Con l’uscita del DLC Separate Ways, Capcom va a chiudere un cerchio rimasto aperto con l’uscita, sei mesi fa, di Resident Evil 4, andando a rispondere a tutti i quesiti in sospeso, dei quali si era riuscito a comprendere poco durante la campagna principale.
L’espansione racconta la missione parallela di Ada Wong, vecchia conoscenza del protagonista Leon S. Kennedy, anch’ella in Spagna per conto di un misterioso cliente alla ricerca dell’Ambra, un’arma di distruzione potentissima, sulla quale quest’uomo vuole mettere assolutamente le mani.
Come accaduto con il contenuto principale, anche qui Capcom è riuscita a proporre un DLC di altissimo livello, non lasciando nulla in sospeso, costruendo, al tempo stesso, un solido ponte verso i prossimi Remake, in particolare per Resident Evil 5.
Prima di buttarci a capofitto sulla recensione di Separate Ways, voglio ricordarvi che su SpaceNerd trovate sia la recensione di Resident Evil 4 Remake e un approfondimento sull’originale Resident Evil 4, in cui si spiega come abbia avuto un forte impatto sul genere dei survival horror alla sua uscita.
In Separate Ways, Capcom riprende le modifiche narrative adottate nel contenuto principale, proponendoci un contenuto estremamente coerente e fluido rispetto a quello originale.
L’inizio mi ha catapultato direttamente in uno dei luoghi più suggestivi di Resident Evil 4: il castello di Salazar. Qui, Luis Sera, un ex ricercatore della Umbrella, sta per essere giustiziato dagli uomini di Saddler, quando viene salvato da una donna misteriosa vestita in rosso: Ada Wong, una spia al servizio di un uomo misterioso alla ricerca di un arma chiamata “Ambra”.
Hanno così inizio le vicende di Separate Ways, che ripercorreranno, all’inverso, i luoghi già esplorati con Leon, il protagonista principale di Resident Evil 4, che in alcuni casi verrà anche aiutato dalla spia. Infatti, i due si sono già conosciuti in passato, durante gli avvenimenti di Racoon City, in Resident Evil 2.
Le basi su cui poggia la narrazione sono le stesse del capitolo principale, ma su di esse viene costruito un viaggio completamente rinnovato, a partire proprio dagli sviluppi di trama. Tra la riproposizione di alcuni nemici già presenti nell’originale, di un “nuovo” nemico che ricorda vagamente per comportamento il Dahaka di “Prince of Persia: Spirito Guerriero” e di un coinvolgimento maggiore di Wesker, la storia del remake di Separate Ways risulta essere molto più solida rispetto all’originale, con personaggi maggiormente approfonditi rispetto al contenuto principale, stupende cutscene e nuovi ambienti che vanno a completare la storia principale di Residenti Evil 4.
Separate Ways, nelle circa quattro ore che mi ci sono volute per portare a termine l’avventura per la prima volta, ha saputo proporre situazioni sempre varie e mai monotone: da momenti frenetici, pieni di nemici da far fuori, a momenti in cui poter tirare un po’ il fiato, il tutto con un occhio molto attento alla gestione del ritmo, quasi impeccabile da parte di Capcom, proprio come successo con la storia di Leon, tranne negli ultimi capitoli, che ci hanno lasciato un po’ più neutrali.
La storia si snoda attraverso il susseguirsi di sette capitoli che, a differenza di ciò che accadeva con il contenuto principale, in cui servivano solamente a definire il susseguirsi degli eventi, risultano avere dei tagli alcune volte piuttosto evidenti tra la conclusione di un capitolo e l’inizio di un altro. L’espansione ci porta di nuovo nei luoghi più iconici di Resident Evil 4, riproponendo ai nuovi giocatori (ma anche ai veterani) aree presenti nell’originale, ma che ancora mancavano nel Remake. Queste aree, con nuovi enigmi e nuovi nemici da affrontare, non hanno nulla da invidiare a quelle più riuscite del contenuto principale.
