Da fumetto a videogioco, da film ad anime per Netflix, Scott Pilgrim di Bryan Lee O’Malley è una delle opere più conosciute della cultura pop contemporanea. Con un mix di slice of life, citazioni a videogiochi e manga mainstream, l’autore canadese ha trasformato la sua seconda opera in un fenomeno mediatico della cultura pop post-2000.
La magnum opus di O’Malley è effettivamente un lavoro fuori dal comune, ricco di peculiarità e forte di uno stile autoriale che è stato capace di far presa su un pubblico non solo nerd e una morale transgenerazionale.
Scott Pilgrim si è appena messo con una liceale. Sembra quasi che mezza Toronto lo sappia. Ne parlano tutti: i famigliari di Scott, il suo coinquilino, i suoi amici, la sua sgangherata rock band Sex Bob-Omb. Ma a lui non importa molto: gli basta la sua nuova ragazza Knives, i suoi videogiochi, la musica e il suo stile di vita spensierato.
Questo finché non conosce Ramona Flowers, misteriosa ragazza dai capelli che mutano continuamente colore appena giunta dagli Stati Uniti, la quale cattura subito il cuore del giovane nerd. Ma, come scoprirà presto, conquistarla non sarà semplice: al loro amore si opporranno i sette malvagi ex di Ramona, e Scott dovrà sconfiggerli uno dopo l’altro.
Come se ciò non bastasse, Scott dovrà anche fare i conti con “missioni secondarie” nate proprio dalla sua nuova relazione: la rottura con Knives, l’equilibrio tra amore e passioni. In poche parole: rimettere insieme i pezzi della la sua vita incasinata.
A dispetto di quanto si potrebbe pensare, Bryan Lee O’Malley non è un estremo fan dei manga e dei videogiochi giapponesi. In Canada i passatempi preferiti dai nipponici non hanno goduto di una distribuzione massiccia come in Italia o negli Stati Uniti. Per questo, quando ha scritto la sua opera a inizio 2000, non ha preteso troppo dai suoi lettori né da sé stesso.
Si può dire invece che egli utilizzi l’essenziale della formula dell’azione battle shonen per spiegare la vita di tutti i giorni. E lo fa attraverso Scott Pilgrim. Tutti noi siamo un po’ Scott, o lo siamo stati. Allo stesso modo in cui siamo un po’ tutti il supereroe con super problemi stile Marvel. Ragazzi appena usciti dalle superiori che ancora non sanno cosa fare della loro vita. Viviamo le giornate come capita, divertendoci con le nostre passioni e non prendendo seriamente quasi nulla. L’ispirazione arriverà, dobbiamo solo attendere.
Già con la sua prima opera, Alla Deriva, l’autore ha voluto mostrare l’apatia di una persona appena giunta alla maggiore età e incapace di capire chi è realmente. Come invece ci mostra Scott Pilgrim, le sfide che ogni nerd supera ogni giorno, come la ricerca di un lavoro o il mantenimento del rapporto con i propri partner, possono sembrare una vera sfida a più livelli.
Quali sono dunque le avversità che dovrà affrontare Scott, oltre allo sconfiggere i sette malvagi ex di Ramona? Battaglie non meno difficoltose, come troncare la relazione con Knives, equilibrare la sua vita sentimentale con la sua band, trovarsi un lavoro e tutto ciò con cui un adulto deve venire a patti: la realtà.
La battaglia principale di Scott non sarà un mero scontro di abilità e prontezza di spirito: ognuno dei sette malvagi ex, sia nella preparazione allo scontro sia nello scontro stesso, lo metterà davanti a una verità scomoda. Ogni scontro si rivelerà una catarsi per il nerd torontoniano, oltre che un’abilità in più ottenuta.
Ma questo non basta: ognuno degli ex nasconderà anche un segreto su Ramona. Perché ogni ex ragazzo è una delusione, un lato della propria personalità che lei si è voluta lasciare alle spalle. Dunque sconfiggerli è anche un modo per Scott di conoscere meglio la sua nuova ragazza, così da costruire meglio il loro rapporto.
Ramona, in questo caso, rappresenta sia la vita matura che dobbiamo sperare di raggiungere sia una vita che noi stessi dobbiamo aggiustare.
Lo stile grafico di Bryan Lee O’Malley si sposa perfettamente con la narrazione: la mancanza di dettagli, i contorni morbidi e i contrasti accesi nella versione colorata del fumetto, sono un chiaro omaggio alla grafica 8-bit dei videogiochi vecchia scuola e ai manga di Osamu Tezuka.
Restando in tema dei fumetti, ogni ex ragazzo malvagio ha una sua particolarità, un suo quirk che ne caratterizzerà lo stile di combattimento, come accade con i villain degli shonen. Chi usa la musica come arma, chi i poteri vegani, chi è semplicemente un hipster.
Questa peculiarità è presente anche negli sfondi. Per quanto sembri strano dirlo, il lettore avverte di essere a Toronto, percepisce una nazione differente dalla propria, con neve abbondante nelle strade, i locali tipici e il contrasto emotivo e sociale che i canadesi hanno con gli statunitensi.
I dialoghi sono genuinamente realistici: non troveremo prosopopee pompose o citazioni epiche, e quando usciranno fuori non verranno prese sul serio dai personaggi. Questi ultimi parlano in modo naturale, a volte usano slang o frasi improvvisate, soprattutto nei momenti di tensione. A prima vista potrebbero dare un senso di snaturamento, ma alla fine è quello che diremmo tutto noi: “Smettetela di combattere, altrimenti… altrimenti… non lo so!”
La vita matura sopra citata, tuttavia, non deve essere semplicemente ridotta a una relazione ragazzo-ragazza. Non è solo questo il fine di Scott, così come non lo dovrebbe essere per nessuno di noi. Infatti, man mano che Scott si avvicina al suo obbiettivo finale, ossia la sconfitta della Lega e la relazione con Ramona, continuerà comunque a comportarsi in maniera immatura ed egoistica con molti dei suoi amici.
Non accetta consigli, ripete sempre gli stessi errori con ognuno di loro, li tratta come meri mezzi per raggiungere il suo obiettivo. Dunque, che senso ha impegnarsi così tanto per vivere bene con una persona quando non si vive con tutte le altre?
L’insegnamento finale, l’achievement ultimo da sbloccare, per lui, è proprio la vita: senza fare troppi spoiler, O’Malley vuole metterci in guardia sul non essere come Scott. Bisogna superare l’egoismo che caratterizza molti nerd odierni e vivere in maniera genuina nel rispetto delle persone che ci circondano.
Comprendere i propri errori e correggere il proprio comportamento con l’avanzare della crescita. In poche parole: accumulare esperienza e “salire di livello”. Questo è il gioco della vita del quale tutti noi abbiamo in mano il controller.
Certo, per la fama gargantuesca dei Scott Pilgrim dobbiamo ringraziare anche Edgar Wright, autore della Trilogia del Cornetto, per aver trasposto in un lungometraggio ben otto volumi di fumetto, mantenendone intatto lo stile. Uno stile che avremo poi ritrovato nel videogioco e nell’anime Netflix Scott Pilgrim Takes Off!, entrambi curati dallo stesso Wright.
Una fama che merita di essere scoperta e riscoperta ancora e ancora, proprio per l’attualità del suo messaggio: esso parla a tutta la nostra generazione, mettendo i millennials davanti alla realtà dei fatti con un realismo magico apprezzabile sia ai nerd che ai non nerd. Ci accusa, ci omaggia, ci insegna e ci accompagna nella nostra infinita sfida contro il mondo.
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