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Yu-Gi-Oh! Early Days Collection, la recensione: un tuffo nel passato

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Yu-Gi-Oh! Early Days Collection, la recensione: un tuffo nel passato 1

In occasione dei festeggiamenti per il 25º anniversario della leggendaria saga di Yu-Gi-Oh!, creata dal compianto Kazuki Takahashi, Konami ha deciso di far riscoprire alle nuove generazioni alcuni dei titoli videoludici che hanno segnato la storia della serie, pubblicandoli in una raccolta chiamata Yu-Gi-Oh! Early Days Collection.

Questa collezione racchiude l’evoluzione dei videogiochi di Yu-Gi-Oh! su Game Boy, Game Boy Color e Game Boy Advance, con un viaggio che inizia nel 1998 con Duel Monsters e si conclude nel 2005 con Day of the Duelist: World Championship Tournament 2005. Nel mezzo troviamo numerosi altri titoli, tra cui Duel Monsters 4, disponibile in tutte e tre le versioni in cui venne pubblicato nel lontano 2000, seguendo un po’ la scia di Pokémon.

Ecco la lista completa dei giochi inclusi nella collezione:

  • Yu-Gi-Oh! Duel Monsters
  • Yu-Gi-Oh! Duel Monsters II: Dark Duel Stories
  • Yu-Gi-Oh! Monster Capsule
  • Yu-Gi-Oh! Racconti Oscuri
  • Yu-Gi-Oh! Duel Monsters 4: Battle of Great Duelists – Yugi Deck
  • Yu-Gi-Oh! Duel Monsters 4: Battle of Great Duelists – Kaiba Deck
  • Yu-Gi-Oh! Duel Monsters 4: Battle of Great Duelists – Joey Deck
  • Yu-Gi-Oh! Dungeon Dice Monsters
  • Yu-Gi-Oh! The Eternal Duelist Soul
  • Yu-Gi-Oh! Duel Monsters 6: Expert 2
  • Yu-Gi-Oh! Le Carte Leggendarie
  • Yu-Gi-Oh! Reshef il Distruttore
  • Yu-Gi-Oh! Worldwide Edition: Stairway to the Destined Duel
  • Yu-Gi-Oh! World Championship Tournament 2004
  • Yu-Gi-Oh! Destiny Board Traveler
  • Yu-Gi-Oh! Day of the Duelist: World Championship Tournament 2005

Quattro di questi giochi sono completamente inediti per l’Occidente e, per l’occasione, sono stati finalmente localizzati in italiano. Si tratta di Duel Monsters per Game Boy, del suo sequel Duel Monsters II: Dark Duel Stories, di Monster Capsule per Game Boy Color e di Duel Monsters 4: Battle of Great Duelists, in tutte e tre le versioni.

Sarà riuscita Konami a riportare in auge questi titoli e a conquistare anche le nuove generazioni? Scopriamolo insieme in questa recensione!

Yu-Gi-Oh! EARLY DAYS COLLECTION - Official Trailer

Un museo digitale

Con Yu-Gi-Oh! Early Days Collection, Konami ha cercato di creare un vero e proprio museo digitale. Una volta avviato il gioco, ci si trova davanti a una schermata di selezione, da cui è possibile scegliere il titolo da giocare, la versione da avviare (orientale o occidentale) e i potenziamenti da attivare. Questi ultimi, che all’epoca sarebbero stati semplicemente chiamati cheat, permettono di aggirare il fastidioso farming che oggi risulterebbe piuttosto pesante.

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Queste piccole migliorie alla quality of life contribuiscono a rendere i giochi molto più fruibili oggi, considerando che all’epoca la loro longevità si basava proprio sul continuo susseguirsi di duelli per ottenere tutte le carte. Inoltre, ogni titolo include la possibilità di utilizzare il tasto Rewind, che consente di riavvolgere le azioni effettuate fino a un minuto prima, permettendo di correggere eventuali errori.

