Animazione

Disney e live action: moda passeggera o scelta vincente?

La Disney, casa produttrice della nostra infanzia ora colosso indiscusso del cinema, ha col tempo maturato un fenomeno, al pari di una vera e propria moda: quello dei live action.Prendete un film d’animazione di svariate decadi fa, sventratene la trama, riscrivetene i personaggi per fare in modo che anche attori in carne ed ossa possano interpretarli, ed ecco a voi la ricetta im-perfetta per un successo al botteghino… piuttosto rischioso. Faremo quindi un rapido excursus sulle versioni rivedute (e corrette?) dei classici Disney usciti fino ad ora, analizzandone i pro e contro.

La Carica dei 101 – Questa volta la magia è vera (1996)

Ve ne eravate dimenticati, vero? Ebbene sì, il primissimo remake fu proprio dedicato alla giganormica cucciolata di dalmata uscito invece nel 1961. Seppur la trama ben poco si discosti da quella originale, stella della pellicola è sicuramente una magistrale Glenn Close nei panni di Crudelia De Mon.

Era necessario? Assolutamente no, ma è da dire che questo primissimo tentativo di live action riscosse parecchio successo, questo prima di decidere di farne (ovviamente) un sequel nel 2003. Fu comunque presto per definire il caso come una febbre divagante, e dovremo aspettare ancora qualche anno per convincere mamma Disney ad investire in questi progetti di continuo.

Alice in Wonderland (2010)

Prendete il visionario Tim Burton, dategli la regia per un film Disney che già al tempo dell’animazione aveva dell’inquietante ed ecco a voi il primo caso conclamato di live action: il reboot di Alice nel Paese delle Meraviglie, successore dell’originale del 1951.Riscrivere il personaggio di Alice come una Giovanna d’Arco fantasy causò un vero e proprio boom, portando la Disney a pensare che la strada dei riadattamenti fosse sì pericolosa ma decisamente fruttuosa. In effetti, il buon Burton aveva offerto una propria e personale rivisitazione del precedente cartone, riuscendo egregiamente a bilanciarla con il libro, dettaglio che confermò infatti nel tiepido (ma comunque godibile) sequel Alice Attraverso lo Specchio del 2016.

Con questo film si dichiarò ufficialmente l’inizio dell’epidemia.

Maleficient (2014)

Ispirati da quel forte senso di refresh che imperversava nelle sale a quel punto, fu la volta della rivisitazione forse più spinta mai operata dalla Disney: quella sulla storia di Rosaspina, ovvero la Bella Addormentata nel Bosco del 1959. O meglio, non proprio.Chiave del film è lo spostamento del punto di vista della storia, analizzandola attraverso gli occhi di (nientepopodimenoche) Malefica, la crudele strega malvagia che avrebbe condannato la dolce principessa Aurora alla morte per mano di un arcolaio. Il film spaccò letteralmente in due le sale: chi lo ha apprezzato, e chi invece lo ha semplicemente odiato.

Indimenticabile Angelina Jolie nei panni della protagonista (più che azzeccata), ma al contempo una trama decisamente estrema a livello di modifiche sull’originale. Prima tra tutte, lo sminuimento delle fate Flora, Fauna e Serenella, ridotte a banale contorno (comico?).Sembrerà tutto finito, ma state tranquilli: ad ottobre 2019 uscirà anche il secondo (tragico) sequel.

Cenerentola (2015)

Lanciato quindi l’amo per i fan più maturi, fu la volta del primissimo remake dedicato ora finalmente alla vera principessa e protagonista della favola: la Cenerentola del 1950. Anche qui, varie modifiche sul plot originario, ma… tutte funzionanti. Sincero e delizioso approfondimento sta nel come i due protagonisti si innamorino reciprocamente (dettaglio spesso abbastanza sintetizzato nei cartoni), il tutto corollato da costumi eccezionali ed un cast impeccabile: Cate Blanchett come splendida matrigna, ed una sorprendente Helena Bonhamm Carter come fata Madrina.

Niente da dire: questa pellicola fu apprezzata da tutti, vecchi o nuovi disneyani.

Il Libro della Giungla (2016)

Se prima abbiamo visto trasposizioni con attori veri e propri, questo film rappresentò un secondo azzardo per la Disney: l’utilizzo maggiorato della CGI. Prendendo spunto dall’originale del 1967, si vedrà un Mowgli (reale) affiancato da Bagheera e Baloo ricreati al computer.Strano ma vero, il film fu davvero ben realizzato: la pellicola si pone infatti come risposta a domande che ci siamo sempre fatti da piccoli, come ad esempio la nascita dell’amicizia tra la pantera e l’orso.