Parlando proprio degli enigmi, oltre ad alcuni simili a quelli già affrontati in precedenza con Leon, viene proposto un nuovo approccio, reso possibile da un sistema di indagini interattivo presente nell’occhio di Ada, che permette non solo di individuare le impronte di altri personaggi per seguire la strada da loro percorsa, ma anche per scovare codici nascosti di sicurezza delle porte attraverso le impronte digitali presenti proprio sui tastierini numerici.
Riguardo la fase esplorativa, anche qui, le attività da svolgere si riducono principalmente alla raccolta dei tesori nascosti e al completamento di attività secondarie che ci vengono proposte dal caro Mercante, a volte un po’ troppo ripetitive e simili a quelle del contenuto principale, in cambio di Spinelli utili ad essere scambiati per oggetti rari, cure, ma anche ciondoli utili per aggiungere dei Bonus alle armi e alla valigetta.
In Separate Ways ci si ritrova davanti macro aree utili sia ad essere esplorate fino in fondo una prima volta, ma anche adatte per un po’ di backtracking, non eccessivamente corposo, mirato soprattutto a concludere le richieste del Mercante.
Per quanto riguarda invece la longevità, in Separate Ways vengono proposte delle sfide che mi hanno spinto a completare l’avventura più di una volta a diverse difficoltà (assistita, normale, estrema e professionista) ricompensandomi con oggetti sempre più utili mano a mano che si avanza nelle difficoltà, rendendo il livello di sfida impegnativo, ma mai eccessivamente frustrante.
Uno degli aspetti migliori di questo DLC è da ricercare probabilmente nel gameplay: alcune battaglie, risultate parecchio insidiose, sono riuscite a farmi sentire una grande tensione addosso, costringendomi a combattere una grande quantità di nemici, più o meno pericolosi, gestendo allo stesso tempo le risorse e gli spazi molto più stretti rispetto al contenuto principale. Anche qui, è possibile effettuare delle eliminazioni stealth, in perfetto stile Ada, soprattutto in alcune parti dell’avventura, in cui sarà possibile muoversi senza sparare nemmeno un proiettile.
Lato inventario, ho trovato differenze importanti paragonando quello di Leon a quello di Ada: una di queste è rappresentata dal rampino, un arma che permette ad Ada, oltre a raggiungere aree altrimenti inaccessibili o a utilizzare scorciatoie durante gli scontri, di avvicinarsi ai nemici troppo lontani nel momento in cui vengano storditi dalle pallottole, mettendo a segno dei spettacolari colpi acrobatici.
Colpi spettacolari che non mancano anche nel momento in cui si combatte contro nemici a distanza ravvicinata, rendendo molto soddisfacente ogni qualvolta che uno di essi viene eliminato. Il rampino si è rivelato essenziale anche durante lo svolgimento di alcune bossfight, come per esempio quella contro “El Gigante”, in grado di abbattere abitazioni, per mantenere il vantaggio dell’altezza, ma anche per sfruttarlo per colpire il punto debole del mostro.
L’arsenale di Ada non è vario come quello di Leon, ma è composto da armi con un feeling distintivo: alla mitraglietta, pistola, fucile a pompa e carabina viene affiancata anche una nuova arma, la balestra a dardi esplosivi, in grado, come dice il nome, di sparare frecce esplosive capaci di infliggere gravi danni ai nemici, quasi quanto quelli che infliggerebbero delle granate nel momento dell’esplosione. Tuttavia, creare munizioni per quest’arma risulta essere parecchio costoso, e trovarle abbastanza raro: Capcom, anche qui, è riuscita a trovare un perfetto equilibrio, facendo in modo che la balestra esplosiva non risulti essere un arma abusata in grado di rendere tutti gli scontri banali.
