Manga

Boy’s Abyss, la recensione: Il fascino di cadere nel vuoto

Boy's Abyss 1

7.00
7.8

SCENEGGIATURA

8.5/10

DISEGNO

7.0/10

CURA EDITORIALE

8.0/10

Pros

  • Un seinen maturo ed interessante
  • Ambientazione impeccabile
  • Nagi Aoe è una femme fatale perfetta

Cons

  • Affronta tanti temi, forse troppi per un solo volume

Era da tempo che non mi capitava un’esperienza come quella vissuta in questi giorni con Boy’s Abyss, la nuova serie targata Planet Manga uscita in Italia lo scorso 23 giugno.

Del manga di Ryo Minenami non sapevo assolutamente nulla, ma trovandovi in fumetteria per concludere la mia (fantastica, ndr.) esperienza con Chainsaw Man ho passato in rassegna le novità e l’occhio è caduto sulla sua copertina, dove lo sguardo di Nagi Aoe non lascia scampo.

E così, senza volerlo e un po’ per caso, sono tornato a casa con il primo volume di Boy’s Abyss, ignorante della trama e delle premesse perfette per dar vita a questa recensione.

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Il Ragazzo di quella cittadina

Reiji vive in una piccola e tranquilla città di campagna,  come tante altre raccontate e disegnate in tante opere dell’intrattenimento giapponese.
Questa città però non è l’ambientazione bucolica e rilassante di Non Non Byori o la magica Itomori di Your Name. Fin da subito infatti capiamo che la città di Reiji è caratterizzata da quella malinconia tipica dei paesini lontani dai grandi centri abitati, dove non ci sono opportunità e fuggire è quasi impossibile.

In questo contesto la vita familiare di Reiji è ancora più pesante.
La nonna è affetta da demenza senile e il fratello più grande vive da completo hikikomori nella sua stanza, creando così un ambiente insostenibile per la madre, la quale può fare affidamento solo su di lui.
Per questo Reiji, che avrebbe anche la possibilità di studiare fuori, è rassegnato a restare qui per sempre, inseguito dal peso della famiglia e della città intorno a lui.

 

Una notte, mentre va al combini dove il pomeriggio non gli avevano fatto comprare le sigarette per Gen, quello che potremmo definire il padrone della città, la sua vita viene sconvolta dall’incontro con la ragazza che lavora lì da poco.

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La ragazza è Nagi Aoe, famosissima idol molto seguita anche da Reiji, che inspiegabilmente sta lavorando nel supermercato della sua città.
Il protagonista non può fare altro che rimanere catturato dall’aura di quella stella comparsa dal nulla per sconvolgere il suo angolo di mondo, e che ora sta fumando con lui come se niente fosse.

Dalla inaspettata conversazione tra i due nasce la storia di Boy’s Abyss, un racconto psicologico estremamente interessante che toccherà temi importanti come il suicidio, la solitudine e il senso della nostra esistenza.

L’intramontabile bellezza del seinen psicologico

Già dalle primissime pagine capiamo facilmente che Boy’s Abyss strizza l’occhio a due grandi mangaka del seinen psicologico/dark: Asano Inio (Buonanotte Punpun) e Oshimi Shuzo (I fiori del Male, Shino non sa dire il suo nome).
Il richiamo allo stile di questi grandi autori infatti è palese sia nella narrazione che nelle ambientazioni, una storia dai toni subito molto cupi e caratterizzata da dialoghi estremamente profondi.

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Minenami incentra la costruzione della trama su una figura classica della cultura giapponese, lo Shinju, il doppio suicidio d’amore.
Shinju deriva dall’unione dei caratteri delle parole “cuore” e “centro/dentro” e la leggenda nasce nel periodo Tokugawa, quando il matrimonio era visto come un patto politico e sociale e l’unione sentimentale come un gesto egoista.
Il suicidio di coppia nella società dell’epoca era visto come un modo per riunirsi spiritualmente nell’aldilà, una pratica tragica ma estremamente affascinante.

Lo Shinju ha ispirato così opere teatrali del calibro di Doppio suicidio d’amore a Sonezaki di Chikamatsu Monzaemon oppure, per rimanere in tema, manga come Quel che resta del Sogno di Yumi Sudo ma soprattutto casi come quello di Tomie Yamazaki e dello scrittore Osamu Dazai (non a caso autore di un’opera come Lo Squalificato, ndr.), maestro della letteratura giapponese morto a soli 39 anni insieme alla compagna gettandosi nel bacino di Tamagawa.

Con questo sfondo malinconico Reiji, pieno di problemi e intrappolato in questa gabbia che è la sua città, non può fare altro che essere trascinato nella morsa di quella sublime quanto pericolosa femme fatale che è la idol Nagi Aoe.

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L’opera di Ryo Minenami ha uno stile grafico molto morbido e pulito.
Il mangaka affianca un’impressionante chiarezza visiva a un ottimo character design (in primis dalla sublime protagonista) e soprattutto a una perfetta costruzione della tavola.

Minenami infatti crea atmosfere cariche di significato come l’incontro tra Reiji e Nagi già dal primo capitolo con le quali riesce a farci innamorare subito dell’estetica di Boy’s Abyss anche senza un disegno eccezionale.

Per quanto riguarda l’edizione italiana la scelta di Planet di optare per copertina flessibile e formato più grande si è rivelata una piacevole sorpresa anche se questo ha inevitabilmente alzato il prezzo del volume.

Boy’s Abyss: il fascino di cadere nel vuoto

C’è qualcosa in Boy’s Abyss che alla fine della lettura del primo capitolo mi ha fatto capire che avrei seguito questa serie fino alla fine.
Forse è l’ambientazione in questa campagna sperduta e malinconica che sembra rivolgersi direttamente a chi abita in un paesino di diecimila abitanti o forse è questo alone di mistero che avvolge praticamente ogni personaggio e cattura il lettore già dal primo dialogo.
Infine l’intrigante riferimento al mondo dello spettacolo attraverso l’enigmatica figura di Nagi Aoe, un tema che affascina già da Perfect Blue del maestro Satoshi Kon e recentemente tornato anche nella nuova opera di Aka Akasaka, Oshi no ko.

Quello che Minenami vuole comunicare con il primo volume di Boy’s Abyss è davvero tanto, forse troppo.
I temi aperti in soli quattro capitoli sono davvero numerosi e complessi e il rischio che si evolvano in maniera troppo veloce e superficiale è dietro l’angolo.

Boy’s Abyss è sicuramente un manga che, se apprezzate i seinen, temi impegnati e un po’ dark, le storie ricche di mistero con un pizzico di malinconia, non potete assolutamente mancare.
Non sarà facile mantenere le aspettative che ha creato in noi questo volume, vedremo quindi se anche i prossimi volumi dell’opera di Minenami riusciranno a trasportarci in questo affascinante abisso che è la storia di Reiji, proprio come hanno fatto gli occhi di Nagi in queste prime sorprendenti pagine.

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Matteo Tellurio

Nascere in un paesino umbro ti porta ad avere tanti hobby. Cresciuto tra console e computer, è da sempre amante di cinema, serie TV e musica, nella quale si diletta in maniera molto amatoriale. Anime e manga invece sono il pane quotidiano ma anche lo sport lo appassiona. Crede di aver visto ogni singola disciplina inserita dal CIO alle Olimpiadi.

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