Come in ogni gioco emulato (perché di questo si tratta), è possibile salvare e caricare la partita in qualsiasi momento tramite un menu dedicato alla gestione dell’emulazione. L’unico extra presente nella raccolta è la scansione delle confezioni e dei manuali originali, tradotti anche in italiano. La consultazione dei manuali risulta assolutamente necessaria, poiché rappresentano l’unico modo per apprendere al meglio le meccaniche di gioco, dato che nei titoli non è presente alcun tutorial.

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Ovviamente, non può mancare l’online: al momento è presente una componente multiplayer esclusivamente in Duel Monsters 4: Battle of Great Duelists, ma è già stato annunciato il supporto al gioco in rete per altri titoli della raccolta tramite aggiornamenti futuri.

A dire il vero, la modalità online in questa raccolta non era affatto necessaria, considerando che esistono già numerosi simulatori per giocare a Yu-Gi-Oh! (vi lasciamo qui numerose guide che abbiamo realizzato per Yu-Gi-Oh! Duel Links, ndr) sia in modo casual che competitivo. Tuttavia, potrebbe rivelarsi utile per chi vuole avvicinarsi al GOAT format, dato che il pool di carte presente nel gioco è quasi lo stesso di quello utilizzato nel retro format.

Remake? Remastered? No, una semplice collection

Quando Yu-Gi-Oh! Early Days Collection fu annunciata, mi aspettavo da Konami un lavoro certosino. Non dico un remake di ogni singolo titolo, ma almeno qualche intervento per svecchiarli e renderli più godibili e al passo con i tempi. Non nego la mia delusione quando, avviando il gioco, mi sono trovato davanti un semplice emulatore che si limitava a riprodurre i titoli originali senza alcuna modifica.

E la cosa peggiore, forse, è il trattamento riservato alla versione PC. Se su Switch il gioco risulta sicuramente più godibile, sia per la natura portatile della console sia per la comodità dei comandi, su PC l’esperienza è tutt’altro che ottimale. Giocare con mouse e tastiera è quasi impossibile: il supporto al mouse è completamente assente, e i comandi da tastiera sono scomodi, proprio come accade con un emulatore non ottimizzato. Oltre alla mancanza di un supporto nativo per mouse e tastiera, si sente anche l’assenza di migliorie visive ai titoli, rendendo l’esperienza ancora più datata.

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Konami sembra aver utilizzato Early Days Collection come una sorta di esperimento, un test per capire se operazioni di questo tipo possano avere senso anche in futuro. Dopotutto, molti fan aspettano da anni altre rimasterizzazioni, come Yu-Gi-Oh! Tag Force o Yu-Gi-Oh! The Duelists of the Roses, titoli molto richiesti dalla community.

La raccolta, così com’è stata pubblicata, sembra davvero provenire da un’epoca lontana dal 2025. E questo non è necessariamente un difetto: Konami ha chiaramente voluto creare un archivio per custodire titoli che hanno segnato la storia di Yu-Gi-Oh! Ma si poteva fare di più? Sicuramente sì. Adattare questi giochi ai giorni nostri avrebbe permesso anche a chi non ha vissuto i primi anni 2000 di goderseli al meglio.

E ciò che stona più di ogni altra cosa è il prezzo, davvero troppo alto per quello che la collection offre.

Monster Capsule: una piacevolissima scoperta

In questa recensione non approfondiremo il gameplay dei vari titoli presenti nella collection. Voglio invece concentrarmi su un gioco che mi ha colpito particolarmente, rimasto fino ad oggi inedito in Occidente: Yu-Gi-Oh! Monster Capsule.

Uscito esclusivamente in Giappone nel 2000 per Game Boy Color, Monster Capsule offre un gameplay molto diverso dalle classiche partite a Duel Monsters. Vestiamo i panni di Yugi, che si ritrova coinvolto in un torneo di Monster World organizzato alla Torre dei Duelli. Questo accade dopo che Kaiba, controllato mentalmente da una figura oscura, ha confinato i suoi amici in un altro mondo, costringendo Yugi a partecipare alla competizione per salvarli.

