Recensioni

Ms. Marvel Vol. 1 – Fuori dalla norma: Kamala Khan entra in scena

Ms. Marvel: Fuori dalla Norma

14,25
8.5

SCENEGGIATURA

8.5/10

DISEGNO

9.0/10

CURA EDITORIALE

8.0/10

Pros

  • Rivisitazione del super eroe con super problemi della Marvel classica
  • Protagonista profonda
  • Superpoteri creativi
  • Disegni dinamici e dettagliati

Cons

  • Il cliché dei genitori che impediscono alla figlia di uscire

Ms. Marvel – Fuori dalla Norma è il titolo del volume che introduce Kamala Khan, erede del mantello di Carol Danvers, creata da G. Willow Wilson e Adrian Alphona (su design di Jamie McKelvie).
Con l’arrivo della serie Marvel/Disney+ dedicata al personaggio, è giusto parlare degli albi che l’hanno introdotta nel mondo fumettistico.

Ms. Marvel – Tra crisi adolescenziali e d’identità

Kamala Khan è una ragazza mussulmana newyorchese che cerca di sopravvivere alla sua adolescenza. Come molte altre ragazze della sua età va a scuola, pensa ai ragazzi e alle feste – o almeno spera di avere esperienze a riguardo, e ciò causa numerosi conflitti con la sua famiglia -, ma soprattutto ha una passione per i supereroi.
Scrive fanfiction su di loro e sogna di essere come il suo idolo, Ms. Marvel, alias Carol Danvers, che ora divenuta la nuova Captain Marvel.

L’occasione di una vita le si presenta per puro caso una sera, di ritorno da una festa con gli amici nella quale le Nebbie Terrigene immergono il Jersey.
Durante una visione datale da un mix tra le nebbie le la vodka che ha bevuto, vede Capitan America, Iron Man e la stessa Ms. Marvel che le chiedono chi vuole essere.
La ragazza risponde: “Voglio essere come te” e subito dopo in lei si risvegliano poteri Inumani.
Kamala scopre con grande stupore di poter alterare le dimensioni e la forma del suo corpo.

Dopo aver superato lo shock iniziale e salvato casualmente una sua compagna, decide di mettere i suoi poteri al servizio dei deboli, assumendo l’identità della sua supereroina preferita: Ms. Marvel.

Ma essere una paladina della giustizia non è facile: non meno difficile di affrontare criminali di strada e il suo bizzarro acerrimo nemico, l’Inventore (un clone pappagallo di Thomas Edison), Kamala deve bilanciare la sua nuova identità con la sua vita di tutti i giorni. E affrontare i pregiudizi dell’uomo medio americano o giustificare le uscite notturne o anche diurne ai suoi genitori sono solo l’inizio.

Una nuova super eroina con super problemi

G. Willow Wilson, con questa nuova storia di origini per la Casa delle Idee, ha ideato una figura che ricalca, per la maggior parte, quella del super eroe con super problemi simbolo della rinascita Marvel anni ’60.

L’intenzione era quella di creare un personaggio che sia al passo coi tempi, che rispecchi in sé le difficoltà dell’individuo qualunque della nostra società, soprattutto in un contesto adolescenziale. In seguito, mescolarli con le responsabilità ottenute assieme a poteri sovrumani e decidere cosa farne.

Con tutto questo parlare di poteri e responsabilità è impossibile non fare un parallelismo con Spider-Man, del quale la neo Ms. Marvel è erede diretta.

Peter Parker era un nerd del Queens con mezza famiglia morta, una zia perennemente malata, una sfilza di lavori precari e continui dubbi sulla sua condizione di eroe. Un ragazzo come lui poteva esistere tranquillamente dietro l’angolo, era il ragazzo qualunque di un quartiere difficile che si ritrova per caso ad avere dei poteri, proprio come Kamala.

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Allo stesso modo, quale luogo migliore del Jersey, un quartiere sempre bistrattato dagli stessi newyorchesi, quale personaggio migliore di un’adolescente mussulmana figlia di immigrati pakistani, e i classici problemi di una ragazza con una famiglia restrittiva, per rappresentare meglio le difficoltà dei giovani degli ultimi anni?

Chi è più fuori dalla norma?

Se vogliamo essere più precisi, però, la questione di Kamala è ancora più pressante, ed è proprio per questo che Fuori dalla Norma riesce ancora meglio come titolo: Peter Parker era sì un disadattato, ma il suo ruolo era comunque previsto all’interno del contesto socioculturale statunitense.

Kamala, invece, si trova in un luogo estraneo alle sue tradizioni: negli Stati Uniti odierni, dove islamofobia e odio verso gli immigrati dilagano sempre più, la sua famiglia è quella più “fuori dalla norma”.

Il voler integrarsi di Kamala, assieme al suo migliore amico italoamericano Bruno, è ciò che la caratterizza.

Se aggiungiamo il fatto che è lei stessa una “nerd” nel senso più moderno del termine la questione è più palese: legge notizie riguardanti i suoi idoli, conosce i loro aneddoti, strilla come una fangirl quando ne incontra uno. Impossibile non immedesimarsi con Kamala, proprio perché fa ciò che faremmo noi se ci trovassimo al suo posto.

Poteri creativi da uno stile creativo

Sarebbe stato semplice confondere i poteri di Kamala con l’ingigantimento e il rimpicciolimento di Wasp, o con le capacità allungabili di Mr. Fantastic. Ma fortunatamente Willow aveva dalla sua parte la matita di Adrian Alphona, che aveva già lavorato con Brian K. Vaughan su Runaways, aiutato dai colori di Ian Herring.

Il suo stile fortemente dinamico e fluido, perfetto misto di sintesi e plasticità, ben si adatta alla storia, soprattutto quando deve mostrare i suddetti poteri. Aumentare le dimensioni di una mano o modificare la propria struttura corporea sembrano quasi le manipolazioni di una scultura di pongo.

Tradizione e novità

Fuori dalla Norma regala una storia dal cuore classico, ma che non per questo cade nei cliché.

A parte forse la solita manfrina dei genitori che recludono la figlia in camera sua perché “non è che non si fidano di lei, non si fidano degli altri”. Ma è una sottigliezza perdonabile anche perché, per quante volte l’abbiamo già vista, è qualcosa che accade realmente.

Una storia, quella di G. Willow Wilson, dalla forte impronta progressista, ma non per questo superficiale. L’introduzione di un personaggio che caratterizza pienamente la volontà della Marvel di stare al passo coi tempi per accaparrarsi una nuova fetta di pubblico, tenendo comunque fede alla sua tradizione.

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Veoneladraal

Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona! Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

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