Spy x Anya: Operation Memories è un gioco firmato Bandai Namco che vede come protagonista la piccola Anya Forger, la mascotte d’eccellenza di Spy x Family. Il professor Henderson ha assegnato a tutta la classe un compito molto importante: creare un album di fotografie che possa raccogliere il maggior numero di esperienze e ricordi possibili. Anya, con l’aiuto di Loid, Yor, Bond e tutti i suoi amici, si impegnerà a tutti i costi per scrivere il diario più bello di tutti e guadagnare la sua tanto agognata Stella!
Spy x Anya: Operation Memories si configura quindi come un cozy game il cui obiettivo è immortalare la quotidianità della vita di Anya e in un certo senso ci ha ricordato Pokémon Snap. Tuttavia, il gioco non sempre riesce ad essere all’altezza delle aspettative, risultando spesso tedioso e poco godibile anche agli occhi dei fan più appassionati di Spy x Family. Vediamo perché.
Spy x Anya: Operation Memories si pone in continuità con l’anime da cui deriva. L’obiettivo di Anya è sempre quello di aiutare Loid nell’Operazione Strix, stringendo amicizia con Damian e acquisendo Stellae per avvicinarsi ai piani alti dell’Eden Academy. Le dinamiche fra i personaggi, nonché la loro caratterizzazione, sono quindi esattamente le stesse che abbiamo già visto nella serie. Questo è senz’altro un punto a favore del titolo, perché fortunatamente non ha voluto stravolgere niente lasciando tutto come nell’opera originale, dalle espressioni facciali esagerate alle gag comiche che ci hanno fatto sbellicare dalle risate.
Il gameplay viene scandito in cicli di tre giorni: due in cui Anya va a scuola e uno in cui arriva l’evento clou, la Passeggiata, in un luogo che viene deciso da una riunione familiare dei Forger. La bambina può interagire sia con gli altri personaggi, acquisendo esperienza per sbloccare le Foto Evento, sia con l’ambiente, in particolare con gli oggetti chiamati “Super Fico!” che ci consentiranno di scattare le foto.
Peccato però che il numero di Azioni che ci permettono di interagire con gli oggetti è limitato a una al giorno a scuola e a casa e due nella Passeggiata, allungando inutilmente i tempi. E così i sette ricordi delle dieci località da visitare diventano estremamente lenti e tediosi da collezionare. Sarebbe forse stato meglio inserire più Azioni per ciascun luogo, in modo tale da rendere più fluida e curata l’esperienza.
Diciamo “curata” perché pensiamo sia inconcepibile che, in un gioco il cui scopo principale è la fotografia, la grafica sia così trascurata. I personaggi sono completamente rigidi fatta eccezione per il loro volto e gli ambienti sono geometrici, privi di profondità. Siamo i primi a dire che non è l’aspetto grafico ciò che rende un titolo bello, ma non possiamo nemmeno risparmiare questa critica, soprattutto se stiamo parlando di un gioco in cui ciò dovrebbe essere esaltato. Ci aspettavamo decisamente qualcosa in più.
Insomma, l’idea alla base di Spy x Anya: Operation Memories è ottima, soprattutto grazie alla creatività degli scatti e alla ricchissima personalizzazione dei personaggi con accessori e completi veramente carini, ma così come viene realizzata è destinata a morire nel giro di qualche ora di gameplay. Anche se il gioco ti offre la possibilità di saltare e accelerare i dialoghi o altri elementi come le giornate a scuola, non cambia il fatto che si poteva ripensare l’intera struttura di questo titolo. Spy x Anya: Operation Memories è sostanzialmente un gioco a metà, il cui prezzo non è assolutamente giustificato da quello che offre.
Salviamo soltanto le Foto Evento, che risultano molto faticose da ottenere ma almeno sono soddisfacenti in quanto mantengono lo stesso stile e marchio di fabbrica che CloverWorks ha dato all’anime.
Spy x Anya: Operation Memories non ha una storia alla base. Le Foto Evento, come possiamo intuire dal nome, raccolgono solo una serie di interazioni ed episodi buffi di Anya e dei suoi amici. Di conseguenza, il gameplay è scandito in questo modo: mattinata a scuola o alla Passeggiata, pomeriggio e sera a casa fino al giorno dopo. Quando non scattiamo, possiamo giocare agli innumerevoli minigiochi da giocatore singolo e multiplayer locale che sblocchiamo man mano che proseguiamo nella nostra collezione di foto. Anche questi, tuttavia, sono riusciti a metà.
Alcuni sono carini e godibili; sono anche presenti dei chiari e simpatici riferimenti ad altri titoli, come Pac-Man. Tuttavia, probabilmente a causa dell’assenza della trama, gli sviluppatori hanno decisamente esagerato con la loro quantità, soprattutto vedendo che esistono tre livelli di difficoltà per ogni minigioco e un sistema di missioni fin troppo ricco.
Ecco, a proposito di queste ultime, un’altra critica che solleviamo è sulla meccanica della lotteria. Completando le missioni infatti è possibile guadagnare dei biglietti che si possono spendere nel giorno della Passeggiata per vincere dei completi nuovi. Riteniamo che ciò sia pressoché inutile, nonché un elemento gacha che non serviva assolutamente in un gioco del genere.
Spy x Anya: Operation Memories è un gioco vuoto. Ha delle premesse ottime, un prodotto d’origine di qualità, ma non riesce a spiccare il volo. In quanto grandi fan di Spy x Family, siamo rimasti estremamente delusi da quest’uscita. Non solo manca completamente l’elemento action che caratterizza l’equilibrio comico-drammatico della serie, relegato a due semplici minigiochi con protagonisti Loid e Yor che fanno piangere per come sono curati graficamente e per come è stato realizzato il gameplay, ma non realizza neanche l’impresa di essere un gioco cozy o rilassante.
Se pensiamo ad altri titoli dello stesso genere o anche solo al concorrente con cui lo abbiamo paragonato, capiamo immediatamente che c’è un elemento in Spy x Anya: Operation Family che è completamente assente: la longevità. I titoli cozy possono essere potenzialmente giocati per sempre perché sembrano non avere una conclusione; possono risultare ripetitivi, ma se li interrompiamo in un determinato momento possiamo riprenderli senza frustrazione anche mesi se non anni dopo e rivivere le stesse sensazioni.
Spy x Anya: Operation Family non è così. Il numero di foto da collezionare nella trama è limitato solo nei suoi dieci luoghi e solo nel numero delle Azioni giornaliere. L’unico elemento rigiocabile che ci rimane in mano sono i minigiochi, con le criticità che abbiamo evidenziato nel paragrafo precedente. La sensazione all’acquisto è sostanzialmente quella di star pagando il marchio –Spy x Family-, non il gioco.
Spy x Anya: Operation Family è in definitiva un triste esperimento fallito. Carino, ma vivevamo anche senza.
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