Alters 14.16 Pros Metafora del riconoscimento di essere supereroina e transgender ben spiegata Storia in continua evoluzione Disegni dettagliati e colori sempre più accesi Cons Pacing a volte affrettato nel primo volume Qualche scivolone nelle espressioni facciali nel primo volume Anni di attesa nell'attesa di un terzo volume Con Alters , lo sceneggiatore Paul Jenkins , insieme alle matite di Leila Leiz , ci racconta la storia della prima supereroina transgender della storia .
L’autore di Wolverine: The End e Origins – oltre che di numerose storie di Spectacular Spider-Man – e creatore Sentry ha tentato di far approdare questa storia in una delle due grandi testate sugli eroi in costume per cui ha scritto, ma senza successo . Perciò l’autore ha deciso di ambientare la sua nuova opera supereroistica a tema LGBTQ+ in un universo esterno a Marvel e DC Comics . Come tale non ha il supporto di decenni di continuity; nondimeno Paul Jenkins ha voluto dimostrare ancora una volta come i supereroi possano servire come metafora per problemi sociali e generazionali odierni .
Essere supereroina e transgender In una realtà alternativa simile alle nostra, alle persone con doti speciali, chiamate Alters per via delle loro alterazioni che le differenziano dai “normali”, sono concesse solo due scelte: schierarsi dalla parte di Matter Man e i suoi seguaci, estremisti Alters desiderosi di imporre la loro supremazia sul mondo “normale”; oppure unirsi al ricercatore Octavian e ai Guardiani del Cambiamento , un’associazione che aiuta gli Alters a sviluppare i loro poteri e usarli a fin di bene.
All’inizio Charlie, o come si fa chiamare quando indossa il suo costume, Chalice , non è interessata a nessuna delle due. Non condivide i fini genocidi di Matter Man, ma non le va neanche a genio l’idea di essere sottoposta alla sorveglianza e agli ordini di Octavian. Ha appena scoperto i suoi poteri, dopotutto, e vuole trovare da sola la sua strada. Tuttavia sta crescendo, e assieme al riconoscimento della sua vera natura e dei suoi fenomenali poteri quantici, deve compiere la scelta giusta per il bene suo e degli innocenti minacciati da Matter Man.
Alters – Tra storia e metaforaL’elemento di punta di questa serie, ovvero la transessualità della protagonista, così come altre tematiche di sensibilizzazione alla comunità LGBTQ+ è un argomento che molti media stanno abbracciando sempre più negli ultimi anni. Tuttavia non è facile trattare una tematica come la sessualità in un’opera di finzione senza che essa abbia il sopravvento sulla storia stessa.
Per fortuna Paul Jenkins riesce a trattare l’argomento in una maniera semplice e al contempo provocatoria , collegando a esso l’elemento fumettistico dei superpoteri, ossia le alterazioni mutanti di Alters . Al contempo, sono assai interessanti i parallelismi che crea tra i pregiudizi delle “persone di tutti i giorni” nei confronti del diverso con le ingiurie di Matter Man verso gli umani privi di poteri o gli Alters che non la vedono come lui. Jenkins non resta serrato in un eccessivo politically correct , e anzi non manca di esporlo in maniera sardonica , pur rispettandone il fulcro.
“Sono tutti fermi a un bivio. Tranne me. Io vivo tre vite. Davanti a me ci sono tre strade. Sono un’Alter. Sono una transgender. Sono la seconda di tre fratelli.”
Con queste parole, la giovane Charlie spiega la sua non semplice situazione: è assai arduo attraversare una transizione sessuale e indossare una maschera allo stesso tempo. Di conseguenza, è ancor più problematico gestire la propria personalità di paladina della giustizia, di ragazza che vuole abbracciare il suo vero io e di maschera da ragazzo perbenista davanti agli occhi della sua famiglia.
