Quanti di noi dopo ogni film sono interessati da trama, scene, colonne sonore o semplicemente sono alla ricerca di curiosità, dettagli o interpretazioni del significato che il regista ha voluto dare all’intera pellicola o ad una particolare scena.
Come davanti ad un quadro in un museo si cerca di carpire l’essenza dell’animo dell’ artista, così guardare un film di Stanley Kubrick è come assistere ad una mostra di dipinti dal proprio salotto di casa, è semplicemente arte!!!
Allora la curiosità per ogni singolo secondo vissuto di fronte ad un’opera Kubrickiana aumenta a dismisura per ogni suo film, ma raggiunge il suo apice nella scena finale del film culto, da sempre punto di riferimento del cinema internazionale, 2001: Odissea nello spazio.
Per cinque decadi chiunque abbia visto questo capolavoro ha speso del tempo a ricercare spiegazioni su quell’ultima enigmatica scena.
La sequenza mostra Dave, il protagonista, sul punto di morte. Di fronte a lui appare il monolite nero, che rappresenta una sorta di passo verso un livello di evoluzione più elevato.
Una spiegazione a questa scena è stata fornita dallo stesso Kubrick in un’intervista telefonica per un inedito documentario Giapponese sul paranormale, che indagava sulle indiscrezioni di attività inspiegabili sul set di Shining.
Dal minuto 45.24 parte l’intervista al regista e dal minuto 49.00 lo stesso parla del significato del finale di 2001: Odissea nello Spazio.
Di seguito il testo dell’ intervista in cui si parla della scena finale di 2001: Odissea nello spazio.
“Ho cercato di evitare di dare spiegazioni sin da quando il film è uscito nei cinema. Quando enunci a parole le idee suonano sciocche, mentre se sono drammatizzate, ciascuno le sente, ma ci proverò lo stesso. L’idea doveva essere che Bowman fosse preso da entità simili a Dio, creature di pura energia e intelligenza senza forma né corpo. Lo inseriscono in quello che suppongo voi possiate descrivere come uno ‘zoo umano’ per studiarlo, e tutta la sua vita passa da quel momento in quella stanza. E lui non ha alcuna percezione del tempo. Sembra che accada proprio come vediamo nel film.
Scelgono questa stanza, che è una replica molto imprecisa dell’architettura francese (volutamente inaccurata), perché qualcuno aveva suggerito di avere alcune idee circa qualcosa che lui avrebbe potuto ritenere fosse bello, ma non ne era abbastanza sicuro.
Proprio come noi umani non siamo certi di come comportarci nei giardini zoologici con gli animali per cercare di dar loro quello che noi pensiamo possa essere il loro ambiente naturale.
Ad ogni modo, quando hanno finito con lui – come accade in tanti miti di tutte le culture del mondo – lui viene trasformato in una specie di super essere e rimandato sulla Terra, una specie di Superman. Dobbiamo solo immaginare cosa succederà dopo che è tornato indietro. Si tratta dello schema di una grande quantità di mitologia, ed è quello che stavamo cercando di suggerire.”
Ma forse la verità è un’ altra. Come vale per ogni opera d’arte, la risposta al senso dell’opera d’arte è nascosta nella nostra anima e dipende dalla sua capacità di suscitare emozioni, sensazioni e sentimenti.
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