Fumetti

Batman – L’Ultimo Cavaliere sulla Terra, la recensione

Batman – L'Ultimo Cavaliere sulla Terra

22.00 €
8.8

SCENEGGIATURA

8.8/10

DISEGNO

8.8/10

CURA EDITORIALE

8.8/10

Pros

  • L'audacia di Snyder nell'andare sfacciatamente contro il canone batmaniano
  • La narrazione stratificata ma scorrevole
  • Un Greg Capullo nel suo habitat ideale
  • La dimostrazione di come un'estetica muscolare possa adattarsi a temi complessi
  • La consacrazione di una delle coppie del fumetto meglio assortite di sempre

Cons

  • E' l'ultima storia del duo sul personaggio
  • Un paio di dialoghi (letteralmente) non proprio riuscitissimi

Batman – L’Ultimo Cavaliere sulla Terra è una miniserie a fumetti del 2019 scritta da Scott Snyder (American Vampire, Wytches) e disegnata da Greg Capullo (Spawn) pubblicata da DC Comics (in Italia da Panini Comics) sotto l’etichetta Black Label, dedicata ad un pubblico adulto. Il team di autori che ha guidato il Crociato Incappucciato per ben 5 anni durante l’intero reboot New 52, regalando archi narrativi memorabili come La Corte dei Gufi e Morte della Famiglia, conclude con questa storia il proprio percorso sul personaggio, dando vita ad uno dei migliori fumetti di Batman mai visti.

Batman, cavaliere post-apocalittico e post-moderno

A leggere l’incipit di Batman – L’Ultimo Cavaliere sulla Terra, dove un Cavaliere Oscuro sopravvissuto alla fine dell’umanità si trova a vagare in una landa desolata incontrando versioni post-apocalittiche di noti personaggi DC, verrebbe naturale accostare il lavoro di Snyder e Capullo a quello di Mark Millar e Steve McNiven su Vecchio Logan, dove era un attempato Wolverine a compiere un viaggio analogo. Tuttavia, le differenze contenutistiche e stilistiche sono assai numerose. Laddove la miniserie di Millar si adagiava su un letto di auto-referenzialità, auto-compiacimento e auto-mobili, senza avere effettivamente nulla da dare al lettore se non un’idea simpatica, Snyder offre non solo una lettura dal ritmo serrato e dalle trovate surreali, ma anche una serie di messaggi più o meno velati che affondano le proprie radici nella contemporaneità. Il mondo post-apocalittico di Millar trae ispirazione dai cinici romanzi di genere di Cormac McCarty (Meridiano di Sangue, La strada), dalle attrezzature di fortuna e le fisionomie tumefatte dei film di Mad Max, con un pizzico di Sulla strada di Jack Kerouac. Quello di Snyder si rifà, invece, all’immaginario horror-fantasy di Stephen King, in particolare ai romanzi della Torre Nera e L’Ombra dello Scorpione. L’amicizia e la reciproca ammirazione che lega i due autori è cosa nota: King scelse due racconti in prosa di un esordiente Snyder da inserire nell’antologia The Best American Short Stories; Snyder, che fu ispirato proprio dal re del brivido ad intraprendere la carriera di scrittore, permise a King di debuttare nel mondo del fumetto affidandogli la sceneggiatura di un numero del suo American Vampire. Dal maestro, Snyder eredita una prosa enfatica, ma mai pomposa, e l’archetipizzazione dei villain e dell’ambientazione. L’ambiente in cui lo scrittore colloca i personaggi ha sempre una funzione comunicativa. Non è semplicemente un box suggestivo in cui buttare dei personaggi (come in Vecchio Logan), bensì un personaggio a sua volta. Questa caratteristica ricorrente (vedi La corte dei gufi) si riflette sull’antagonista di turno, che ne diviene un vero e proprio avatar.

Scott Snyder, con quest’ultima miniserie su Batman, ha lasciato un vero e proprio testamento artistico, raccontando cos’è stato per lui scrivere Batman, il suo rapporto con gli scrittori che lo hanno preceduto, gli editor e, soprattutto, i lettori. Questo discorso meta-narrativo viene a sua volta inserito in un contesto più ampio e attuale: la decadenza della critica e del dibattito pubblico.