Oltre al sopracitato “El Gigante”, in Separate Ways ho avuto modo di battermi contro un nuovo nemico non apparso durante la storia di Leon: uno dei bracci destri di Ramon Salazar (incontrato da Leon durante la visita al Castello Salazar) darà la caccia ad Ada in gran parte della storia. Anche qui, Capcom è riuscita a riscrivere questo personaggio in modo magistrale, a differenza di ciò che accadeva nell’originale Resident Evil 4, in cui risultava essere uno dei boss meno riusciti.
Doveroso parlare del livello di sfida: alcune situazioni proposte dal gioco spingono il giocatore a dosare con saggezza le proprie risorse, soprattutto alle difficoltà più elevate. A difficoltà standard, la quantità di munizioni e di risorse è generosa, ma mai eccessivamente abbondante. Nonostante ciò, il gioco non mi ha mai messo in una posizione di totale mancanza di risorse, attraverso un sistema di drop dinamico che rilascerà le giuste risorse al momento giusto.
Analizzando il comparto più puramente tecnico del gioco, anche qui, come successo per il contenuto principale, dobbiamo rendere onore allo splendido lavoro svolto da Capcom: tutte le aree presentano un livello di dettaglio in grado di lasciare a bocca aperta, dal castello fino ad arrivare alla più piccola casa presente nel villaggio dei “Ganados”.
I modelli dei personaggi risultano essere molto curati, e se nella precedente recensione avevamo notato qualche incertezza nelle espressioni facciali dei personaggi, qui la situazione sembra addirittura migliorata: fantastiche soprattutto alcune espressioni di Luis e Ada, rasentando la perfezione nelle espressioni di Albert Wesker, tenebrose e sadiche al punto giusto.
Lato ottimizzazione, anche qui, Capcom non delude le aspettative: ho giocato in fase di recensione la versione PC su un computer di fascia media senza scendere sotto i 60 FPS e senza riscontrare segni di cedimento; in un periodo storico in cui l’ottimizzazione risulta essere un tallone d’achille di tanti titoli, questi risultati non erano per nulla scontati.
Parlando invece del comparto audio, anche qui il lavoro è davvero eccellente, e in alcune aree del gioco, soprattutto in quelle chiuse, contribuisce ad aumentare il livello di tensione del giocatore.
Con Resident Evil 4 Separate Ways, Capcom va a migliorare un gioco già di per sé eccezionale, contribuendo alla chiusura di molti interrogativi rimasti senza risposta durante lo svolgimento della campagna principale.
Le aggiunte al gameplay risultano essere eccellenti sotto ogni punto di vista, mentre la sua storia è avvincente, piena di scene d’azione spettacolari e colpi di scena. Tutti i personaggi secondari presenti nel contenuto principale risultano approfonditi, soprattutto Luis e Albert Wesker, mentre alcuni momenti topici e nemici sono stati completamente riscritti, risultando più congeniali al nuovo corso intrapreso da Resident Evil 4.
Il gameplay, anche qui, risulta divertente, ma mai monotono: l’introduzione del rampino e della balestra a dardi esplosivi, nonostante la mancanza di varietà di armi presenti rispetto all’arsenale di Leon, contribuiscono a dare un ritmo più frenetico al gioco, soprattutto nella parte finale. Non mancano, tuttavia, momenti in cui bisogna non farsi vedere dai nemici, puntando tutto sullo stealth, come farebbe una vera spia.
In conclusione, Resident Evil 4 Separate Ways risulta essere, probabilmente, uno dei migliori DLC mai usciti in tutti i capitoli di Resident Evil, sopra anche alle espansioni uscite nel settimo e nell’ottavo capitolo, e superiore addirittura all’originale, risultando adatto sia al giocatore occasionale che vuole soltanto godersi l’avventura, ma anche, e soprattutto, a chi vuole scoprire tutti i segreti che circondano il mondo di Resident Evil 4.
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