Presente su Steam dal 2011, e creato da ACE Team, Rock of Ages è un gioco di strategia, focalizzato sulla distruzione della roccaforte nemica prima che l’avversario abbia la meglio.
Come? Con un masso.
Saremo infatti noi a guidare la roccia nel percorso, facendo attenzione agli ostacoli presenti.
Sembrerà tutto sommato piuttosto banale, no?
Strano ma vero, il tutto è studiato in modo semplicemente geniale.
Vediamo Sisifo (grande protagonista della mitologia greca) intento a trasportare un enorme roccia sferica su un pendio. Questa era infatti la sua condanna scelta da Zeus, poiché in vita aveva osato sfidare più di una volta gli dei.
Il povero condannato però viene disturbato da un piccolo demonietto, che, punzecchiandolo col proprio forcone, lo costringerà a trascinare nuovamente la roccia ogni qualvolta gli sfugge di mano.
Da qui l’illuminazione: Sisifo decide di usare la roccia come arma, per poter scappare dal regno dei morti facendo breccia con essa nel tempio di Ade. È al suo interno infatti che si nasconde il portale tra i due regni.
Una volta entrato, il nostro protagonista attraverserà i secoli della storia dell’arte, scontrandosi con i più numerosi e noti nemici del tempo. Tutti magistralmente ridicolizzati.
Una partita/missione in RoA si compone essenzialmente di due fasi.
La prima consiste nell’analisi del percorso tra le due roccaforti. Dovremo infatti inserire man mano ostacoli che intralceranno il percorso della sfera avversaria. Catapulte, torrette, ma anche mucche ed elefanti: tutto per scalfire la roccia avversaria e farle quindi perdere potenza.
Ovviamente, questa strategia sarà adottata anche dal nemico (CPU o altro giocatore online).
Nella seconda fase infatti avremo la vera azione del gioco: dovremo schivare ogni impedimento del nostro attacco, per evitare che la nostra roccia si crepi, rendendo i danni inflitti decisamente minori.
Finito il turno, torniamo alla prima fase, dove avremo pochi secondi per studiare una nuova strategia. Giusto il tempo che venga scolpita una nuova roccia dai nostri maniscalchi: un masso con tanto di faccia.
Ad uno sguardo più critico, la grafica del titolo potrebbe sembrare alquanto semplice: la sua riuscita infatti è nella genialità.
L’idea di contornare i più noti protagonisti delle opere artistiche e animarli a mo’ di burattini rende il tutto sbellicante. Specialmente per chi riuscirà a riconoscere tutte le opere.
Non a caso anche il comparto audio è finalizzato all’ironia. Degni di nota non solo la lingua incomprensibile dei personaggi (tradotta nei dialoghi trascritti man mano), ma anche i suoni veri e propri. Come il suono di quando uno dei due sfidanti viene spiaccicato, da vero cartoon.
Condite il tutto con battute dissacranti, gag demenziali, oscenità varie, e avrete uno dei titoli pluripremiati dalla critica.
Unica vera pecca? È piuttosto breve, lasciando quindi un senso quasi perfino di vuoto al completamento, ma non temete.
Per i più affezionati, esiste anche un sequel. Ma quella è un’altra storia. O meglio, un’altra (rocciosa) epica storia.
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