Quentin Tarantino, un nome ormai conosciuto da tutti anche dai meno esperti, destinato a rimanere nella storia del cinema per molto tempo ancora.
Nato a Knoxville, nel Tennessee, il 27 marzo del 1963, è di origini italiane da parte del padre. La trisnonna era di Portici e il trisnonno era un pescatore di Castellammare di Stabia.
Ma non è tanto delle sue origini che ci interessa quanto della sua passione per il cinema che gli ha permesso di diventare il regista che conosciamo oggi. Ogni tanto bisogna rischiare per inseguire i propri sogni ed è proprio quello che Quentin decide di fare a sedici anni, quando interrompe gli studi per iniziare a lavorare inizialmente come maschera in un cinema porno e in seguito in un videonoleggio di Manhattan.
L’esperienza lavorativa al videonoleggio ha sicuramente contribuito a migliorare la sua cultura in campo cinematografico ma una certa conoscenza l’aveva già di suo.
In un’intervista ha dichiarato:
“Non sono diventato un cinefilo perché lavoravo lì, è il contrario: mi hanno preso a lavorare in quel posto perché ero molto appassionato di cinema e sapevo tutto sull’argomento.”
Ha sempre nutrito un profondo interesse nei confronti dei b-movies o film di serie b, produzioni di bassa qualità realizzate con budget limitato, e soprattutto verso il cinema italiano, in particolare gli Spaghetti Western, diventando un grande fan di Sergio Leone.
E’ proprio la grande quantità di film visionati in questo periodo, le chiacchierate con i clienti del videonoleggio e la sua passione innata che hanno caratterizzato le sue successive produzioni cinematografiche.
In questo periodo frequenta anche corsi di recitazione ma ben presto i suoi interessi si spostano dalla recitazione alla scrittura di sceneggiature e alla regia.
Nel 1986 Tarantino decide di vestire i panni da regista iniziando a girare un film intitolato “My Best Friend’s Birthday”. Tutti i membri del cast e della troupe erano dipendenti del videonoleggio e parteciparono al progetto finanziandolo con 6.000 dollari, detratti dai loro stipendi. Purtroppo parte della pellicola girata venne distrutta e il film non decollò, ma è possibile visionarlo su youtube nella versione di 36 minuti.
E’ stato sicuramente un brutto colpo vedere distruggersi il proprio lavoro ma non sarà di certo questo a scoraggiare Tarantino.
Negli anni successivi ottiene, infatti, un grande successo vendendo le sceneggiature di “Una vita al massimo”, “Assassini nati – Natural Born Killers”, portata sul grande schermo nel 1994 da Oliver Stone nel quale Tarantino ebbe anche un ruolo da attore protagonista, e “Dal tramonto all’alba”.
Il 1992 è l’anno della svolta poiché esordisce con il suo primo lungometraggio: Le Iene, un mix di riferimenti cinematografici come ad esempio i nomi “dei colori” dei protagonisti per nascondere la loro vera identità, ripreso dal film “Il colpo della metropolitana”. Ma non sono tanto le citazioni a mostrare la bravura del regista quanto piuttosto la sua capacità nell’articolazione della trama. Non una trama lineare ma raccontata a posteriori dai protagonisti stessi, quasi in maniera disordinata.
La decostruzione narrativa, ossia una trama raccontata non in ordine cronologico, è ormai una costante nei film di Tarantino, la ritroviamo anche in Pulp Fiction e in Kill Bill.
Le citazioni, i dialoghi apparentemente senza senso inseriti al punto giusto, la decostruzione narrativa, la musica azzeccata in ogni situazione, la sua presenza in almeno una scena caratterizzano ormai quasi tutti i film di Tarantino e sono proprio questi elementi a distinguerlo rendendolo un regista unico nel suo genere.
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