Dalla GDC al Made by Google, passando per E3 e Gamescom, Google non si è mai scoraggiata nel presentare e promuovere Stadia, la sua personalissima soluzione sul Cloud Gaming basata su Web RTC.
L’abbiamo attesa, l’abbiamo provata, l’abbiamo amata ma anche odiata: ecco a voi il nostro verdetto sulla neonata piattaforma di gaming in chiave Google.
Stadia è il primo tentativo da parte di Google per approciarsi nel mondo del gaming. Con un costo pari a 9,99 al mese nel periodo di lancio per poter usfruire del servizio (a cui ovviamente andiamo ad addizionare il prezzo dei giochi da acquistare, ndr.), la piattaforma permette di giocare sulla carta a un dettaglio pari a quello offerto da hardware da gioco da svariate migliaia di euro. Come? Semplicemente accedendo da Chrome al sito di Stadia oppure trasmettendo direttamente i contenuti via Chromecast Ultra sulle nostre televisioni o utilizzando l’applicazione per mobile (funzionalità attualmente disponibile solo su gamma Pixel).
Stadia si colloca dunque in quella fetta di mercato normalmente associata a casual gamer che vogliono recuperare titoli importanti senza lasciarsi alle spalle la possibilità di poter godere di un buon framerate e nel complesso di un dettaglio grafico superiore alle console.
L’unica prerogativa del prodotto Google è avere una buona connessione internet: Stadia richiede infatti 10Mbps come requisito minimo consigliato, fino a un massimo di 35Mbps per ottenere l’esperienza migliore.
Stadia attualmente può essere utilizzata solo da coloro che hanno acquistato e continuano ad acquistare un Founder’s Pack (ormai terminati) o un Premiere Pack. Il costo di questi starter kit è pari a 129 euro, prezzo che include un pad Stadia, una Chromecast Ultra e tre mesi di abbonamento a Stadia Pro, servizio ad abbonamento dal costo di 9.99 che offre il 4K, audio Dolby 5.1, titoli gratuiti rilasciati mensilmente e sconti esclusivi. I Founder hanno inoltre la possibilità di invitare un amico grazie al Buddy Pass incluso nel suo pacchetto.
Il servizio del colosso di Mountain View è di fatto in Early Access, disponibile dunque solo alla cerchia ristretta di acquirenti che, come noi, hanno creduto nel progetto. Il rilascio del servizio vero e proprio è previsto nel 2020 (data ancora a destinarsi, ndr.) e permetterà l’utilizzo del servizio nella sua versione Base, senza costi e benefit aggiuntivi, con una risoluzione limitata al 1080p e un’audio stereo. Il giocatore andrà dunque ad acquistare esclusivamente il singolo gioco che vorrà giocare.
A tal proposito, nello store di Stadia sono disponibili attualmente 22 titoli, con prezzi più o meno competitivi e tranquillamente equiparabili al prezzo pieno degli stessi sul PlayStation Store o del Microsoft Store di Xbox. La mancanza del supporto fisico per fisiologia del servizio, rende vincolante però l’acquisto dei titoli al solo store integrato in Stadia. Nonostante le offerte del piano Pro possano sembrare interessanti (tra tutti NBA 2K20 a 25 euro e Metro Exodus a 20 euro), il catalogo non offre chissà quali prezzi, rendendo spesso sconveniente l’acquisto di titoli sulla piattaforma.
Nonostante queste premesse che possono sembrare negative, Google Stadia di fatto raggiunge quello che è il suo obiettivo in modo egregio e senza troppi problemi. I test da noi effettuati sono stati condotti su una fibra ottica FTTH con 300Mbps di download e 20Mbps di upload sia in ethernet che in WiFi con un router che trasmette in 5GHz. Inoltre, per testare appieno la sua compatibilità con altre reti, il nostro test è stato effettuato anche su una connessione FTTC con 200Mbps di download e 20Mbps di upload direttamente collegati in ethernet.