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Animali iper realistici si fondono con situazioni cartoon, e perfino citazioni all’inossidabile tema musicale originale rendono il tutto una proposta inaspettatamente vincente. Rumors parlano di un possibile futuro sequel (come lo ebbe anche l’originale, del resto), ma nessuna certezza ufficiale in merito alla data d’uscita.

La Bella e la Bestia (2017)

La pellicola vincitrice d’Oscar nel 1991, tornò bruscamente in sala con un film che avrebbe dovuto esaltare l’originale in tutto e per tutto. Avrebbe. Se La Bella e la Bestia rappresenta un capolavoro senza tempo, difficile dire lo stesso per questo recente riadattamento. La performance di Emma Watson come Belle ha dell’imbarazzante (se poi paragonata alle sue precedenti in carriera), e il film spesso devia di colpo su situazioni ben poco attinenti alla trama originale, ma non per questo utili o interessanti. Le rievocazioni all’originale sono stucchevoli e spesso inserite quasi casualmente, perfino il rapporto tra Belle e la Bestia sembra come costretto e poco descritto.

Il vero vincitore indiscusso è però il buon Luke Evans, il quale offre vera giustizia a Gaston, specialmente nell’interpretazione della sua indimenticabile canzone. In soldoni: ottima scenografia, costumi, cast, ma un’occasione pesantemente sprecata. Sì, quasi al pari del predecessore Maleficient.

Il ritorno di Mary Poppins (2018)

Inutile girarci intorno: l’incommensurabile confronto con la Poppins/Andrews del 1964 schiaccia questo film interpretato (comunque degnamente) da Emily Blunt. La tata più famosa della Gran Bretagna e oltre prova a rivivere in questo live action, in realtà più vicino ad un sequel che vuole ad ogni costo ricordare il primo film: il risultato? Un potpurrì di citazioni al classico, spesso e volentieri solo per la gioia dei fan più adulti.

Una sola domanda per questo film: perché alla Disney era sembrata una buona idea?

Dumbo (2019)

Disney, dopo il successo riscosso con Alice, decide di dare nuovamente le redini di un reboot al buon caro Tim Burton: l’elefantino volante del 1941.

Il film però si discosta di parecchio dall’originale trama, spostandola totalmente nello sguardo dei personaggi umani della storia (pressocché inutili o esclusivamente negativi nel cartone originario, ora invece aggiunti ed approfonditi). Non per questo è da considerarsi una pellicola scarsa o poco piacevole, bensì una rivisitazione che evidenzia le difficoltà di avere un handicap, orecchie grandi o piccole che siano.

Aladdin (2019)

Il web aveva già distrutto a dovere il film prima ancora dell’uscita, tra meme dedicate all’interpretazione di Will Smith come Genio della Lampada e battute varie sull’esatta nuanches dei protagonisti.

Sorpresa? Un film che riesce discretamente ad omaggiare l’originale, con tanto di canzoni e (doverosi) approfondimenti di trama, specialmente sul personaggio di Jasmine e il suo innamoramento con Aladdin. Volendo trovarne una similitudine con gli adattamenti di cui sopra, questo film si pone come risultato simile a quello ottenuto con Cenerentola, e decisamente migliore de La Bella e la Bestia.

Un futuro… bello ricco?

Ma non finisce qui. La carissima Disney ha in programma svariati altri progetti, di cui vi lasceremo i pochi dettagli e trailer trapelati in merito:

  • The Lion King (agosto 2019): riprenderà la CGI già vista ne Il Libro della Giungla, sperando così di ottenere il medesimo successo, ma ottenendo uno Scar decisamente meno attraente della sua controparte animata tradizionalmente. I presupposti trapelati comunque dal trailer sono comunque positivi.
  • Mulan (2020): Togliete Mushu, Shang Yu e perfino Shang. Esattamente, cosa resta? Un trailer denso di riferimenti storici ed effetti degni di una pellicola orientale. Antenati, fate che sia un buon film.
  • Cruella (2020): Ma no, ancora un reboot sui 101 dalmata? La storia (e la banalità) tende sempre a ripetersi, pomettendo però un bello zoom sulla storia di Crudelia. Staremo a vedere.
  • La Sirenetta: a destare scalpore, è stato il colorito dell’attrice scelta per impersonare Ariel, la cantante Halle Bailey. Sinceramente? Troppo audace parlare di blackwashing per una creatura acquatica dal dubbio apporto di melanina. Chi vivrà, vedrà.
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Jolandanta

Cosplayer per diletto, per lei Dante è sia il poeta stilnovista che il cacciatore di demoni per eccellenza. "I demoni non piangono mai" è vero, ma davanti al film, alla serie tv, al videogioco, al fumetto, o al libro giusto diventa una fontana, e prova anche a recensirli di tanto in tanto.

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