L’Ultimo Cavaliere sulla Terra si apre con Bruce Wayne all’interno di un’elaborata illusione, atta a proteggerlo dalla realtà del mondo post-apocalittico che lo circonda. La realtà illusoria rappresenta, paradossalmente, il lato realistico e psicoanalitico del personaggio. I suoi nemici storici gli appaiono come medici e infermieri che si prendono cura della sua malattia: Batman, ossia la sublimazione del senso di colpa per la morte dei genitori. Quello di cui leggiamo le vicende non è però il vero Batman, bensì, come esplicitato all’interno della storia, una nuova versione del personaggio che rappresenta il Batman di Scott Snyder, il quale si oppone a questa interpretazione costipante e rassicurante – promossa da autori come Alan Moore, J.M. DeMatteis e Tom King – in cui Batman è solo una vittima impotente e inadeguata di patologie mentali, troppo umano per il mondo dei superumani. Da quella prospettiva Batman non sarebbe mai in grado di salvare il mondo – come invece potrebbero personaggi meno complessati come Superman e Wonder Woman – poiché troppo impegnato a piangere le sue sfortune. E cosa sono le sfortune di un semplice uomo rispetto alla minaccia cosmica di un Darkseid?

Il Batman di Snyder fugge (e quindi rifiuta) la Gotham illusoria, l’ambientazione in cui è stato esiliato dagli editor e dagli scrittori che hanno deciso di puntare esclusivamente sull’umanità del personaggio,  per affrontare l’intero mondo e salvarlo. Solo che il mondo è già stato distrutto da anni. Tale impresa sembrerebbe impossibile per un uomo così piccolo, senza poteri e armato solo di buone intenzioni, eppure il messaggio è chiaro: Batman non vale meno di un qualsiasi eroe con superpoteri e può farcela.

All’inizio del suo viaggio senza meta, il Crociato Incappucciato troverà una lanterna con all’interno la testa viva e parlante del Joker, che lo accompagnerà nel suo viaggio tra le lande desolate del mondo post-apocalittico. Il ruolo del Joker-lanterna è quello di guidare il personaggio e illuminargli il cammino, delucidandolo sugli avvenimenti che hanno portato alla distruzione del mondo, provocati da Lex Luthor e da Omega, un individuo misterioso e spietato che ha preso il controllo uccidendo Darkseid e diffondendo nel mondo l’equazione anti-vita, il tutto indossando una versione avanzata del costume di Batman. Joker, in quanto nemesi storica del protagonista e pazzo malato per antonomasia, è il compagno di viaggio ideale per il Cavaliere Oscuro, e nella sua forma di lanterna ne incarna il viaggio verso la follia della post-apocalisse.

L’opposizione dei due caratteri dà vita a diversi siparietti che alleggeriscono i toni di una narrazione cruda e intensa, dove la tragicità degli eventi viene intensificata dalla consapevolezza che ciò che si sta leggendo ha molto più a che fare con il nostro mondo che con l’Universo DC.

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L’archetipizzazione del mondo citata all’inizio – ossia il conferire agli elementi visivi un significato ancestrale, trasformandoli in simboli – aumenta sempre più di intensità man mano che la storia prosegue. Sfruttando l’idea delle Lanterne Verdi come corpo di polizia della DC, Snyder racconta di come la mancanza di uomini di valore abbia portato le forze dell’ordine a dotarsi di individui privi di volontà: non più uomini che usano armi per proteggere gli innocenti, ma burattini che vengono usati dalle armi minacciando chiunque. Queste nuove forze di polizia allo sbaraglio – che come la reale polizia degli Stati Uniti manca di un addestramento adeguato al loro ruolo – assumono l’aspetto di neonati giganti e arrabbiati che attaccano tutto ciò che vedono.

Fondamentale è il ruolo di Wonder Woman come avatar della verità, costretta dalla massa inebetita a rimanere nascosta nelle viscere della terra, mentre in superficie trionfano i bassi istinti e le pulsioni emotive fomentate da frasi fatte e narrazioni parziali. Non è colpa dei supercattivi se il mondo è andato in malora, ma delle persone che hanno abboccato alla facile esca del “dare la colpa agli altri e mai a sé stessi”, portando alla morte degli eroi, che incarnano invece ideali più alti e difficili da cogliere, come responsabilità e altruismo, e per questo d’ostacolo al pensiero comune. Così facendo, gli uomini hanno dato il giusto pretesto ad Omega per prendere il controllo e riportare l’ordine, creando un’oasi distopica dove al benessere viene sacrificata la libertà di pensare e agire.

Il via alla catastrofe l’ha dato un ricco e potente affabulatore come Lex Luthor, il quale ha sfruttato la bontà di Superman (che in L’Ultimo Cavaliere sulla Terra incarna la speranza) per batterlo al suo stesso gioco. L’ultima sfida tra l’umano e il super-umano è proprio quella tra Luthor e l’ultimo figlio di Krypton; non uno scontro fisico, ma un vero e proprio dibattito che vede Superman trionfare sul piano ideologico, avendo lui argomenti validi e sentiti. Solo l’imbroglio consente al suo rivale di prevalere, creando quindi un fortissimo parallelismo con il reale dibattito pubblico contemporaneo.