Inizialmente il feeling provato con Destiny 2 – La Collezione ci è sembrato strano, molto diverso dalla versione Steam del titolo; ma col progredire dei giorni e abituandoci alla piattaforma, tutto è riuscito ad adeguarsi perfettamente. Mentre su Stadia-PC abbiamo riscontrato qualche leggero problema di de-sincronizzazione audio e del leggerissimo input lag nei primissimi giorni di vita del servizio, su Stadia-Chromecast questi problemi non sono stati riscontrati.
Inoltre, i server stanno reagendo davvero bene ai feedback dei giocatori, poiché già dopo due settimane dal lancio il problemi iniziano a diminuire: se inizialmente la versione PC non ci aveva convinto totalmente per i problemi sopra descritti, ad oggi diventa sempre più raro riscontrarli.
Con tutte le variabili premesse, Stadia ci ha permesso di giocare in qualsiasi situazione con una qualità video sorprendente. Il dettaglio è nettamente superiore alle versioni standard delle console attuali e leggermente superiore alle versioni PlayStation 4 Pro e Xbox One X. Sopratutto nella sua versione Chromecast, Stadia sfrutta un ottimo encoder video che non mostra particolari artifici anche nelle condizioni più difficili.
Abbiamo trovato inoltre comodissimo il passaggio di schermi che il servizio ci offre, permettendoci di passare da PC, a Chromecast e al computer portatile senza alcun tipo di problema: i server arrivano a mantenere la sessione attiva per cinque minuti, comprendendo anche la chat vocale se inclusa nell’attuale istanza. Purtroppo, non avendo un dispositivo Pixel, non ci è stato possibile testare la piattaforma di Google là sopra con l’ausilio del Claw, un particolare strumento che permette di fissare il cellulare al controller di Stadia. A tal proposito, ricordiamo che Stadia non è accessibile sotto reti 4G e 5G.
Lo Stadia Controller si presenta come un pad robusto ed ergonomico che restituisce un buon feeling al tatto, sopratutto grazie alla texture ruvida presente sul suo dorsale. Gli analogici e la croce direzionale rimandano a quelli del DualShock, mentre i quatto pulsanti anteriori rimandano ai classici tasti Xbox.
L’unica criticità la ritroviamo nella posizione dei tasti Option e Menù, posizionati in un posto poco comodo poiché difficile da raggiungere. Presenti inoltre il pulsante per richiamare Google Assistant (non ancora disponibile, ndr.) e il tasto per catturare screenshot e video, visibili dall’app mobile di Stadia.
Troviamo infine il pulsante Stadia, che permette di accendere il controller e eventualmente la TV alla quale è collegata la Chromecast Ultra, aprire la UI della piattaforma e controllare lo stato della connessione, la lista amici e controllare la chat vocale – che, tra parentesi, funziona egregiamente.
Il pad è provvisto di un jack per le cuffie, un microfono integrato per poter utilizzare l’assistente vocale Google, un uscita USB-C e, incredibilmente, una scheda di rete. Lo Stadia Controller è il primo pad a integrare una scheda di rete in un dispositivo input di questo tipo. Il diretto collegamento alla rete attraverso una semplice configurazione permette di aggirare agevolmente i problemi di input lag alla quale la piattaforma potrebbe essere soggetta.
Google Stadia è il primo passo verso quello che potrebbe davvero essere il futuro del gaming. Troppe incertezze e dubbi, però, colpiscono noi giocatori, dovuti per lo più non dalla stabilità della piattaforma, che ha superato ampiamente i nostri test, ma più dall’organizzazione in sé degli sviluppatori e delle partnership raggiunte da Google. Inoltre, sono ancora troppe le feature promesse e mancanti, come l’integrazione di Google Assistant, il Crowd Play, lo State Share e il Family Sharing delle licenze acquistate.
Se Google non si abbatterà davanti alle giuste critiche mosse dai suoi clienti, il servizio potrebbe davvero diventare da qui a qualche anno il diretto competitor di PlayStation e Xbox. Ci auguriamo fortemente, da Founder e da completi sostenitori del progetto, che Stadia non diventi uno dei tanti progetti morenti del colosso di Mountain View.
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