Loki, la recensione del terzo episodio

Loki episodio 3

7.9

Scrittura

7.5/10

Regia

8.0/10

Comparto tecnico

8.0/10

Direzione artistica

8.0/10

Pros

  • Ambientazione pazzesca
  • Non ha paura di impegnarsi
  • Zoom sui protagonisti

Cons

  • Pochi progressi "orizzontali"

Puntata un po’ filler, un po’ di assestamento e un po’ messa lì quasi a voler lasciare un po’ di briciole di pane da seguire: parliamo un po di questo terzo episodio di Guida Galattica per Autostoppisti Loki.

Avevamo lasciato le due varianti di Loki in fuga dalla TVA. O meglio, la prima, quella di sesso femminile e mastermind a cui dare la caccia. Il Loki “A”, il protagonista uscito dalla timeline di Endgame, si era sganciato dalla TVA solo per inseguire il suo doppio… ritrovandosi proprio in casa della TVA. Il piano di Sylvie – questo il nome dell’altra Loki – è chiaro, vuole eliminare i Custodi del Tempo e tutto ciò che hanno creato. Questo include la forza di tempo-fascisti che hanno messo in piedi per vigilare sulla Sacra Linea Temporale.

Sabotare punti casuali della timeline doveva semplicemente fungere da diversivo per liberare la strada. Loki purtroppo per Sylvie non ci casca e la rallenta abbastanza da costringerla a battere in ritirata. O meglio, dal far battere tutti e due in ritirata…

Di che ti Lamentis?

La variante Loki si nasconde nelle apocalissi. È chiaro, lo abbiamo scoperto nel secondo episodio e lo sapevamo già. Inevitabilmente quindi la fuga dalla TVA porta la strana coppia nel mezzo di un’apocalisse. Lamentis, pianeta già noto ai lettori dell’Universo Marvel Cartaceo in quanto ai margini dell’Impero Kree, sta per essere distrutto. Con il TimePad scarico, l’unica possibilità di fuga dei due Loki è quello di trovare una sorgente di alimentazione per poter saltare di nuovo nel tempo e nello spazio.

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La trama dell’episodio è sostanzialmente questa, 40 minuti di tentativi fatti per abbandonare il pianeta in cui, a margine, Loki e Sylvie si conoscono meglio. Mantenendo comunque una certa diffidenza, ma capendo che al momento è necessario collaborare. Si scopre qualcosa sulla Variante femminile, che sapeva di essere stata adottata fin da subito, tra le altre cose. Si scopre qualcosa anche su quella maschile, canonicamente bisessuale ma – come già successo in The Falcon and the Winter Soldier – senza che diventi un elemento forzoso per la caratterizzazione. È Disney che non ha paura di toccare argomenti di attualità e che sembra aver fatto diversi passi avanti dalla scena “Girl Power” di Endgame, non più una scrittura guidata dai gettoni di presenza per le tematiche ma dalla voglia di parlarne. Anche con una certa lucidità.

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Questione di ritmo

E l’episodio da questo punto di vista funziona, perché riesce a raccontare bene i due personaggi, a dare loro un contesto e uno spaccato di comportamenti tipici che poi permettono di capirli meglio. La trama in senso orizzontale non procede poi così tanto, ma nella sua verticalità i 40 minuti sono ben confezionati. Quasi uno spin-off che attinge dall’immaginario di altre opere Sci-Fi come la già citata Guida Galattica, o volendo azzardare un paragone importante Doctor Who. È curiosa la scelta di concedersi questa possibilità arrivati al giro di boa e con solo altre tre puntate a disposizione, ma è presto per dire se lo show pagherà pegno – come successo a WandaVision, costretto ad accelerare sul finale – o meno.

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Rispetto alle precedenti due puntate è mancata quella sorpresa che prepara il terreno al prossimo episodio, e il grosso delle rivelazioni come detto si è concentrato sull’introspezione dei personaggi. Certo, resta da capire come i due Loki fuggiranno da Lamentis, se (e come) si ricorrerà ad un Deus Ex Machina o se la trovata ad uscire dal cilindro sarà qualcosa di più credibile. Potrebbe reintervenire Mobius, ma capire in quale apocalisse nello spazio e nel tempo Loki e Sylvie si sono nascosti non è facile. C’è già riuscito, ma solo perché aveva tra le mani un indizio a ridurre di molto il campo.

C’è per certo che al momento abbiamo tanti dubbi.
Non Sylvie rifiuta il nome Loki, ma la TVA l’ha etichettata come sua Variante. La TVA stessa non è quello che dice di essere, perché se Mobius parlava di esseri creati dai Custodi per servire la Sacra Linea Temporale, la “Lady Loki” ha scoperto che invece si tratta di Varianti. Il che rende chiaro che la posizione del Loki uscito da Endgame non è un unicum, anzi. Non sappiamo nemmeno se il piano di Sylvie sia davvero quello di creare un vuoto di potere senza riempirlo, e soprattutto non sappiamo cosa voglia fare Loki. Né come, soprattutto: rispetto ai due precedenti episodi abbiamo più interrogativi, quindi c’è voglia di arrivare alle prossime puntate anche senza il cliffhanger alla fine.

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Resta da capire se ci sarà abbastanza tempo per tutto, interrogativo paradossale in una serie che a viaggiare nel tempo ormai ci sta abituando.

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Pietro Iacullo

Laureato con disonore in Informatica, tra una cosa e l'altra ha a che fare con la tecnologia praticamente da quando ne ha memoria. Creative Director di I Love Videogames, Boss Finale su Gameromancer e in generale losco figuro.

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Pietro Iacullo
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