In occasione dell’uscita del film Bloodshot con Vin Diesel, ispirato all’omonimo personaggio della Valiant Comics, Star Comics ha deciso di raccogliere in un box celebrativo – denominato Bloodshot: Le Origini – i tre volumi del rilancio datato 2012 ad opera dello sceneggiatore Duane Swierczynski: A ferro e fuoco, L’ascesa e la caduta e Le guerre degli Harbinger, dei quali oggi andremo a parlare.
Il primo volume si apre con un taglio netto con il passato del personaggio, rendendo il rilancio di Duane Swierczynski un punto di partenza ideale per i nuovi lettori. Lo sceneggiatore raccatta diversi spunti dalla cinematografia d’azione anni ’80 e ’90 (Rambo e Atto di forza tra i più evidenti) per catapultare il lettore nel vivo di una guerra tra Bloodshot e i suoi ex-creatori, il Progetto Rinascita. Swierczynski caratterizza Bloodshot come il tipico duro dal passato oscuro del quale si pente e vergogna, basando interamente la sua psicologia sulla ricerca della memoria e dell’identità sottrattagli dal Progetto.
Tuttavia, diviene presto chiaro al lettore che tale soluzione, almeno inizialmente, non sia altro che un mero pretesto per catapultare il personaggio nel mezzo di sparatorie con personaggi improbabili, in cui si troverà più volte ad essere smembrato nei modi più creativi e truculenti possibili (salvo poi ricomporsi con l’aiuto dei naniti all’interno del proprio sangue), evitando accuratamente di approfondirne il carattere e aggiungere sfumature che porterebbero il lettore al di fuori dei binari dell’azione.
Ne viene fuori un fumetto dal ritmo cadenzato, divertente da leggere e per niente impegnato, nonostante la premessa facesse intendere diversamente; l’ideale per chi è alla ricerca di un tipo d’intrattenimento vecchia scuola, come testimoniano i dialoghi alquanto stereotipati e pieni di battute ad effetto. Ad esaltare questo testosteronico tripudio di pallottole e smembramenti, ci sono i disegni di Manuel Garcia e Arturo Lozzi, artisti dal tratto plastico tendente al realismo, esaltato dall’ottima inchiostrazione di Stefano Gaudiano. Peccato che il buon lavoro dei disegnatori venga leggermente sminuito dalla colorazione eccessivamente coprente di Ian Hannin e Moose Baumann, unita al fatto che Lozzi si dimostri di gran lunga più preciso del disegnatore spagnolo, soprattutto in fase di costruzione dei volti.
Molto differente è invece l’ultimo volume, Le guerre degli Harbinger, tie-in dell’omonimo crossover tra le diverse testate dell’universo Valiant Comics, ma perfettamente leggibile a sé.
Pur essendo un seguito diretto dei precedenti volumi, qui Swierczynski adotta un approccio decisamente più metodico, rallentando la narrazione e focalizzandosi molto di più sul rapporto tra Bloodshot e i suoi comprimari. L’azione rimane al centro di tutto, spettacolarizzandosi ulteriormente grazie ai continui scontri tra Bloodshot e i guerrieri psioti noti come Harbinger (in pratica, gli X-Men della Valiant), ma i dialoghi perdono quella faciloneria iniziale per dare qualche spunto ideologico in più al protagonista, approfondendone l’innato istinto paterno e il desiderio di fare ammenda per i peccati passati.
Vedere il personaggio in difficoltà non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo, gli conferisce parecchio spessore e aumenta notevolmente l’interesse dei lettori nei confronti del suo destino.
Peccato che il finale del volume, eccessivamente frettoloso e confusionario – dovuto probabilmente ad esigenze editoriali – smorzi parzialmente il buon lavoro dello sceneggiatore. Promossi a pieni voti sono invece i disegni di Barry Kitson, disegnatore veterano della DC Comics dal tratto più essenziale rispetto ai colleghi Garcia e Lozzi, ma anche notevolmente più espressivo ed efficace quando si tratta di far recitare i personaggi, mostrandosi invece meno impattante nelle scene più movimentate.
Se siete amanti dell’azione a tutti i costi e delle letture scorrono come un fiume di sangue, o anche se siete curiosi di approfondire la conoscenza del personaggio prima dell’uscita del film con Vin Diesel, Bloodshot: Le Origini fa sicuramente al caso vostro. Per i palati più raffinati, esiste la pregevole run di Jeff Lemire, Bloodshot Reborn, alla quale in futuro potremmo dedicare un approfondimento. Che ne dite, vi piacerebbe?
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