Videogiochi

Summer in Mara, la recensione: un arcipelago di storie

Summer in Mara

7.2

GAMEPLAY E LONGEVITÀ

7.9/10

COMPARTO GRAFICO E SONORO

6.8/10

COERENZA E CURA DEL DETTAGLIO

6.8/10

Pros

  • Personaggi ben caratterizzati ed interessanti
  • Missioni e sub-quest divertenti e rilassanti
  • Molto leggero, adatto per rilassarsi

Cons

  • Troppi bug ed imperfezioni
  • Artefatti grafici e level design grossolano in alcuni punti
  • OST che vengono riprodotte in momenti sbagliati e rovinano l'atmosfera

Abbiamo viaggiato nel misterioso e colorato arcipelago di Summer in Mara: ecco com’è andata.

Ogni tanto è bello staccare.
Staccare dai soliti sparatutto FPS, dai JRPG e da tutti quei generi pesanti e/o frenetici: in aiuto ci arrivano un sacco di giochi… tipo Animal Crossing, di cui vi abbiamo parlato negli scorsi giorni, in quanto è capace di aiutarci a curare la nostra salute mentale, o ancora Stardew Valley (seppur diverso e più pesante e profondo a livello di meccaniche).
È difficile catalogare questo tipo di giochi: alcuni li chiamano life sim, altri social simulator ed altri ancora in altrettanti modi.

Oggi vi parliamo dell’ennesimo che, però, si prefissa un obiettivo ben diverso dai due maggiori esponenti del genere prima citati: Summer in Mara.
Summer in Mara, dello studio Chibig e nato da un popolarissimo e fortunato Kickstarter, ha l’ambizione di voler essere uno dei pochi “life/farm sim fantasy story driven”… ma cosa vuol dire? Scopriamolo, passo per passo, insieme!

L’arcipelago di Mara, la Marina, Yaya e Koa

La storia di Summer in Mara è ambientata sul pianeta , nell’arcipelago di Mara, da cui prende il nome anche l’oceano omonimo che viene considerato “la fonte che dà la vita alle nostre isole ed alla nostra esistenza”. La protagonista, Koa, è una ragazzina che, dopo aver vissuto per i suoi primi undici anni circa sull’isola in sola compagnia della “nonna” Yaya Haku, parte all’avventura per risolvere vari misteri che pregiudicano la pace del pianeta e per aiutare chi più ne ha bisogno.

Insomma, per quanto l’incipit possa risultare semplice, il titolo fa il suo per complicare e rendere più interessanti le cose: personaggi interessanti e un po’ di lore inserita qua e là, fanno da collante per far funzionare il tutto. I personaggi funzionano a meraviglia e sono probabilmente una delle cose più riuscite del gioco: oltre ad avere un character design ottimo (considerando i “mezzi busto” disegnati e non i modelli 3D davvero scarsi su cui torneremo più tardi), rimangono tutti quanti a cuore, hanno un ottimo “screen time” nella main quest (che viene aumentato grazie alle sottotrame e quest line disponibili per quasi ognuno di essi) e sono ben contestualizzati nel mondo di gioco.

Su cosa pecca, quindi, Summer in Mara, parlando di trama, personaggi e lore? Nel come viene presentata la storia e sulla frettolosità di certe parti di trama.
Spesso, sopratutto dopo un terzo della main quest, tutto sembra andare più veloce e per qualche motivo raccontato in modo frettoloso e poco funzionale, soprattutto momenti clou, come il finale, vengono resi malissimo perché risolti in maniera troppo sbrigativa e semplicistica.

Coltiva, raccogli, alleva… ripeti! (…o quasi)

Il gameplay è molto semplice, ripetitivo e per nulla complesso. Funziona? Assolutamente sì. Personalmente, non mi sono mai annoiato in Summer in Mara.

E’ vero, le azioni sono poche e sempre le stesse (anche gli stessi autori considerano Summer in Mara visual novel a tratti, per dirvi) ma sono così appaganti, significative e rilassanti che, se appassionati di questo genere di giochi, inizierete a farmare (letteralmente eh! probabilmente coltivare è l’attività che farete di più nel gioco dopo viaggiare) senza rendervene più conto.

