Anche questa volta (come successo nella prima puntata), il titolo scelto fa riferimento ad un famoso film, ovvero “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (in inglese, appunto, “One flew over the cuckoo’s nest”), ma, a dire il vero, l’episodio non sembra aver preso moltissimo dal cult di Miloš Forman, fatta eccezione forse per la follia pura, sia della trama che dei personaggi.
Il prodotto da cui, invece, trae ispirazione decisamente maggiore è la quadrilogia degli Ocean’s movie (per intenderci: Ocean’s eleven, Ocean’s twelve ecc..), andando a creare un archetipo di narrativa tipico degli heist movie, ovvero quei film incentrati su un gruppo di criminali e sull’esecuzione di un “colpo” (ad esempio una rapina o il furto di un oggetto di valore) e gettando un’idea di base che farà da linea guida per tutta la puntata.
Per Rick e Morty, non vi è nulla di inusuale nell’imitare e nello schernire un qualsiasi fenomeno (o franchise) popolare nella cultura moderna ma, se c’è una cosa che questo episodio è riuscito a dimostrare, è che, sfruttando al meglio questo stratagemma narrativo, la serie può raggiungere picchi di qualità davvero elevati.
Grazie ad un’esilarante squadra di personaggi ed una trama a dir poco labirintica, la puntata avanza con ritmo rapido ed incalzante, coinvolgendo lo spettatore ed esigendo la sua massima attenzione, plasmando un racconto brillantemente intricato ma che, forse, si perde un po’ nella sua stessa complessità.
A differenza dei primi due episodi, in cui i nostri Rick e Morty sono stati entrambi impegnati in vicende separate, in questo li ritroviamo finalmente a fare gioco di squadra, ritornando ad essere quello squilibrato duo che fin dall’inizio ci aveva coinvolto nelle sue folli vicende.
Questa volta, ad essere il fulcro principale dell’episodio è la rivalità tra Rick ed un suo vecchio nemico, un vero e proprio tomb raider (un razziatore di tombe), il quale si ritrova in combutta con lo scienziato per il furto di un antico reperto (“casualmente” un teschio di cristallo), su di cui entrambi avevano posato gli occhi.
La vicende prosegue, dopo un primo incontro tra i due all’“Heistacon” (letteralmente una convention per criminali), con una serie di assurdi piani ed intricati colpi di scena che vanno ad intrecciarsi tra loro, sovrapponendosi e creando una complessa narrazione in cui le abilità dei due rivali vengono messe a dura prova.
Come primo passo, Rick deciderà di aggregare un team di sgangherati ma esperti criminali (tutti sue vecchie conoscenze), accuratamente scelti al fine di portare a termine il suo vendicativo progetto e di ingannare il nemico tramite una serie di studiate azioni e calcolate conseguenze. Come sostegno per la squadra, Rick creerà inoltre due piccoli robot: il primo, l’Heistatron, viene costruito per organizzare rapine e furti, mentre il secondo viene progettato al fine di prevedere le mosse dell’avversario ed anticiparle.
Come da copione, l’aggiunta di questi due “personaggi” scombussolerà totalmente la trama, aumentandone la complessità, e porrà Rick di fronte ad ulteriori ostacoli (forse previsti, forse no), costringendolo a combattere contro un nemico dotato di abilità ed intelligenza pari alle sue. Quando poi i vari piani d’azione verranno via via svelati e districati, la trama si mostrerà in tutta la sua (possibile) chiarezza, concludendosi con un divertente ed inaspettato colpo di scena.
Seguendo la direzione che questa quarta stagione di Rick e Morty sembra aver ormai preso, anche in questo episodio viene riproposta (seppure in modo meno approfondito) un’altra analisi del personaggio di Rick e della sua interiorità.
Con la prima e seconda puntata, gli scrittori ci avevano già dipinto Rick come un uomo incompreso, triste e che, con i suoi comportamenti auto-distruttivi, si è ritrovato solo ed isolato. Lo stesso fanno anche questa volta, mostrandoci uno scienziato alla disperata ricerca, si, del teschio di cristallo ma, soprattutto, di un modo per gestire l’ambiente attorno a sé, tentando di riprendere il controllo della sua stessa vita e delle persone che ne fanno parte.
Lo vediamo mentre cerca di manipolare sia gli esseri senzienti che lo circondano e sia quelli non senzienti (come i due robottini), quasi come se, quello, sia diventato l’unico modo che conosce per interagire con gli altri e, soprattutto, con coloro che dovrebbero essere suoi “amici”, come Morty e Mr. Poopybutthole che si ritrovano di nuovo trascinati nella vicenda e sfruttati da Rick per soddisfare il suo momentaneo desiderio di conquista.
Ma più Rick conquista i suoi nemici e più sembra cadere vittima di se stesso e della sua personalità, continuando ad auto-sabotarsi e ricadendo in quel pattern comportamentale che lo ha portato alla solitudine fin dal principio. Questo episodio non fa altro che riproporre lo stesso problema, dandogli però una contestualizzazione diversa ed una nuova prospettiva, evitando così di essere troppo ricalcante o stucchevole.
Ciò che è interessante in questa nuova stagione è il modo in cui riesce, per ora, a mostrare l’interezza del personaggio di Rick, mettendolo a volte sotto una luce positiva ed altre sotto una negativa, consentendo al pubblico di empatizzare con lui ma entro il giusto limite.
La brillante comicità di Rick e Morty torna a farsi sentire, ponendoci di fronte ad un’esilarante versione di Elon Musk proveniente da una realtà alternativa in cui l’uomo è il fondatore della Tuskla (ovviamente) ed in cui è dotato di degli affilatissimi e sproporzionati canini inferiori (da cui, appunto, Tusk cioè zanna). Il personaggio tenterà di dare una mano ad i nostri eroi nel corso dell’episodio e, come potevamo aspettarci, gli scrittori non eviteranno di fare battute sul vero Elon.
Altro punto a favore della puntata è sicuramente il ritorno di Mr. Poopybutthole, a cui si aveva fatto cenno nel corso della seconda e terza stagione, durante le quali ci erano stati dati indizi riguardo alla sua guarigione. Il piccoletto fa ritorno in gran stile e ci vengono subito svelate le sue condizioni fisiche, assieme anche alla sua attuale carriera e personalità.
In questo episodio, viene sfruttata al massimo la capacità degli scrittori di inserire nella trama dei personaggi secondari originali, strani e divertenti (oltre ad Elon Tusk troviamo anche gli eccentrici componenti della banda dei criminali, come ad esempio “Truckula”, ovvero Dracula a bordo di un monster truck) e, soprattutto, la loro abilità nel usufruire al massimo di tutte le guest star disponibili, mostrando una grande attenzione ed interesse nei confronti della serie e degli spettatori.
Come già successo in passato, Rick e Morty decide di tornare sui propri passi, riproponendo un episodio la cui struttura base (sia comica che narrativa) poggia quasi interamente sulla “presa in giro” di un altro franchise ma che, in questo caso, funziona in modo a dir poco eccezionale. Grazie ad una trama intrigante ed una serie di articolati colpi di scena, “One Crew Over the Crewcoo’s Morty” è un episodio con i fiocchi, estremamente curato e soddisfacente.
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