Batman ha un ruolo altrettanto fondamentale negli eventi pre-apocalisse. Lui è la causa della strage degli eroi, poiché convinto che il confronto pacifico sia la soluzione al degenerare delle masse. L’evento in questione ha una valenza fortemente metanarrativa: Batman è uno dei supereroi più autorevoli della DC, ma è anche un uomo senza poteri, proprio come i componenti della folla inferocita. Un fan-favorite capace di creare una forte empatia con il pubblico, generando uno dei fandom più ossessivi e malati dell’Internet. Spesso i fan di Batman hanno trovato da ridire su lavori di grandi scrittori come Grant Morrison (la sua run era bistrattatissima dai puristi), Tom King (che è stato allontanato dalla testata principale prima del tempo) e lo stesso Scott Snyder (portandolo a litigare con il suo editor). Snyder associa i lettori piagnucolosi dell’Internet alla folla inferocita, e il vecchio Batman (non il suo, che sta propriamente vivendo l’avventura) rappresenta il personaggio che asseconda gli interessi dei lettori, portando in tal mondo alla morte non solo sua, ma di tutto il DC Universe. Lo scrittore strappa il personaggio dalle mani dei lettori per riappropriarsene e riconsegnarlo agli autori, gli unici che hanno il diritto di deciderne il destino. Sono i lettori che devono seguire l’esempio dei supereroi, non i supereroi che devono adattarsi alla mediocrità dei lettori. In questo senso la vera identità di Omega risulta ancora più esplicativa di cosa accadrebbe se, disgraziatamente, le sorti di Batman venissero decise dai forum e dai commenti sui social network.

Lungo il viaggio assistiamo di sfuggita ad altre conseguenze dell’apocalisse – come la morte del concetto di “tempo”, che sembra girare su sé stesso, o la deriva della scienza in un eterno e inesorabile conflitto contro la natura – ma il tema fondamentale dell’intera miniserie è l’importanza fondamentale del cambiamento, esplicata non solo nel confronto tra Batman e Omega e nell’evoluzione di Joker, ma anche nel finale, tanto catartico quanto propositivo e ottimista per il futuro dei fumetti di supereroi.

Batman – L’Ultimo Cavaliere sulla Terra è un fumetto sceneggiato a regola d’arte. Il coraggio nella trattazione di temi fondamentali e l’aver messo in discussione i dogmi del fumetto supereroistico vanno di pari passo ad una narrazione densa di informazioni e contemporaneamente fruibile al massimo. I continui cliffhanger, le trovate sensazionalistiche e le scene d’azione cruente convivono con tavole introspettive composte da sole didascalie senza intralciarsi, grazie anche alla prosa di Snyder che, da scrittore vero, accompagna senza prevaricare i disegni un Greg Capullo commuovente per la sua potenza e bellezza. Lo storytelling del disegnatore mette in scena la trama con una precisione e un’asciuttezza chirurgica. Il tratto ruvido e graffiato di Capullo ritrae fisionomie massicce, incorniciandole in pose fluide e inquadrature sempre perfette. Tale stile lo rende già di per sé l’artista perfetto per questo tipo di fumetto, ma in più gode delle chine di Jonathan Glapion, suo inchiostratore di fiducia, capace di esaltarlo al meglio in ogni caratteristica, dalle pesanti campiture nere degli abiti di Batman al tratteggio più sottile dei volti, donando alle tavole ulteriore tridimensionalità ed espressività.

L’Ultimo Cavaliere sulla Terra entra di diritto tra le migliori storie di Batman mai scritte. Nulla è messo a caso, è perfettamente fruibile come storia sé e apprezzabilissima anche senza comprenderne i numerosi sottotesti. Il volume Panini Comics è di pregevolissima fattura, e non potrebbe essere altrimenti: una storia così va letta nella migliore delle confezioni.

Potete acquistare Batman – L’Ultimo Cavaliere sulla Terra a prezzo scontato su Amazon cliccando qui.

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Vittorio Pezzella

Cercò per lungo tempo il proprio linguaggio ideale, trovandolo infine nei libri e nei fumetti. Cominciò quindi a leggerli e studiarli avidamente, per poi parlarne sul web. Nonostante tutto, è ancora molto legato agli amici "Cinema" e "Serie TV", che continua a vedere sporadicamente.

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