Sono passati oltre due anni da quanto Dontnod fece prepotentemente breccia nel cuore di milioni di giocatori grazie all’incredibile ed unica esperienza offertaci dal loro primo capitolo di Life is Strange, grazie al quale, dopo il mediocre Remember Me, le permise di farsi spazio tra alcuni degli studi narrativamente parlando più talentuosi in assoluto.
L’anno scorso invece, i colleghi di Deck Nine hanno provato a fare lo stesso con Before the Storm, capitolo spinoff di Life is Strange collegato alla storia originale in modo indiretto, andando ad arricchire l’esperienza generale in modo piuttosto riuscito e in linea con lo spirito della serie.
Ora, Dontnod ha deciso di riprendere le redini della serie, pubblicando il primo episodio di quello che è la sua nuova creatura, Life is Strange 2: come se la saranno cavati?
La prima cosa da premettere è che Life is Strange 2 non rappresenta un reale sequel, quindi dobbiamo metterci il cuore in pace: Chloe e Max hanno concluso il loro ciclo narrativo per dare spazio a nuovi personaggi, ambientazioni e storie, che condividono con loro solamente lo stesso universo. Qui entrano in gioco Sean e Daniel, due fratelli di origini messicane che vivono vicino Seattle con il padre. La loro vita risulta fin troppo tranquilla e normale, sommersi dai classici problemi adolescenziali, fin quando, in una giornata come un’altra, un grave incidente nel giardino di casa loro li coinvolge in qualcosa di inspiegabile. In preda al panico, fuggono dalla zona e iniziano a vagare senza meta: questo rappresenta l’inizio del loro viaggio.
Dal primo momento si può notare come ci siano stati passi in avanti dal punto di vista tecnico, non tanto da quello prettamente grafico, bensì da quello che riguarda la qualità delle animazioni facciali, finalmente in grado di far esprimere ogni emozione, e da quella artistico: l’illuminazione del sole attraverso il bosco crea veramente una bella atmosfera, lo stesso vale per le sequenze notturne, sempre ottimamente caratterizzate. Inoltre, non sarebbe Life is Strange se non presentasse un comparto sonoro di alto livello: oltre agli ottimi effetti audio (in particolare il brusio di sottofondo nelle sequenze più “silenziose”), vi sono delle colonne sonore non eccessivamente entusiasmanti, ma sempre sul pezzo, con temi adatti a tutte le situazioni.
Passando invece al gameplay, la situazione non viene stravolta: vi sono fasi di esplorazione, di analisi dell’ambiente e degli oggetti, la possibilità di parlare con Daniel riguardo qualcosa di specifico e poco altro, ma non ci saremmo comunque mai aspettati rivoluzioni sotto questo punto di vista, essendo il gameplay un aspetto decisamente secondario dell’opera.
La cosa più interessante riguarda, ancora una volta, le scelte: essendo Sean il fratello maggiore, molte delle decisioni che prenderemo avranno influenza sul comportamento di Daniel, e quindi sulle sue scelte, dando quindi al giocatore in modo molto indiretto la possibilità di educare più o meno bene il fratellino, il che cambierà l’andamento della storia, anche se in questo primo episodio non ci sono troppi esempi di questa feature.
E ora giungiamo a quello che è il punto cardine di tutto, e ciò che ha reso grandi i primi due Life is Strange: la storia.
Con le premesse narrative raccontate a inizio paragrafo, il gioco si prende tutto il tempo del mondo per presentare i personaggi e mettere il giocatore nel mood adatto, ahimè, riuscendoci alla perfezione: i personaggi sono pochi, non così originali ma caratterizzati veramente bene, come se gli sviluppatori avessero deciso di preferire la qualità alla quantità, il che è chiaramente una scelta coraggiosa e riuscita. Anche le poche tematiche (ormai sempre presenti) sono state trattate in modo unico e speciale, come Life is Strange ci ha insegnato.
Quindi, l’episodio pilota procede con tempi lenti, tramite avvenimenti quasi mai troppo movimentati o inaspettati: i colpi di scena ci sono ma sono leggeri, alcuni particolarmente toccanti, che si aprono e chiudono in tempi brevi, creando parentesi di suspance e concitazione notevoli ma che non lasciano in nessun caso la trama “aperta”, e qui tocchiamo forse il punto che più ci ha fatto storcere il naso di questo primo episodio: il finale e l’ipotetica piega narrativa che prenderà il tutto.
Senza fare spoiler, una volta finito l’episodio non siamo rimasti del tutto coinvolti o in trepida attesa per il secondo episodio, in quanto risulta palese, anche dal finale, che il primo episodio sia servito esclusivamente a gettare le basi per qualcosa che verrà, il problema è che si ferma lì: negli altri capitoli di Life is Strange (gli episodi iniziali inclusi) vi è sempre quella serie di interrogativi posti volutamente dagli sviluppatori per coinvolgere il giocatore e fargli attendere l’episodio successivo; in questo l’unico interrogativo che viene da porsi è “Dove vogliono andare a parare?”, perchè appunto gli avvenimenti sono effettivamente “troppo poco” (il che comunque basta a farci attendere con moderato hype il secondo episodio).
Ci dispiace anche leggermente il fatto che nonostante siano presenti riferimenti alle opere precedenti, essi siano completamente inutili al momento: uno in particolare sembra fatto apposta esclusivamente per ricordarci che siamo nello stesso universo.
Nonostante ciò non possiamo dire di essere rimasti delusi: oltre a tale amarezza (comunque giustificabile dal fatto che si tratta solo del primo episodio), Roads rimane nonostante tutto in linea con la bellezza narrativa e artistica degli altri due Life is Strange, il che, considerando quanto questi siano stati potenti e unici, è tutt’altro che una cosa da poco.
Roads si rivela essere un ottimo episodio di partenza, che getta delle basi solide e funzionali per il resto della storia, proponendo ancora una volta un’esperienza degna del nome che porta, tra ottimi personaggi, narrazione lenta ma fluida e mai noiosa , comparto artistico evocativo e musiche costantemente degne di nota.
Speriamo davvero di cuore che il secondo episodio possa ingranare la marcia per quanto riguarda la serie di eventi puramente di trama, in quanto questo primo episodio sotto questo punto di vista non ci ha soddisfatto al massimo, ma Dontnod si è comunque guadagnata ancora una volta la nostra fiducia.
Benvenuti nel mondo di Life is Strange, fratelli Diaz!
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