Ma esattamente che cosa si fa in Summer in Mara? Si coltiva come già detto, si recuperano risorse minerali, si piantano gli alberi (avremo circa una cinquantina di alberi da poter piantare nella nostra isola, con circa 4/5 tipi di alberi disponibili), si raccolgono i frutti e/o la legna, si allevano polli, maiali, pecore… e soprattutto si aiutano gli altri abitanti, nello specifico i cittadini di Qälis (unica città dell’arcipelago… ahimè).

Passeremo molto tempo a Qälis (qui sopra una mappa con tutti gli abitanti che la abitano… o meglio, con gli NPC importanti, poiché gli altri abitanti non segnati sono manichini che occupano spazio, praticamente inutili e rovinano l’atmosfera e basta restando fin troppo statici) perché quasi ogni attività si svolge qui, a parte quelle di crafting/sandbox.
Nei panni di Koa, recandoci alla nostra casa sulla nostra isola, potremo costruire strutture, utensili, oggetti e cucinare davvero tante cose che sbloccheremo davvero gradualmente e con piacere man mano.

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Inoltre, per i fan della personalizzazione e del collezionismo, abbiamo anche l’opportunità di sbloccare nuovi vestiti e zaini per la nostra Koa!

Un paradiso sfumato

Insomma, l’arcipelago di Summer in Mara è davvero un paradiso… rovinato da svariati problemi tecnici, e non solo.

Parlando del comparto grafico, su questo lato Summer in Mara è davvero sporco e poco curato. Nonostante i colori vivaci facciano il loro sporco lavoro, i modelli (soprattutto di molti personaggi) davvero di qualità infima rispetto alle controparti disegnate nei dialoghi, stonano davvero. A tratti, la magia dei rilassanti e bei paesaggi svanisce per dare spazio a modelli davvero indecenti, buchi nelle montagne che portano a punti ciechi che ti obbligano a ricaricare la partita, frutti che scompaiono compenetrando il terreno e tanto altro ancora.

Nota di merito per la colonna sonora: tutte le tracce musicali di Summer in Mara sono bellissime ed azzeccatissime (seppur lontane dall’essere indimenticabili), peccato che anche qui qualcosa rovina tutto. Spesso e volentieri vi basterà cambiare zona o parlare con un determinato personaggio per far partire la OST relativa che andrà brutalmente a bloccare la precedente e che rimarrà anche quando è totalmente fuori luogo.

Per esempio, visitando un’isola dalla natura spettrale è possibile ascoltare un brano ben contestualizzato, che però rimarrà in esecuzione anche nel momento in cui esso non lo sarà più. Anche il cambio di brano è dunque affetto da difetti che fanno storcere il naso nel complesso.

La fine dell’estate in Mara ed il ritorno a casa

Summer in Mara rimane comunque un buon gioco, con qualche alto e molti bassi. Il titolo è adatto per rilassarsi facendo il minimo sforzo e da giocare se al giocatore aggrada l’idea di avere tanti contenuti diluiti man mano.

Per quanto usi come cavallo di battaglia la sua trama, Summer in Mara funziona per i suoi personaggi, per l’immediatezza e facilità del sistema di commercio ed il crafting: sapremo sempre dove trovare cosa e come fare qualcosa, senza particolari aiuti, perché nella sua semplicità il gioco si salva dall’essere mediocre, e addirittura lo eleva dandogli un certo carattere ben distinto per poter competere con la concorrenza attualmente sul mercato e ritagliarsi un suo piccolo spazio ed identità.

Toglietevi dalla testa life sim, in definitiva, con Summer in Mara: qui stiamo parlando più di un simpatico farm sim in cui svagarsi ed in cui, nel tempo libero, vi toccherà salvare il mondo e preservare la pace in Mara.

Summer in Mara sarà disponibile a partire da domani 16 giugno 2020 per Nintendo Switch, PC (versione da noi giocata per la recensione), PS4 ed Xbox One.

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Cosimo "Kojimo" Riondino

Caporedattore e owner di SpaceNerd.it. Videogiocatore fin dai 5 anni, cresciuto con attorno Gameboy, Sega Master System e Playstation One. La sua saga preferita è quella di "Prince of Persia", ovviamente a partire dai giochi pre-Ubisoft, che lo ha legato in modo indissolubile dall'infanzia ad oggi al mondo videoludico. Altri suoi hobby ed interessi sono anime, la programmazione, musica e la tecnologia in generale.

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