Ogni piano della Torre si divide in due fasi: la fase Mappa del piano, in cui si affrontano incontri casuali contro altri partecipanti al torneo, e la fase Darkmaster, dove si sfida un boss in una mappa specifica, scelta in base all’avversario.

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Ciò che mi ha colpito di Yu-Gi-Oh! Monster Capsule è che si discosta nettamente dagli altri titoli presenti nella collection. La visuale ricorda molto quella dei primi Pokémon, e al posto dei classici duelli troviamo battaglie strategiche a turni. Qui, schieriamo i mostri delle carte Yu-Gi-Oh! racchiusi in capsule, su una mappa 6×6, dove la strategia gioca un ruolo fondamentale.

Gli esiti degli scontri vengono determinati dal lancio dei dadi, e dopo ogni battaglia otteniamo delle stelle, che possiamo scambiare con nuove capsule mostro in quelli che sembrano dei veri e propri Pokémon Center.

Anche se questo titolo risente del peso degli anni, è sicuramente una scoperta piacevolissima all’interno di questa collection.

Un’occasione mancata

Con Yu-Gi-Oh! Early Days Collection, Konami ha cercato di creare una sorta di museo virtuale, riproponendo alle nuove generazioni i primissimi videogiochi della serie Yu-Gi-Oh!, che molti fan ricordano con grande affetto. Nonostante alcune migliorie alla quality of life, non posso definire sufficiente il lavoro svolto da Konami, che si è limitata a realizzare un enorme emulatore per riprodurre i titoli senza alcuna differenza rispetto agli originali.

Questa collection non aggiunge nulla a dei giochi che avevano bisogno di essere modernizzati, soprattutto per renderli accessibili a chi non ha avuto la possibilità di goderseli nei primi anni 2000.

Da apprezzare sicuramente il lavoro di traduzione e localizzazione, che ha permesso all’Occidente di conoscere titoli altrimenti confinati solo in Giappone, tra cui alcuni veri e propri pezzi da collezione come Yu-Gi-Oh! Capsule Monster e Yu-Gi-Oh! Dungeon Dice Monsters. Nella collection troviamo anche un altro spin-off, Yu-Gi-Oh! Destiny Board Traveler, ma solo nelle versioni USA o JP. Qui viene il bello: questo titolo, all’epoca, fu pubblicato anche in italiano, come dimostrano le carte promo incluse nelle confezioni. È davvero inspiegabile non aver incluso anche le lingue europee di questo gioco nella collection, un chiaro segno di come Konami si sia limitata al minimo indispensabile. Un lavoro che, alla fine, non giustifica affatto il prezzo pieno a cui viene venduto.

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Yu-Gi-Oh! Early Days Collection, la recensione: un tuffo nel passato
Gameplay e longevità
6
Comparto tecnico e sonoro
5.5
Coerenza e cura nel dettaglio
5
Pros
Un'opportunità per rendere disponibili in Occidente titoli totalmente inediti
Ottima localizzazione in italiano per la maggior parte dei titoli
Una buona occasione per recuperare titoli storici
Cons
Prezzo decisamente troppo elevato
Un semplice emulatore che riproduce i titoli in modo nativo
Nessuna miglioria effettiva ai titoli inclusi
Una collection dal sapore più celebrativo che di altro
5.5
VOTO

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Mi presento, mi chiamo Armando, amante della tecnologia e dei videogiochi fin da bambino. Sono un grandissimo appassionato di giochi di carte, soprattutto Yu-Gi-Oh!, e di videogiochi a carattere horror, in particolare la saga di Resident Evil, con il quarto capitolo in cima alla classifica dei miei videogiochi preferiti.

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