re:Digitize appare classico per quanto riguarda i digimon, ma per gli umani risulta una via di mezzo tra il design bishonen classico di Savers e quello più bambinesco e sproporzionato delle serie classiche. Questo perché il designer del gioco è ad opera di Suzuhito Yasuda, designer anche di Durarara! e Shin Megami Tensei.
In Digimon World Re:Digitize ci sono alcuni personaggi aggiunti come guest star. Nel gioco appaiono Taichi, Sora e Yamato (Matt) direttamente da Digimon Adventure, Takato da Digimon Tamers, ma anche Lily de Rochefort da Tekken.
Digimon Soul Chaser è passato nel 2018 nelle mani di MOVEGAMES, che ha rebootato l’intero gioco in una Season 2. In seguito, nell’aprile del 2020, il gioco è stato rebootato di nuovo ed è ora in atto la Season 3.
Online è possibile recuperare i dati di ascolto delle serie di Digimon in Giappone. I dati raccolti si fermano a Digimon Savers perché il post risale al 2012, quindi Digimon Fusion Battle era ancora in onda in Giappone.
E questo è veramente tutto. Spero che questi appuntamenti a tema Digimon vi abbiano intrettenuto e che quest’ultimo articolo di curiosità vi sia stato utile per scoprire qualcosa di nuovo e/o a voi sconosciuto sul brand.
Vi ringrazio tanto per essere arrivati fino a qui e ringrazio nuovamente i ragazzi di Digimon Channel Italia, dove ho recuperato molto del materiale per questo e gli altri articoli.
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