Inutile mostrare tutte le somiglianze tra Alters e le storie dei maestri Lee e Kirby : ce ne sono molte, seppur rese più attuali, tra questa testata e gli X-Men . Molti potrebbero denunciare un’eccessiva appropriazione di idee da parte di Jenkins, e in parte è così, contando anche che alcuni dei poteri degli Alters non sono molto originali . Ma i temi assai attuali e alcune trovate interessanti per le alterazioni possono rivelare delle belle sorprese.
La storia di Chalice Naturalmente, il personaggio più interessante è anche la narratrice della storia: Charlie , o Chalice , cinica e sarcastica mentre indossa il costume, esitante ma amichevole nella vita di tutti i giorni, capace di commuovere e far ridere in diverse scene, impossibile non simpatizzare con lei o i suoi pensieri sulla mentalità bigotta di certe persone, sia dei normali nei confronti dei trans sia degli Alters che seguono Matter Man .
Forse nel primo volume la storia ha un pacing un po’ troppo frettoloso e certi momenti avrebbero avuto un effetto più catartico se fossero stati sviluppati in più pagine. Si capisce che il primo volume, La Storia di Chalice , è servito come esperimento atto a settare una continuity amalgamata, lasciando il compito di intessere la trama al secondo volume, Genitori e Figli .
In esso, Paul Jenkins ingrana la marcia e spinge Chalice a riflettere sulle sue azioni e sui suoi comportamenti . Perché non basta dire due paroloni ai cattivi e gettarsi in prima linea contro di loro per dimostrare che si è dalla parte giusta: servono fiducia e lavoro di squadra . Questo Charlie lo imparerà a caro prezzo, e le ripercussioni creeranno un’onda d’urto anche sulla sua vita personale .
Oltre a questo, viene mostrato come l’elemento supereroistico possa influenzare anche un trascurato strato della società: cosa accadrebbe se un senzatetto avesse dei superpoteri? Verrebbe certamente preso di mira da parte di estremisti che inneggiano alla “rivoluzione”, ma ci sarebbero cittadini disposti a permettergli di stabilizzarsi nella comunità?
Disegni e colori Parlando del comparto grafico, è facile notare l’inesperienza di Leila Leiz nel mondo supereroistico mainstream: alcune espressioni facciali sono fuori luogo o mal disegnate, ma sono piccolezze perdonabili, soprattutto se consideriamo il tratto cartoonesco e gli sgargianti colori di Tamra Bonvillain, la quale usa molti contrasti , soprattutto per quanto riguarda il costume e il trucco di Chalice, per simboleggiare la sua doppia identità , sia sessuale sia supereroistica, o nei momenti in cui è in dubbio se rivelare di essere una trans o meno.
Nel secondo volume, Leiz acquista un tratto molto più marcato, con segni più dettagliati , e i colori del nostrano Leonardo Paciarotti , che sostituisce Tamra Bonvillain, sono assai più nitidi e cromati .
Il tempo come vero arcinemico Con Alters Paul Jenkins dimostra un’altra volta sia la sua bravura come autore di storie supereroistiche , anche esterne alla Marvel o alla DC, oltre alla sua capacità di trattare temi scottanti con un certo trasporto sfoggiata ampiamente durante la sua run di Hellblazer . Alters è una serie che dimostra, in appena due volumi, un grande potenziale, aprendo le porte a una serie supereroistica al passo coi tempi che non rinunci a intrattenere.
Il principale problema non sta nel fumetto in sé, ma in Jenkins stesso: si sa che debba scrivere storie per le altre principali majors dei fumetti supereroistici, oltre a videogiochi, però interrompere per quattro anni una delle storie a fumetti più interessanti degli ultimi tempi è assai doloroso, soprattutto vedendo di quanto si sia alzata l’asticella.
Non ci resta altro da fare che aspettare che l’autore si rimetta alla macchina da scrivere il più in fretta possibile , e goderci questi primi due volumi che inscenano una delle migliori rappresentazioni grafiche LGBTQ+ contemporanee.
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